VII

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«Benvenuta! Entra pure se vuoi. Che bella che sei!»

Oh cavolo, era arrivata. L'intrattenimento di mia madre non credevo fosse dei migliori, specialmente per una ragazza come Layn. Mi sbrigai ad uscire dal bagno, coi capelli ancora mezzi bagnati. Corsi su per le scale tenendomi stretto l'asciugamano, magari Layn mi poteva guardare, senza che io me ne accorgessi, e preferivo che non mi vedesse "come mamma mi aveva fatto". Fortunatamente le scale non si trovavano subito davanti alla porta d'ingresso ed ebbi tutto il tempo per passare dietro le due donne e vestirmi in camera. Presi una camicia verde, la felpa nera messa sopra la camicia, i jeans neri e le scarpe dello stesso colore. Misi sui pantaloni una catenina che richiamava il colletto della camicia che mi sbucava dal colletto della felpa. Uno spruzzo di profumo ed ero pronto. Scesi giù per le scale, aggiustandomi al meglio. Ci tenevo molto al mio stile. Arrivai in cucina, dove mia madre stava facendo il quarto grado a Layn. 

«Quindi hai un anno in meno di mio figlio... ah, guarda un po', parliamo di lui e si è appena presentato.»
A quell'affermazione, la ricciolina si girò, così la vidi in viso. Si era truccata con l'eyeliner, ma a quanto pare sembrava non portasse altro in tutto il viso: gli occhi le risaltavano veramente bene, erano quasi ipnotici. Non credevo che fosse il suo stile, ma indossava dei jeans grigi scuri strappati, stretti solamente in vita e un top di pizzo nero semi-nascosto da un giubbotto di pelle. Miseriaccia, come era figa. Non lo era, non mi è mai piaciuto questo stile, cosa stavo dicendo?
«Sei peggio delle donne, Le-loyd» mi disse, sorridendomi come solo lei sa fare. Inutile dire che il mio amico era già contento. Mia madre rise, ma non capii se fu più per la mia faccia o per come Layn continuava a sbagliare appositamente il mio nome.
«Noi andiamo, non so quando tornerò. Ti dico se ci sono a cena» dissi cercando di smorzare l'imbarazzo.
«Ma va e divertiti! Te lo meriti, stai sempre a casa! Cara Layn, fallo cambiare tu» si lamentò mia madre, sorridendo alla ragazza e appoggiandogli una mano sulla spalla. Non riuscii a vedere l'espressione della ricciolina, ma sentii un grosso cambiamento nel suo tono di voce.
«Ci proverò, signora Garmadon.» Aveva parlato con dolcezza, credo stesse anche sorridendo. Non credevo che quella ragazza potesse sia fare quel tono rassicurante che mangiarti con le parole. Feci passare prima le due donne, mamma ancora non aveva tolto la mano su Layn, misi portafoglio e telefono in tasca e uscii da casa, con la ragazza punk sull'uscio ad aspettarmi
«Torna se vuoi, non disturbi mica!» le disse come saluto mia madre, facendomi poi l'occhiolino. Quado chiuse la porta, mi colpii la fronte con il palmo della mano.
«Che imbarazzo» mormorai fra me e me.
«Simpatica» fu il commento di Layn.

Iniziammo a camminare verso la pista, saremo arrivati di lì a dieci minuti. Mentre stavo scrivendo sul gruppo che avevo con gli altri di essere appena partito, la ragazza continuò a parlare.
«Vorrei chiederti una cosa»
Tolsi subito il telefono, per farle capire che aveva tutta la mia attenzione. Se apprezzò il gesto o no, non lo diede a vedere.
«Ho detto alle altre che uscivo con voi oggi, e non mi hanno lasciato in pace un attimo. Nya non so per quale motivo ma non voleva chiederlo direttamente lei a Kai, quindi hanno chiesto di farmelo chiedere a me» Inspirò profondamente. «Possono unirci a noi?»
«Ma certo, tranquilla. Potevi anche farle venire subito, i ragazzi saranno solo contenti. Devi sapere che ognuno di loro le vogliono conoscere, oltre a Cole a quanto pare. Kai adora Skylor e credo che se la sogni anche la notte, oppure quello è Jay con Nya...bah. L'amore, chi lo capisce.»
In quel momento mi resi conto di aver appena detto le cotte di tutti i miei amici. E le avevo dette alla migliore amica delle loro cotte. Dannazione. La guardai in viso, notando che lei lo stava facendo da quando mi aveva chiesto se le altre potevano venire. Stava solamente ascoltando e come al solito non capii cosa le passasse per la testa.
«Resta fra noi, vero?» le chiesi, cercando di fare gli occhi dolci e abbassandomi alla sua altezza per guardarla meglio.  Lei inarcò leggermente le labbra, poi scosse la testa e mise le mani dentro al giubbetto, tornando a guardare davanti a se.
Non parlammo più, specialmente quando Layn si mise ad ascoltare musica con le cuffiette. Arrivati davanti al palazzetto della pista, si fermò all'entrata. Smise di ascoltare la musica e chiamò qualcuno.
«Sì, scendete» Fu tutto ciò che disse. Spense la chiamata e tornò con le mani in tasca, guardando verso la strada.
«Ehm, non entriamo?»
«Io aspetto le altre.»
«Ci metteranno un po', credo.»
«No, sono tutte e tre a casa di Skylor e Pixal. Abitano lì» e indicò una casa distante più o meno dieci metri da dove eravamo noi. Proprio in quel momento tre figure uscirono dalla porta. Layn alzò il braccio per farsi notare. Che carina, solamente col braccio alzato riusciva a superarmi. No, basta cavolo! Non era carina, non era nessuno!
«Ben, finalmente conosciamo questo famoso Le-loyd» disse Skylor appena arrivò con le altre. Mi squadrò,  mettendomi in soggezione. Però, da bravo ragazzo che sono, mi limitai a stringermi nelle spalle.
«Kai ogni tanto parla di voi» disse Nya, porgendomi la mano. Gliela strinsi mentre Pixal parlò.
«Anche Layn parla spesso di te.»
«Non credere ad una parola di quello che stanno dicendo» si difese subito Layn, facendo ridere le altre. Fossi stato in loro, avrei avuto paura.
Momento, momento momento. Layn parlava di me? Con le ragazze? Cosa?
Ma va, ti stai facendo i film mentali. Credi veramente che lo facesse? Perché ti interessa, eh?
Non mi interessa!
Nooooooooo.
«Biondino?» mi richiamò alla realtà la voce di Skylor. Mi aveva chiamato con il primo soprannome di Layn, ma non mi aveva fatto lo stesso effetto. La guardai alzando un sopracciglio. Quando vidi che stava tenendo la porta e che le altre erano già entrate, capii che stava aspettando me. Entrai.

Perversa innocenzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora