I primi sospetti

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Il giorno dopo tornai in pasticceria. Questa volta Sharon non era venuta con me perchè era uscita con delle sue amiche. Nel pomeriggio vidi entrare in pasticceria L.
"Cosa desidera?" Gli chiesi.
"Una cheesecake e un caffè." Mi disse guardandomi negli occhi.
"Certo, arrivano subito!" Dissi, per poi tornare al bancone. Gli portai la fetta di cheesecake con il caffè e le solite 8 bustine di zucchero.
Appena finì di mangiare non se ne andò, ma rimase seduto a leggere un libro che si era portato.
Arrivò sera e finì il turno. Presi le mie cose e iniziai ad avviarmi verso l'uscita.
"Dovrei parlarti, se non ti dispiace." Disse una voce dietro di me.
Mi girai e mi ritrovai L ad un passo da me.
"Dovrei andare a casa ora... se vuoi possiamo parlare durante il tragitto." Gli risposi.
"Bene." Fu la sua unica risposta.
Iniziammo ad andare verso casa mia.
"Cosa dovevi dirmi?" Gli chiesi incuriosita.
"Perchè mi hai messo proprio 8 bustine di zucchero nel piattino del caffè?" Mi chiese tenendo le mani in tasca e guardando davanti a sè.
"Perchè nel caffè ci metti 8 bustine di zucchero, mi sbaglio?" Gli chiesi alzando un sopracciglio.
"Il fatto non è questo. Non ti sei sbagliata. Quello che voglio sapere è come facevi a saperlo."
"Ogni risposta a suo tempo." Gli risposi io mantenendo un alone di mistero.
"Ogni risposta a suo tempo eh? Bel modo di mettere la questione."
Aprì la porta di casa e mi ritrovai davanti Sharon con un disegno che avevo fatto di Levi.
"Chi sarebbe sto tizio?" Mi chiese.
"Un personaggio di un anime, forse?" Le risposi, come se fosse la cosa più ovvia su questa terra.
"È brutto." Mi disse.
"Non è vero." Le risposi io.
"Invece sì."
"In un ragazzo non c'è solo l'aspetto." Ribattei.
"Sentiamo... cosa avrebbe di speciale?" Mi chiese in tono di sfida.
"Allora... È il capitano della squadra di ricerca, è molto forte, non mi fa sentire come l'unica persona bassa nel mondo, è nato il giorno di natale, e poi ha avuto un infanzia difficile, i suoi unici due amici sono morti per colpa di un gigante, gli piace molto il thè nero, tiene la tazza dall'alto come se fosse un aquila, ha la mania della pulizia, dorme solo per 3 ore a notte e dorme seduto su una sedia."
"Sei una stalker." Mi disse lei.
"Lo so, ora ridammelo." Le dissi prendendole il disegno di mano.
"Come fai a vedere gli anime, fanno schifo."
"Toradora l'abbiamo visto insieme e ti è piaciuto, quindi zitta e poi negli anime c'è molta più verità che in questo mondo." Le dissi.
"Vabbè, sarà come dici tu."
Mi voltai verso L e gli chiesi "Mi devi chiedere qualcos'altro?"
Lui guardò me, poi il disegno che avevo in mano e poi di nuovo me.
"No, per il momento non ho altro da chiederti."
"Bene, allora-" mi bloccai. Il giorno dopo sarebbe stata l'epifania ed io e Sharon ci scambiavamo sembre le calze con dentro i dolci.
"Alice c'è qualcosa che non và?" Mi chiese Sharon.
"No, mi sono appena ricordata che devo andare a prendere la maionese e l'insalata per fare il McChicken..." le dissi sorridendo.
"Non li avevamo in casa?" Mi chiese lei.
"Nope."
"Sei una chihuahua scema." Mi disse un po' arrabbiata.
"E tu sei una struzza spelacchiata." Le risposi io.
"Se vado ora dovrei riuscire a comprare tutto prima che chiuda il negozio."
Mi allontanai da lei ed iniziai a dirigermi verso il negozio di alimentari. Appena fui fuori da sua vista cambiai strada.
"Stai sbagliando strada." Mi disse L.
"Non devo andare a prendere l'insalata e la maionese. Devo andare a prendere i dolci per domani." Gli dissi semplicemente.
"I dolci per domani?" Mi chiese incuriosito.
"Domani è il 6 gennaio. In Italia si festeggia la befana in questo giorno e la mattina i bambini trovano sulla tavola una calza piena di dolci. Io e Sharon ce le scambiamo, dato che sappiamo che erano i nostri genitori a darci le calze, anzi... a lei non hanno mai dato niente. Non le facevano neanche il regalo di compleanno, o il regalo di natale... Quindi ci tengo a farle festeggiare certi eventi come li ho festeggiati io."
Arrivammo al super mercato ed iniziai a cercare i suoi dolci preferiti.
Dopo pochi minuti mi girai e vidi L con le braccia piene di dolciumi. Mi misi a ridere per la scena.
"Si può sapere cosa stai facendo?" Gli chiesi continuando a ridere.
"Sto prendendo i dolci da mettere nella calza." Mi disse lui serio.
"Non funziona così. Non devi sapere che dolci ci sono nella calza, deve essere una sorpresa."
Lo vidi rattristirsi un po', nel mentre che rimetteva i dolci al loro posto. Mi fece stare male quella scena. Decisi di fargli un regalo.
"Domani possiamo incontrarci?"
"Perchè?" Mi chiese.
"Dovrei dirti una cosa." Gli risposi sorridendo.
"Va bene. Domani alle 16:00 davanti la pasticceria."
"Perfetto!"
Presi i dolci per Sharon e tornai a casa.

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