XIV

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Una volta arrivati in camera, la lasciai tornare sulle sue gambe, chiudendo poi la porta. Appena mi girai, mi spinse delicatamente sul letto, facendomi sedere. Mi guardò con espressione indecifrabile e si mise cavalcioni su di me, iniziando a muoversi e mordicchiandomi piano il collo. Immediatamente i pantaloni si fecero più stretti e non potetti fermare i miei istinti: le toccai i fianchi e la schiena, accarezzandola timidamente con le mani tremanti.
«Sono per caso una suora, Le-loyd?» disse guardandomi negli occhi sorridendo con la solita
nota di strafottenza. Io restai immobile, un po' traumatizzato da questa sua uscita fin troppo pervertita e la fissai incredulo. Lei rivolse gli occhi al cielo sbuffando e portando le mie stesse mani sul suo fondoschiena. Timidamente iniziai a massaggiare i glutei così sodi e un po' freddi, cercando di capire cos'altro avrei dovuto fare.
La prendi, la metti sotto, la spogli e ficchi, mi rimbombò la frase di Kai in testa. Certo che i suoi consigli erano utili quanto una barbabietola di zucchero.
Layn aveva affondato le dita nei miei capelli e si era appoggiata con la testa sulla mia spalla, ogni tanto mordicchiandomi il lobo dell'orecchio.
Lloyd, hai l'occasione: COSA DIAVOLO STAI ASPETTANDO?! mi disse la mia parte istintiva.
NON LO FARE, NON TI AMA! PERCHÉ LE DEVI REGALARE LA TUA VERGINITÀ? urlò il cuore.
Non ebbi il tempo di decidere cosa fare, perché Layn si staccò da me e si tolse la camicia della divisa continuando a stare cavalcioni su di me.
«Ti va che sto io sopra?» mi chiese mettendomi le braccia al collo. Io riuscii solamente ad annuire, perché ormai la voce se n'era andata e la mia ragione anche: avevo davanti una donna mezza nuda, con due seni lattei che dovevano essere una quinta, che quasi sembra sproporzionato con quel bacino né in carne né magro, assolutamente perfetto.
«Qualcosina potresti anche farla» disse muovendosi di nuovo con movimenti circolari sopra alla mia intimità. Solo quel minuscolo movimento mi fece abbassare la testa e mordere il labbro per non gemere.
Miseriaccia, mi stava facendo impazzire. Oppure stava semplicemente facendo quello che bisognava fare, ero io l'inesperto qui. Con le mani tremanti le sfiorai i seni, tornando a guardarli. Passai un dito dentro la toppa del reggiseno, sfiorandogli il capezzolo, mentre con l'altra mano avevo iniziato ad armeggiare con il ferretto sulla schiena. Ferretto?! Quello era un arma da tortura! Non si apriva! E io scemo che so fare il cubo di rubik e non aprire un cavolo di reggiseno!
«Mi stai facendo aspettare un po' troppo» ridacchiò Layn.
No ma tranquilla, accomodati pure anche tu a prendermi in giro. Sbuffai, tornando a mettere entrambe le mani sul suo fondoschiena perfetto.
Le tolsi la gonna, mentre lei si alzò tenendosi sulle ginocchia per aiutarmi a sfilarla: peccato che mi mise i suoi seni sopra il viso, facendomi avvampare.
Lei sorrise con superiorità, tornando a muoversi lentamente sopra la mia asta che ormai stava per strappare sia boxer che pantaloni.
«Ora tocca a me» disse, appoggiandomi le mani sul petto e premendo appena.
Mi allungai sopra al letto, inarcando la schiena e trascinandomi più su con i gomiti. Layn, presa alla sprovvista, tirò un piccolo gemito, dovuto alla pressione del mio amichetto contro la sua intimità.
Restai con i gomiti appoggiati sul letto e lei continuò a mordicchiarmi il collo, iniziando a passare una mano dentro la mia camicia. Lentamente sbottonò tutti i bottoni e la aiutai a togliermela.
Alla vista del mio fisico, Layn si allontanò un attimo, guardando attonita il mio corpo snello e muscoloso, facendomi ridacchiare per la soddisfazione.
«Beata chi ti sei fatto per prima» disse.
Quelle parole fecero incontrare i nostri sguardi in espressioni indecifrabili: era per caso gelosa? Ma gelosa poi di cosa? E io, come potevo dirle che era proprio lei la beata?
La magia di quel momento svanì, perché Layn mi sbottonò anche i pantaloni con una mano, mentre con l'altra mi abbassò la zip. Iniziai a sentire una piccola pressione sul petto: stavo veramente facendo la cosa giusta? Quando ci ritrovammo entrambi in intimo, Layn si stese sopra di me, baciandomi con piccoli baci tremanti il pomo d'Adamo.
Aspetta, stava tremando? Continuò a lasciarmi piccoli baci umidi sul collo, scendendo al petto, all'addome nel quale stette molto tempo, per poi arrivare al mio basso ventre. Qui, tirò con i denti l'elastico dei boxer e mi guardò con sfida, sorridendo.
Lasciò andare l'elastico con un sonoro slap che quasi mi fece male. Ma a quanto pare non le bastava.
Iniziò a baciare sopra ai boxer, arrivando poi alla montagnetta che si era formata. Strinsi il lenzuolo fra le dita, godendomi il momento. Credo che Layn se ne accorse, perché iniziò a baciare con molta più foga, aprendo molto di più la bocca intorno alla mia erezione. Sentivo il bagnato della sua saliva ed il calore del suo alito: credo che sarei venuto così. Si fermò quando mi uscì un piccolo gemito di approvazione. Sorrise, guardandomi. Credo di aver avuto le guance un po' rosse e l'espressione da cagnolino sperduto.
«Mi piacciono i ragazzi come te, sembrate così puri, poi a volte siete i migliori.»
Più puro di me si muore.
Comunque, appena disse questa frase, massaggiò lentamente la mia intimità, toccando la punta attraverso i boxer. Io chiusi gli occhi e appoggiai la testa sul letto pregando qualsiasi cosa di non venire subito solamente con quelle cose. Sentii più fresco nella mia parte intima e capii che Layn stava lentamente togliendo i boxer. Sapevo di essere arrossito una terza volta, ma cercavo di non darlo a vedere. Quando anche i boxer bianchi raggiunsero i nostri vestiti, aprii un occhio e alzai la testa per sbirciare cosa stava combinando Layn.
In quel preciso istante era tornata con entrambe le ginocchia sul letto e si era appoggiata con una mano sul mio addome e l'altra aveva iniziato a fare conoscenza con il mio amico. Non riuscii a trattenere un gemito, sia per il panorama sia per il buon lavoro, e mi tirai su tenendomi per i gomiti.
Layn mi guardò con aria innocente. Lei, innocente? INNOCENTE?! Quasi venni solo per la sua immagine così e la sua mano che faceva su e giù sul mio amico.
«Vado?» mi chiese.
E dove vai? Scopami, santo piripillo.
Non trovando risposta, sorrise scuotendo la testa e si abbassò verso la mia intimità: ah, ecco dove vai. Leccò solamente la punta, ma già bastò per farmi chiudere gli occhi e cercare di trattenere un gemito, invano. Sentii la mano di Layn accelerare i movimenti e la sua lingua passare su tutta la punta. Strinsi i denti e ansimai.
Senza preavviso, smise tutto ciò che stava facendo e mise tutta la mia erezione in bocca e tirai un sospiro di sollievo. Iniziò a fare su e giù con la testa, andando però piano e sentivo che ogni volta passava di nuovo la lingua sulla punta. Le misi una mano sulla testa, chiedendole di più, e lei accettò senza pensarci troppo: sentivo che quasi metteva tutto quanto in bocca, facendoglielo arrivare quasi alla gola.
Aprii gli occhi e gemetti, sotto i suoi movimenti precisi. Com'eravamo arrivati a quel momento?
Purtroppo però avevo già iniziato a sentire il liquido risalire verso l'alto, che poi avrebbe attraversato il membro e...
«L-layn, f-fermati.. » riuscii a balbettare.
Lei continuò con maggiore foga, strappandomi un altro gemito strozzato dal piacere.
«F-fermati» ordinai, ma uscì più come un sussurro.
Quando alla fine mi arresi e sentii tutti i muscoli rilassarsi per la mossa finale, Layn smise, senza farmi venire, riprendendo fiato a bocca aperta. Un filo di bava univa la mia asta con le sue labbra e quasi non gemetti di nuovo.
«C-certo che duri poco, eh Le-loyd?» dichiarò sorridente. Poi incrociò il mio sguardo, pieno di voglia ma anche di vergogna per la mia scarsa qualità. Quanto potevo esser rosso in quel momento?
Vidi nel suo volto il disegno della paura e della incredulità.
«T-tu sei... » nemmeno finì la frase, ma capii che cosa stava per dire, ed annuii, sedendomi.
«N-no, non posso farti questo» disse alzandosi.
«Layn?» dissi, alzandomi anche io.
Lei aveva iniziato a prendere le sue robe da terra e si stava riallacciando la camicia appena messa.
Si fermò un attimo e mi guardò, alzando il collo come sempre.
«Non voglio rubarti una cosa così importante e personale: non sono un mostro. Ora capisco perché eri così... timido» disse. Era la stessa Layn che il primo giorno mi era saltata addosso, sopra quella panchina? Capii che nella sua voce c'era esperienza, non solo compassione.
«A te hanno fatto così, vero?»
Lei mi fulminò con lo sguardo riiniziando ad allacciarsi la camicia. «Non sono affari tuoi» sbottò.
«Okay, scusa, ma... »
«Niente ma» fermò il mio discorso, «la tua prima volta deve essere con una persona che ami, non... con me» dichiarò, forse con una piccola nota di nostalgia. Lei non aveva avuto questo privilegio a quanto pare.
Ma io? Cosa volevo? E se invece volessi lei come prima volta? Non era la solita stronza una botta e via, era nato qualcosa fra di noi: amicizia? E poi quella piccola scoperta che avevo appena fatto su di lei mi fece pensare a quanto avesse potuto soffrire: si era buttata fra le braccia del primo che aveva promesso di amarla, poi sicuramente lui l'ha lasciata sola dopo averla usata solo una volta. Forse è successo più di una volta e lei affogava tutto il dolore prendendosela col mondo. Volevo aiutarla. Oppure volevo averla al mio fianco?

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Mi sono fatta perdonare con la doppia pubblicazione e questa scenetta bella bella? :D
Ecco a voi un bivio: Lloyd si "concede" oppure no?

~LaynPix

Perversa innocenzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora