VI

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Lasciarla lì da sola non era assolutamente il massimo. Andai oltre al tavolo con i miei amici, sedendomi davanti a lei. Alzò la testa, squadrandomi con gli occhi, poi tornò a fissare il suo piatto, giocherellando con il cibo più che mangiando.
«Ti sei allenata, combattevi anche molto bene. è meglio che tu mangi per riprendere le forze. Il mio è un consiglio, poi fai come vuoi.»
Senza aspettare la sua risposta, iniziai a mangiare il mio sandwich, abbastanza affamato.
Quando alzai lo sguardo, vidi che mancava mezza porzione della sua carne: almeno ero riuscito a farla mangiare un po'. Ora dovevo solo riuscire a fare un dialogo.
«Come mai sei sola oggi?»
«Perché non ci sono le altre»
«Beh... si, lo vedo. Com'è che non ci sono?»
«Ti interessa sapere dove vanno?»
«Se mi interessasse saperlo le avrei seguite. Sto solo cercando di fare conoscenza con te. Parlare, come fanno gli amici»
Mi guardò negli occhi. «Non credo che un amico invece di prenderti per le gambe ti prenda in mezzo alle gambe»
Beccato. Dalla temperatura delle mie orecchie, ero arrossito. «Mi dispiace veramente tanto, non volevo. Sei piccola, sono abituato a combattere contro persone più grandi e...piazzate»
Dalla sua espressione, credevo di averla offesa, così subito cercai di rimediare.
«Con questo non voglio dire che tu non sei del loro stesso livello, anzi! Mi hai anche battuto, brava»
«Sei lento» fu la sua unica risposta.

Il discorso si spezzò con questo suo ultimo commento, seguirono infatti periodi di pausa. Sentivo il telefono in tasca vibrarmi, così controllai le notifiche.


Kai
amico mio, stai facendo centro?

Lloyd
basta con questa storia, era sola, volevo aiutarla.

Kai
non state parlando da dieci minuti, aiuti come un pazzo

Lloyd
non so cosa fare...

Kai
mettetevi seduti con noi, qualcosa uscirà


A questo non avevo pensato. Ma far spostare Layn era troppo difficile, così mi alzai, prendendo il vassoio, e mi girai verso i miei amici.
«Ragazzi giratevi, così stiamo più insieme»
Mi risedetti, spostandomi però vicino a Layn: ero quello con cui aveva parlato di più, magari si sentiva meglio se le stavo vicino. Oppure mi dava un calcio nei gioielli di famiglia. 
Guardiamo il lato positivo, per ora non era ancora successo. I ragazzi seguirono il mio consiglio (il consiglio di Kai, ma nessuno lo saprà mai, vero?) e si sedettero insieme a me e Layn.
«Bene...come ti chiami?» chiese Jay
«Lo sai già» fu la risposta della ragazza, senza smettere di guardare il suo piatto. Vidi Jay trovarsi in difficoltà, così provò un approccio Kai.
«Skylor è libera?» Approccio sbagliato, mooolto sbagliato.
«Come non sono affari miei, non sono nemmeno affari tuoi.»
«Quindi è un non lo so?»
Zane diede una gomitata al ragazzo, mentre Cole cercava di dirgli con i gesti di finire l'argomento. Solo in quel momento Layn alzò lo sguardo, fulminando Kai negli occhi. Il ragazzo deglutì e non parlò per il resto del pranzo. Avendo sempre come risposte monosillabi, alla fine finimmo per parlare solo noi maschi, senza che Layn mettesse bocca. Non si capiva nemmeno se stesse ascoltando. Suonò la campanella della fine del pranzo.

«Oggi pomeriggio libero, che si fa?»
«Andiamo alla pista di ghiaccio? Avevamo detto che quest'anno ci provavamo» propose Zane, felice all'idea di vedere tutti noi altri cadere come dei salami. Ci costrinse quasi a dire che volevamo andarci con lui e che eravamo felici di farlo. 
«Ti va di unirti a noi?» chiesi quasi spontaneamente a Layn nel momento in cui si alzò, silenziosa, per rimettere a suo posto il vassoio verde della mensa.
«Non so dov'è la pista» rispose, questa volta guardandomi in viso. Continuai anch'io a guardarla.
«Sai dov'è casa mia, trovati lì e ci andiamo insieme, non è molto distante.»
Non so se fu solo una mia impressione, ma leggendo il suo labiale mentre si nascondeva la faccia fra i capelli ricci, lessi un grazie. Quando se ne andò, si scatenò il putiferio.
«Sei pazzo? l'hai invitata ma ci siamo anche noi! se la devi invitare potevi anche fare un giorno in cui noi non ci siamo. A me personalmente non va vederti limonare con una ragazza» si lamentò Kai.
«E poi è una sola ragazza e noi siamo in cinque!» continuò Jay
«E non la conosciamo» si intromise Cole
«A me non da fastidio» fu l'unica risposta sensata che sentii dire, da Zane.
«Grazie, Zane» dissi. Senza salutarli, mi alzai con la borsa in spalla e andai all'ultima lezione.

Nel tragitto verso casa, solo e a piedi, iniziai a parlare con me stesso, come al solito. Perché diavolo le avevo chiesto di venire con noi? Una parte di me voleva aiutarla, è sempre brutto vedere le ragazze tristi, chiuse in loro. Sono più belle quando sorridono. Ma l'altra parte mi accusava: non era il mio tipo, nemmeno come amica. Era scontrosa, non una tipa a posto. Troppo movimentata. Volevo calma e sicurezza in me e in quelli che mi circondano, già è tanto se riesco a sopportare Kai. Allora perché quando mi rispondeva a tono, tenendomi testa con la logica, sentivo quel formicolio di adrenalina sulla schiena che tanto amavo? Perché mi piaceva risponderle, parlarle, farla arrabbiare e sognavo anche di farla sorridere? Vagai con la mente, camminando sotto il sole verso casa, continuando a fantasticare su come mi immaginavo sempre la mia ragazza ideale, senza rendermi conto che non ero solo.
«Tu sai pattinare?»
Quasi urlai per lo spavento che presi, ritrovandomi Layn al mio fianco. Era sbucata dal nulla, nemmeno l'avevo sentita. La guardai, poi iniziai a ridere, da solo.
«Accidenti Layn, che spavento!» e continuai a sorridere, guardandola. Lei aveva lo sguardo fisso davanti a se. Nemmeno un accenno di un sorriso.
«Sai pattinare?» mi richiese.
«No, ma in mia difesa posso dire che nemmeno gli altri lo sanno fare.»
La guardai per vedere la sua espressione, ma nulla era cambiato, quindi non capii il senso di chiedere quella cosa. A cinque metri dall'entrata di casa mia, girò nel vicolo dove l'avevo vista l'altra volta.
«Beh... ciao» le dissi, fermandomi e guardandola passare nel vicolo. Non ebbi risposta, e nemmeno si girò a guardarmi. Sparì girando al lato e solo in quel momento percorsi l'ultimo tratto per arrivare davanti alla porta di casa. Aprii e venni inondato da un buon profumo: menomale che mamma è sempre stata brava a cucinare. Buttai lo zaino sull'uscio e mi catapultai in cucina con lo stomaco brontolante. E voi direte: Lloyd, amico mio, hai mangiato a scuola più o meno un'ora prima. Hai avuto solo una lezione, e poi sei tornato a casa. Io ho un fottuto buco nero al posto dello stomaco, quindi finisce sempre che faccio due pranzi. Mi ingozzai delle prelibatezze cucinate da mia madre, ascoltando ciò che aveva da dire e rispondendo a gesti alle sue domande. Quando finii di mangiare, iniziai a usare la bocca per parlare.

«Com'è andata oggi?» chiese mentre stavamo sparecchiando.
«Bene, ma devo farmi una doccia. Abbiamo avuto palestra e dopo esco con gli altri»
«Siete sempre i soliti?»
«No, questa volta c'è una ragazza. La stessa con cui ho parlato ieri»
«Un'amica o altro?» mi chiese mia madre in vena di scherzare, punzecchiandomi il fianco con il gomito. Ridacchiai.
«Un'amica, più conoscente credo. Viene qui davanti e poi andiamo insieme alla pista di pattinaggio»
«Come può esserci una pista di pattinaggio ad aprile inoltrato?»
«È una pista al chiuso mamma» e me ne andai dalla cucina, non prima di averle dato un bacio sulla tempia.

Mi feci una doccia veloce, con l'acqua calda che mi picchiettava la schiena. A volte speravo solo che quelle gocce si trasformassero in dita che mi accarezzavano. I miei cali d'affetto si erano presentati man mano l'adolescenza, nel quale i miei genitori erano troppo occupati a combattere contro il cancro di mio padre. Non attribuisco a loro la colpa, ma se fossi stato io il genitore sarei stato vicino a mio figlio. Quando sarò genitore, non farò i loro stessi sbagli. Uscii dalla doccia con un asciugamano in vita, scuotendo la testa da destra verso sinistra e viceversa, con i capelli bagnati, come un cane. Appena finii di farlo, aprii  gli occhi e ritrovai tutto lo specchio schizzato. Sorrisi al pensiero della predica di mia madre. Per non farle fare ancora più lavoro, iniziai a pulire da solo, mettendo a posto e facendo andare via il vapore dalla stanza. Mentre mi asciugavo i capelli, sentii il campanello suonare. Accidenti, era già arrivata? Mia madre andò ad aprire al posto mio, visto che mi sentiva ancora in bagno.

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Mi sono venute due idee: dietro alla porta ci possono essere due situazioni. Layn, da sola, oppure Layn con tutte le altre ragazze, che poi andranno con i ninja. Per la seconda situazione so già come può andare a finire, e sappiate che aiuterebbe anche a mandare avanti la storia fra Layn e Loyd, ma non voglio dire altro. Per la prima situazione so anche come far andare avanti le cose, ma andrebbe più alla lunga. Decidete voi!

~LaynPix

Perversa innocenzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora