Piccoli indizi

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Dopo un paio di giorni ci fu la cerimonia d'ingresso all'università di Tokyo. Non potevo farmi vedere da Light, quindi mi misi dietro l'angolo della strada a sinistra dell'entrata dell'università. Sapevo che Watari sarebbe passato di lì per riportare L alla sua stanza d'hotel.
Dopo un po' vidi l'auto di Watari parcheggiare davanti al cancello. La parte anteriore dell'auto era puntata verso di me e nell'anime Watari aveva girato a sinistra, quindi ero nel posto giusto.

Vidi L parlare un po' con Light, per poi salire in auto. Appena girò l'angolo mi misi a correre, muovendo il braccio deatro in aria per attirare la sua attenzione.

~L pov~

Salì in auto dopo aver fatto la mia mossa. Girato l'angolo dell'università Watari iniziò a parlarmi.
"Ryuzaki guarda lo specchietto retrovisore."
Allungai il collo e vidi una ragazza fin troppo famigliare rincorrere l'auto continuando a muovere un braccio in aria. Mi portai il pollice alle labbra.
"Fermati e falla salire." Dissi.

~Alice pov~

Vidi l'auto accostare. Subito dopo Watari uscì e mi aprì la portiera della macchina. "La prego di salire." Mi disse con il suo solito sorriso e il suo solito tono cortese. Io gli sorrisi a mia volta e salì, ritrovandomi subito sotto agli occhi penetranti di L. Il suo sguardo mi mise abbastanza a disagio. Volevo parlare, ma le parole non riuscivano ad uscirmi dalla bocca. 'Cosa mi sta succedendo?' Pensai non distogliendo gli occhi da quelli di L.
"Che cosa vuoi?" Disse interrompendo il silenzio.
"Volevo ringraziarti per aver aiutato Sharon un paio di giorni fa. Se non fosse stato per te non sarebbe riuscita a superare la verifica." Risposi col mio solito sorriso.
"Non c'è di che. Non credi di avere esagerato a fare una scena del genere solo per ringraziarmi?"
"A dir la verità non volevo incontrarti solo per questo..." dissi abbassando la testa.
"Parla, ti ascolto."
Preso un respiro per poi riguardarlo negli occhi.
"Sai che ora non puoi più tirarti indietro, vero?"
"Che cosa intendi dire?" Disse portandosi il pollice alle labbra.
"Sai cosa intendo dire. Non fare il finto tonto." Gli risposi roteando gli occhi ed incrociando le braccia. L non disse niente e continuò a guardarmi. Sta sicuramente analizzando la situazione per poi decidere quale sarà la sua prossima mossa. Ad interrompere il silenzio fu Watari.
"Se vuole la posso accompagnare a casa. Basta che mi dica il suo indirizzo."
Non feci in tempo a rispondere che L rispose al mio posto.
"Uchikanda Chou dori 124."
Io mi voltai scioccata. Ha davvero guardato quale fosse il mio indirizzo? Quindi sta investigando su di me. Non si ricorderebbe mai un indirizzo che per lui non sia importante. Cos'hai in mente L?
"Quindi ti ricordi il mio indirizzo. Ti serve a qualcosa ricordartelo?" Gli chiesi cercando di scavare più a fondo sulla faccenda.
"Può essere."
"Capisco, quindi è un sì." Pensai ad alta voce. Dopo di che ci fu di nuovo silenzio.

Watari parcheggiò davanti a casa mia. Appena aprì la porta sentì L parlare.
"Ci vedremo molto presto Alice." Disse gurdandomi con la coda dell'occhio. Io annuì.
"Ciao Ryuga." Detto ciò entrai dentro casa. Ho attirato la sua attenzione a tal punto che si è messo ad indagare su di me. Devo fare qualcosa per fargli intuire che so chi è e che lo conosco. Presi una maglietta bianca e ci stampai sopra la scritta 'Io sono la giustizia'. La prossima volta che lo incontrerò la indosserò, tenendo visibile anche la collana con il suo simbolo.

~La mattina seguente~

Mi alzai sentendo il citofono suonare. Guardai la sveglia ed erano le 8:00 di mattina. Chi può essere a quest'ora? Mi alzai svogliatamente dal letto e andai ad aprire la porta.
"Buongiorno Alice. Mi dispiace di essere venuto così presto e senza avvertirla, però Ryuga vuole vederla." Mi disse Watari.
"Non darmi del lei, per favore. Comunque, vuoi accomodarti fin che mi vesto e scrivo un biglietto per Sharon? Posso offrirti del thè." L'anziano sorrise.
"Ti ringrazio." Entrò in casa e gli feci una tazza di thè, per poi andare in camera a cambiarmi. Mi misi la maglia preparata il giorno prima e nascosi la collana sotto di essa. La farò vedere solo ad L. Andare in giro con una collana con il suo simbolo potrebbe essere una brutta idea. Appena fui pronta scrissi un bigliettino a Sharon dove le dicevo che sarei uscita e che se non tornano per l'ora di pranzo doveva cucinarselo lei. Misi il foglietto sul tavolo e Watari mi portò da L.

Arrivammo in un albergo e lui mi accompagnò davanti alla camera del detective.
"Ha detto che vuole parlarti da solo. Ci vediamo dopo." Mi disse Watari.
"A dopo." Lui si allontanò e dopo essermi assicurata che non ci fosse nessuno nelle vicinanze tirai fuori la collana. Bussai alla porta.
"Entra pure. È aperto." Aprì la porta. Appena varcai la soglia vidi L dall'altra parte della stanza rivolto verso il muro vetrato che guardava la città. Io mi avvicinai silenziosamente a lui e mi misi al suo fianco. Rimasimo in silenzio a guardare la città per un paio di minuti. Ad un certo punto si voltò e vide la mia maglia e la collana. Rimase ad osservare incredulo la scritta per un paio di secondi, per poi guardarmi negli occhi.
"Dobbiamo parlare." Mi disse serio.
"Non è per questo motivo che Watari è venuto a prendermi?" Gli chiesi rivelandogli di sapere l'identità di Watari.
"Sì, ma ora è diverso."
Si sedette sulla poltrona, ed io sul divano difianco a lui.
"Come fai a sapere certe cose?"
"Come ti ho già detto ogni risposta a suo tempo. Ti basti sapere che ti conosco."
"Tu hai sempre saputo le mie mosse da quando sono in Giappone. Tu sai cosa succederà ancora prima che accada. E sai anche cose che nessuno può sapere sapere oltre a me." Disse riferendosi alla maglia.
"L ascolta... io voglio aiutarti con il caso Kira, ok? Lasciami entrare nella Task Force."
"Tu vorresti entrare nella Task Force?"
Annuì con la testa.
"Impossibile. Per il momento il tuo è un caso appartato da quello di Kira."
"Però hai detto per il momento. Quindi più avanti può essere che mi farai entrare nella Task Force."
Lui non disse niente e prese il telefono.
"Watari. No. Prendi la stanza affianco alla mia. Sì. Bene." Riagganciò e si girò di nuovo verso di me.
"Da oggi starai sotto la mia osservazione per 24 ore su 24."

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