«Buuoooonnngiorno» urlò Kai venendomi incontro.
«'Giorno» dissi, «com' è oggi tutta questa energia?»
«Oggi c'è palestra» mi ricordò, «e indovina con quale classe la facciamo?»
Feci spallucce, camminando con lui al mio fianco e le mani nelle tasche.
«Quarto B» disse.
Continuai a non capire e il mio migliore amico se ne accorse.
«La classe di Skylor e della mia sorellina» disse.
«E di Pixal!» si unì al discorso Zane, mettendosi fra di noi e cingendo le nostre spalle con le sue braccia, tutto felice. E di Layn. Oh diavolo! Perché continuavo a pensarla? Basta!«Amici miei, oggi si fanno i culi» disse Cole quando entrò in spoiatoio con il foglio delle attività in mano. Lo sventolò in aria, poi lo diede ad un nostro compagno di classe che lo fece passare fra di noi. Quando arrivò a me, mi stavo allacciando la scarpa, ma subito smisi di farlo quando lessi che oggi si praticava MMA: bene, il mio sport.
«Di là ci sono tutte ragazze, sarà bello vederle acciuffarsi fra di loro» disse Kai.
«Loro non lottano, si tirano solo i capelli» puntualizzò un nostro compagno di classe. Molti concordarono con lui ridendo.
«Be', non dimenticate che c'è il quartetto delle meraviglie. Quelle ti mettono K.O. con lo sguardo» ironizzò un nostro amico. Bah, non proprio.
No, no, per niente infatti. Layn mica ti ha steso solamente con uno sguardo, vero? Sta' zitto cuore!
«Da quello che ho capito il coach ci dividerà in squadre miste» spiegò Cole, «sicuramente non si faranno scontri contro le femmine.»
«Anche perché altrimenti molti di voi perderebbero la dignità, visto che verreste spiazzati» la buttò sul ridere Jay. Risi con gli altri, mettendomi la canottiera bianca che avevo lavato il giorno prima. La mia maglia portafortuna. Allacciai i pantaloni blu con le strisce bianche ai lati, esattamente uguali a quelli dei miei altri compagni, poi aspettai i miei amici e uscii dallo spogliatoio con loro, entrando nella palestra. Subito notai i diversi ragazzi che si stavano riscaldando: due correvano, altri tre stavano facendo flessioni, mentre alcuni stavano oziosamente parlando con un gruppetto di ragazze vicino alla porta dalla quale entrava l'aria fresca del mattino.
«Fooorza, tutti in fila! Maschi da una parte donne dall'altra!» ordinò il choach, non che meno nostro prof di educazione fisica e mio allenatore di MMA. Seguimmo i suoi ordini e facemmo due file, maschi e femmine, guardandoci in viso. Peccato che delle femmine ce ne fossero solamente cinque, due della nostra classe e tre del quarto. Ma che diavolo? Senza nemmeno farlo apposta in quello stesso preciso momento uscirono tutte insieme, come un'unica persona. Oh ma dai, solo perché indossavano dei pantaloncini aderenti blu e una t-shirt non c'era da fare tutta questa storia. E subito l'occhio mi andò alla ragazza che chiudeva la fila, un po' più distaccata dalle altre, con i capelli ribelli che le ricadevano davanti al viso e agli occhi verdi e azzurri che stregavano, mentre ti leggevano l'anima. I nostri sguardi si incrociarono e lei sembrò quasi sorpresa di vedermi, ma poi tornò con la sua solita espressione quasi annoiata da tutto. Si mise in coda, per ultima. Kai, al mio fianco, mi diede una gomitata, indicando con la testa Skylor.
«Be', rifatti gli occhi» disse.
Scossi la testa sorridendo: che stupido. Ridacchiò e si prese una manata sulla nuca dal Coach.
«Kai Smith, la finiamo?»
«Si» si scusò la testa calda massaggiandosi la nuca.
Il coach iniziò a camminare fra le file.
«Avete visto oggi che si fa, no? Bene, fate due gruppi misti» e si mise fra di noi, esattamente al centro, a braccia aperte.
«Chi sta dietro è il primo gruppo, chi sta davanti al sottoscritto è il secondo» ci informò. Quindi spezzammo le file e diventammo due gruppi, uno di fronte all'altro.
«Ognuno di voi deve scrivere il suo nome su un fogliettino di carta. Lo metterete qui dentro» disse poi prendendo due scatole dal tavolo che aveva dietro, «e poi darete la vostra scatola con i nomi dei vostri compagni alla squadra avversaria. Le coppie quindi sono casuali. Nessun commento volgare e nessun lamento!»
Detto questo, batté le mani e tutti iniziammo a fare come ci aveva chiesto: scrissi il mio nome sul bigliettino e lo misi nella scatola.
«Bene, tutto pronto?»
Annuimmo all'unisono.
«Prima le donne come al solito» e detto questo il coach indicò una ragazza della nostra squadra, la quale pescò un nome e si scontrò con un'altra ragazza della squadra avversaria.
Continuai a vagare con la mente, contemplando il pavimento, senza prestare attenzione ai patetici scontri che stavano avvenendo, fino a quando il coach non decise che fu il turno di Kai.
Lui si alzò e pescò dalla scatola il nome di Jay, che era andato a fare parte dell'altra squadra.
Lottarono molto bene: Kai era preciso ma Jay era molto veloce, quindi lo scontro stava durando all'infinito. Peccato che vinse Kai, colpendo Jay sul viso.
«Oh siiii!» esultò Kai, tornando a sedersi e battendo il cinque ad alcuni nostri compagni.
«Il solito sbruffone» sentii dire da Nya, sua sorella, che faceva parte della nostra squadra. «Gli hai fatto male.»
«S-sto bene!» urlò Jay, sorridendole e andando quasi a sbattere contro il coach.
Si mise seduto ancora al settimo cielo, solamente perché Nya lo aveva degnato di uno sguardo.
Non capirò mai l'amore.
«Tocca a voi ora» disse il coach, parlando con la squadra avversaria.
Posò lo sguardo su tutte le persone che non avevano ancora fatto uno scontro e si fermò su di Layn. La indicò e le fece cenno di alzarsi, per poi indicare la scatola e appoggiarsi al muro con le braccia conserte. Layn si alzò, arrivò alla scatola seguita dallo sguardo di tutti e pescò un fogliettino. Lo aprì.
«Chi è Le-loyd?» chiese, guardando verso di noi.
Tutti i miei compagni di classe scoppiarono a ridere e io non potei far a meno di ridacchiare.
«Si dice Lloyd» la corressi, alzandomi. Lei mi squadrò, e quando capì che ero io quel "Le-loyd", sorrise, sicuramente pensando che ormai il mio nome non era più "biondino". Quel sorrisetto strafottente mi faceva innervosire, invogliandomi a mettere ancora di più zizzania. Entrambi guardammo il coach, chiedendo silenziosamente se la coppia poteva andare e con mio stupore lui annuì.
«Coach, lo sa che non posso combattere cont-» cercai di dire, ma fui stoppato dal professore.
«Tranquillo, scoprirai presto com'è la tua avversaria, Le-loyd» mi rispose ridendo.
Tutti quanti lo seguirono e io sbuffai con sorriso, avvicinandomi al quadrato che doveva rappresentare l'arena.
«Pronti? Combattete!» ordinò.
Entrammo entrambi nel quadrato: la sfida era buttare l'avversario al di fuori del perimetro.
Mi aspettavo subito un attacco, ma Layn restò immobile, con le braccia incrociate, a fissarmi. Smisi di stare in posizione e la guardai alzando un sopracciglio. Lei guardò il coach. Il coach annuì. Layn sbuffò. Si scrocchiò le dita e prima ancora che me ne accorgessi mi aveva dato un calcio rotante dritto sul collo.:.°•∘✩☯✩∘•°.:.°•∘✩☯✩∘•°.:.°•∘✩☯✩∘•°.:.°•∘✩☯✩∘•°.:
chi volete che vinca?
Sappiate che Layn è brava quanto Lloyd~LaynPix