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Un'altra noiosa mattinata piena di lezioni. Mi incamminai in bagno, mi lavai le mani e mi diedi una rapida occhiata alla mia chioma bionda, per poi uscire. Arrivai in mesa e dopo aver preso il vassoio con il pranzo, mi sedetti vicino al mio solito gruppetto. Cole mi stava aspettando, con il vassoio già vuoto.
«Finalmente!» esclamò.
Lo guardai con aria interrogativa: cosa gli cambiava la mia presenza o meno?
«Sei tu quello che mangia veloce, non gli rompere» prese le mie difese Kai.
Feci spallucce, dicendo al mio migliore amico di non preoccuparsi. Migliore amico? Più un fratello. Sicuramente non di sangue, visto che lui aveva i capelli sparati castani e gli occhi marroni.
Cole invece mi scrutò con i suoi occhi neri e mi chiese: «non lo mangi?» indicando il mio panino.
Staccai un pezzo e glielo passai: lui stava morendo di fame mentre io ne avevo appena.
Arrivò Jay, correndo con la sua solita felpa blu e la sciarpa arancione.
«Ragazzi ho preso una A!» urlò.
Zane sbucò da dietro e ridacchiò, mettendosi a sedere. «Allora sei un cervellone, amico.»
«Dai Zane! È il primo voto alto che ho avuto in tutti i cinque anni qui dentro!»
Cole rise cingendo le spalle di Jay. «Bravo bravo» gli disse scompigliandogli i capelli ricci e castani. Finimmo il pranzo tutti insieme e continuammo a chiacchierare come facevamo ogni giorno. Ad un certo punto ci passarono accanto quattro ragazze, sculettanti e con la gonna della divisa fin troppo corta.

«Ancora non riesco a capire come fa mia sorella a stare con quelle» sbuffò Kai.
«Già! Nya è così bella rispetto alle altre...» iniziò a dire Jay con aria sognante, fissando la ragazza corvina con la frangetta e gli occhi blu mare.
Kai lo riportò alla realtà allungandosi verso di lui e colpendogli la fronte con il dito. «Primo: è mia sorella e guai chi me la tocca. Secondo: la più bella è Skylor.»
«Ovvero?» chiesi.
Kai mi indicò la ragazza al fianco di Nya: capelli rossi raccolti in una coda alta, sorriso da sbruffona, belle curve... sì, la tipa perfetta per Kai.
«Carina» mi limitai a dire.
«Carina? Dicono che al letto sia una bestia» continuò Kai, passandosi la lingua sulle labbra.
«Amico, non ti scaldare» disse Zane colpendogli il petto col gomito «e comunque dovreste vedere Pixal. Ci ho parlato una volta ed è simpatica, bella, intelligente...»
«Si, si. Tutti innamorati qua» si intromise Cole «ma lo sapete meglio di me che sono delle troiette bastarde.»
«Ripeto: c'è mia sorella» rispose Kai bruscamente.
«Okay, forse Nya e Pixal di meno, di Skylor...beh, Kai l'ha giá detto, ma di Layn? Sapete la storia? Non ha mai avuto i genitori e si pensa che sia stata proprio lei ad ucciderli.»
Kai rise. «Eddai è ridicolo! È talmente bassa che nemmeno la vedresti se non abbassassi lo sguardo, magari ha i modi un po' da stronzetta ma non penso sia capace di uccidere qualcuno.»
Proprio in quel momento si alzò un rumore assordante di sedie strofinate a terra e subito guardammo in direzione del chiasso: una ragazza stava tenendo per il colletto della camicia un ragazzo molto più alto di lei. Per mettere a paro la diversità di altezza, la ragazza era salita sopra la sedia e ora aveva un piede sul tavolo.
Capelli corti ricci, occhi verdi, bassa... quella doveva essere Layn. Nya e Pixal fecero scendere Layn dal tavolo tenendole le spalle e Skylor stava allontanando il ragazzo dandogli dei colpetti sul petto. Il malcapitato sbatté contro il tavolo e si allontanò a passo veloce, guardandosi sempre le spalle. Uscì dalla mensa quasi correndo.
Vidi Skylor cercare di abbracciare Layn, ma la riccia la scostò e si rimise a sedere.
«Piccola ma feroce» commentai.
Zane mi squadrò con i suoi occhi azzurri. «Fin troppo feroce.»
«Comunque, inutile stare a parlare di quelle. Sono le ragazze più popolari della scuola, se non le più fighe. Non avete speranza di "accoppiarvi" con loro» ci prese in giro Cole.
«Ho molte più possibilità io, ho Nya» ci informò Kai.
«E tu me la farai conoscere, veroooo?» chiese Jay guardando Kai con aria supplicante.
«Così poi mi farete conoscere Pixal» si intromise Zane.
Risi insieme a Cole, pensando a quanto sia stupido tutto ciò.
Come si fa ad innamorarsi di una persona che nemmeno si conosce?
E poi, sono stati loro i primi a dire che sono delle "ragazze dai facili costumi", per non dire altro.
Come si fa ad innamorarsi di persone del genere?
«Lloyd? Che hai?» mi riportò alla realtà Zane agitandomi la sua mano davanti al mio viso.
«Niente, stavo pensando.»
«A Layn?» chiese Kai, indicando la ragazza con la forchetta.
«Non essere sciocco: sai bene che non mi piacciono quelle tipe di ragazze.»
«Secondo me non ti piacciono proprio le ragazze» ironizzò Zane.
Gli altri risero, mentre io risposi: «ovvio che mi piacciono!»
«Amico, non ti sei nemmeno fidanzato. Hai 19 anni e sei... vergine» mi ricordò Jay.

Ancora questa fottuta storia. Si, facevo il quinto del liceo, avevo 19 anni ed ero ancora vergine, nonostante molte ragazze mi andavano dietro grazie al mio "fisico da dio greco, occhi smeraldi e chioma bionda". Ma nessuna mi piaceva. Mi correvano dietro per il mio aspetto fisico, non per la persona che ero. Ho provato ad uscire con una ragazza: il mio primo appuntamento. Ma andò malissimo: mi baciò per la prima volta mettendo subito la lingua, iniziando a toccarmi gli addominali. La fermai, perché non era quello che volevo. Non volevo regalare la mia verginità alla prima che capitava. Non volevo essere un oggetto. Volevo una persona che mi amasse, una donna che mi facesse sentire ancora più sicuro e dovevo sentirmi in dovere di proteggerla.

«Non mi interessa: quando troverò quella giusta non lo sarò più» sbottai.
«Sono anni che continui a ripeterlo» disse Kai, «Te la troviamo noi la ragazza se vuoi.»
Jay rise. «Fa che non sia Nya, quella la voglio io.»
Kai sbuffò ma sorrise, scuotendo la testa.
«Me la trovo da solo» dissi alzandomi. Non mi stava piacendo la piega che avevo preso la conversazione.
«Eddai, non te ne andare. Manca ancora un quarto» mi richiamò Cole, ma già avevo ripreso la borsa ed ero uscito dalla mensa.

«Verginello» borbottai fra me e me, arrivando al giardino nel retro della scuola. Buttai la borsa sopra alla panchina e mi ci sedetti, per poi stendermi del tutto sopra, con le mani dietro la testa.
Sospirai. Mi sentivo terribilmente solo in quel periodo, specialmente dopo la morte di mio padre. Mia madre era distante, chiusa in un mondo dentro la sua testa nel quale papà era ancora fra noi. Avevo veramente bisogno di una persona accanto, ma non ci riuscivo. Non riuscivo ad aprirmi con le ragazze.

«È stato solo una volta! Ora lasciami in pace e vaffanculo!» urlò qualcuno, facendomi quasi cadere dalla panchina. Mi misi a sedere e notai la riccia col telefono in mano, chiudendo quella che doveva essere una chiamata. Si accorse della mia presenza e mi squadrò, girandosi verso di me.
«Cosa c'è da guardare?» mi chiese irritata.
«Tutto okay?» dissi ignorando la sua domanda. Sembrava sorpresa, ma subito cancellò quell'espressione e incrociò le braccia.
«Non sono cazzi tuoi.»
«Una signorina non dovrebbe usare quelle parole» le dissi, divertendomi a farla irritare ancora di più.
Si avvicinò a me, saltò la panchina usando lo schienale come appoggio e si mise cavalcioni su di me, mettendomi le mani sul petto e il viso attaccato al mio.
«E un signore non dovrebbe ficcare il naso in affari altrui» disse attaccandomi la schiena sulla panchina. Sentii le guance scottarmi: ero diventato un peperone. Layn aveva l'aria divertita e si tolse da me, mordendosi il labbro inferiore. Mi sorrise con tono di sfida, poi raccolse la sua borsa e si fermò, squadrandomi un'ultima volta.
«Bella chiacchierata, biondino» mi disse, poi se ne andò.
Mi passai una mano fra i capelli ancora scosso. Poi mi accorsi che i pantaloni erano diventati stretti e mi sentii ancora di più a disagio: perché diavolo credevo che quella cosa che era appena successa fosse stata... eccitante?

Perversa innocenzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora