Il primo incontro

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Appena arrivammo in Giappone cercai subito di trovare un lavoro come cameriera o come cassiera in una pasticceria vicino alla questura. Prima o poi Watari sarebbe andato in una pasticceria per comprare i dolci per L, no?

Riuscì a trovare un lavoro in una pasticceria che si trovava davanti al Teito Hotel. Faceva proprio al caso mio. Iniziai a lavorare come cameriera e qualche volta veniva in pasticceria anche Sharon per non stare a casa da sola.

"Oi senti... non è che potresti farmi un piccolo sconticino~" disse Sharon cercando di corrompermi.
"Certo..." dissi io con un sorriso che subito dopo svanì appena continuai la frase. "Che no."
"Ma sono la tua migliore amica! Puoi farmi uno sconto! Solo su un pasticcino, pleaseeeeee."
"Ti va bene lo stesso se il pasticcino te lo pago io?" Chiesi cercando di deviare il discorso.
"Beh... in questo caso non spenderei niente, quindi..." si fermò per un paio di secondi a pensare. "Ci sto!" Disse iniziando ad osservare la vetrina con i dolci.
"Allora... prendo due di questi e una fetta di torta!"
"Sharon... ho detto che ti avrei pagato solo un pasticcino, non due pasticcini e una fetta di torta."
"Uffaaaaa! Sei un infame!"
"Grazie, lo so."
"Ok... allora prendo solo questo pasticcino..." disse ormai sconfitta.

Dopo pochi minuti iniziarono ad arrivare molti clienti, ma di Watari nessuna traccia... Ormai stava per arrivare il 31 dicembre e non l'avevo ancora incontrato. Dopo il 31 L avrebbe cambiato hotel e da quel momento non avrei più saputo i suoi spostamenti. Avrei potuto incontrarlo all'università di Tokyo, ma sarebbe stato meglio se avessi potuto incontrarlo prima di allora.

Ero persa nei miei pensieri, quando sentì Sharon chiamarmi.
"Ali... là c'è un tipo strano... non so, mi fa un po' paura..."
Alzai lo sguardo e sgranai gli occhi. Era L, appollaiato su una sedia che stava aspettando di ordinare. Come poteva essere lì? Non mi sarei mai immaginata che sarebbe uscito. Pensavo che avrei potuto solo incontrare Watari, non L stesso! Presi il blocchetto per scrivermi la sua ordinazione e avanzai verso il suo tavolo.

"Salve, cosa desidera?" Dissi sorridendo. Non so come, ma mi sentivo tranquilla, nonostante poco prima il mio cuore sembrava volesse esplodere.
"Una coppa di gelato con panna e salsa di cioccolato, cioccolato extra. E un caffè." Disse senza distogliere lo sguardo dal volantino.
"Ok arrivano subito!" Andai a dare l'ordinazione, ma la cucina era vuota. Molto probabilmente il pasticcere era andato a fare una piccola pausa.
Decisi di occuparmene io. 'Alla fine studiare pasticceria è servito a qualcosa.' Pensai.
Preparai la sua coppa piena di gelato, con molta panna e molta salsa al cioccolato. Conoscendolo cercai di abbondare un po' in tutto. Gli preparai il caffè e misi nel piattino 8 bustine di zucchero. Appena finì di preparare tutto, tornai al suo tavolo e gli diedi il sul ordine.

Prima posai la coppa di gelato. Mi venne spontaneo sorridere appena vidi i suoi occhi illuminarsi vedendo quanto la coppa era abbondante di, beh... di tutto. Poi gli posai vicino alla coppa il piattino con sopra la tazza piena di caffè fumante e lo zucchero. Nel preciso momento nel quale posò lo sguardo sul caffè notò subito le 8 bustine e subito mi guardò, curioso di sapere chi fosse stato a mettere quelle bustine nel piattino. Mi guardò dall'alto in basso, studiandomi.

"È meglio se mi studi più tardi. Se il caffè si raffredda puoi scordarti che te lo rifaccio." Dissi con un leggero ghigno, allontanandomi da lui. Potei sentirmi i suoi occhi addosso per tutto il tragitto, fino al bancone.

Dopo poco tempo finì il mio turno e ordinai una cioccolata calda, sia per me, sia per Sharon. Ci sedemmo nel tavolo opposto a quello di L ed iniziammo a parlare.
"Ho scoperto una cosa." Disse Sharon ad un certo punto.
"Cosa?"
"Ho sentito delle voci... dicevano che qui vicino c'è una casetta abbandonata, nella quale se accendi una candela quella si spegne subito. E prima che me lo chiedi. Succede anche senza un filo di vento."
"Mh... interessante..."
"Cosa ne pensi di provare ad andarci?"
"Sì, ci stavo pensando anche io. Non è una cosa normale... forse si tratta di un fantasma... potremmo indagare..." dissi io pensierosa.
"Quindi è deciso. Ci andiamo stanotte!"
"Sharon anche io sono entusiasta di indagare su questa cosa, ma dobbiamo prima prepararci. Ci servono gli strumenti necessari..."
"Ci ho già pensato io! Un mio amico mi ha detto che può prestarci un K2 e una spirit box!"
"Ok, hai vinto tu. Ci serviranno delle candele, un accendino, delle torce e... delle batterie."
"Ma se usciamo con le torce già cariche non serviranno le batterie."
"In realtà servono. Se c'è davvero un'entità in quella casa, le servirà dell'energia. Deve prendere energia dai nostri strumenti e solo ed esclusivamente da quelli. Se è un entità maligna potrebbe anche prendere l'energia che le serve da noi se non portiamo delle batterie di scorta."
"Ok. Io vado a chiedere al mio amico gli strumenti. A dopo."
"A dopo!"

Appena Sharon se ne andò mi girai verso L. Lo trovai a fissarmi ancora una volta. Mi alzai dal mio tavolo e mi sedetti davanti a lui.
"A quanto pare mi hai presa alla lettera quando ti ho detto di studiarmi più tardi." Dissi io stuzzicandolo.
"Già. A voi due piace indagare?"
"Sì, soprattutto su cose paranormali. Diciamo che è una specie di passatempo."
"Non ho mai indagato su cose paranormali. Soprattutto per il fatto che il paranormale non esiste. C'è sempre una spiegazione logica a tutto. Basta solo ragionarci sopra." Commentò lui.
"Allora, se non ci credi, cosa ne pensi di venire con noi? Potresti cambiare idea."
"Oppure quest'idea potrebbe solo affermarsi."
"Già, potrebbe anche affermarsi. Chissà..." gli risposi io con tono di sfida.
"Accetto."

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