Mi alzai di scatto con il fiatone. Le ciglia increspate, le mani e il petto grondante di sudore e i capelli completamente spettinati. Regnava un silenzio tombale, gli unici suoni udibili erano lo lieve sfrusciare delle folte chiome degli alberi e il battito irregolare del mio cuore. Ero ancora preso dal panico per il sogno appena fatto.
Spostai lo sguardo che era fisso avanti a me verso la mia mano sinistra. Era appoggiata al letto, ma un lieve e silenzioso tremolio la avvolgeva. Subito la alzai e la scossi violentemente per eliminare quello strano e anomalo movimento. Mio portai una mano alla testa e mi scostai i capelli sudati dalla fronte. Ancora ansimavo e deglutivo rumorosamente, ma piano piano mi stavo calmando concentrando col regolare ticchettio delle lancette sull'orologio.
Il mio letto era completamente disfatto: il sottile lenzuolo che avrebbe dovuto farmi da coperta era accartocciato come una pallina di carta e leggermente umido a causa della quantità di sudore che avevo perso poco prima. La prima cosa che mi venne in mente era chiamare lui, l'unica persona con cui mi sentivo bene e al sicuro. Accesi il telefono e lo cercai.
Uno squillo.
Due squilli.
Tre squilli.
" Ehi Yuu, cosa devi dirmi di tanto importante per chiamarmi nel cuore della notte di una domenica estiva?"
" Ehi, ciao. Senti, non è che potrei venire da te, ecco..."
" Hai fatto di nuovo quel sogno, vero?"
" Ehm, sì"
" Dai vieni da me, ti aspetto"
Detto questo il ragazzo svegliato nel cuore della notte da un'improvvisa chiamata del suo migliore amico mise giù aspettando impaziente il mio arrivo. Un piccolo sorriso si creò sotto le mie labbra sottili, al solo pensiero di avere un amico così speciale.
Spostai una gamba dal letto al pavimento e poi feci lo stesso con l'altra, infilandomi le mie solite ciabatte verdi con degli occhietti da rana sopra. Accesi la piccola luce sul mio comodino e mi alzai cercando di fare minor rumore possibile. Il parquet sbiadito del mio pavimento scricchiolava sotto i miei piedi, così mi affrettai a raggiungere il bagno.
Accesi l'acqua calda della doccia e cominciai a spogliarmi. Lancia i miei indumenti sudati nel cesto dei vestiti sporchi e mi infilai sotto la doccia. Mentre le gocce di quell'acqua quasi bollente scorrevano sul mio magro e pallido corpo, cercai di scacciare via tutti i brutti pensieri portati dall'incubo fatto poco prima e cercai di farli scivolare via insieme all'acqua. La mia mente era ormai vuota senza alcun pensiero al suo interno.
Un piccolo tremolio mi stava facendo leggermente tremare la gamba sinistra. Non me ne accorsi fino a quando essa non cedette e caddi col ginocchio sul duro pavimento della doccia. Non capivo. Prima la mia mano destra e ora addirittura la mia gamba sinistra aveva ceduto. Strabuzzai gli occhi e ricominciai ad ansimare. Cosa mi stava succedendo? Cercai di non pensarci.
Finii il più velocemente possibile la doccia ed uscii dal bagno con un asciugamano bianco legato in vita. Tornai in camera mia e mi misi davanti allo specchio e mi concentrai sul mio corpo. Ero magro, ma non di quelle persone magre con gli addominali scolpiti o grossi muscoli sulle braccia, ero semplicemente magro, ma di certo non potevo lamentarmi del mio corpo. Avevo la pelle chiara, ma non troppo, una carnagione di un rosa tenue e calmo. Occhi a mandorla verde scuro, capelli neri sempre spettinati, naso piccolo e aquilino ed un paio di labbra piccole e sottili.
Presi dei pantaloni della tuta grigi, una grossa felpa blu che mi arrivava fino alle cosce e un paio di scarpe da ginnastica bianche. Solitamente cerco sempre di sistemarmi il meglio possibile, ma adesso la mia unica priorità era andare dal mio migliore amico. Presi le mie chiavi di casa, il telefono ed uscii da camera mia. Scesi lentamente le scale, cercando di fare poco rumore per non svegliare mia nonna. Aveva già abbastanza cose a cui pensare e se avesse scoperto che sgattaiolavo la notte e uscivo di casa, il suo cuore non avrebbe retto.
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Nightmare ~{Mikayuu}~
FanfictionSi era ormai abituato allo svegliarsi con il fiatone e con la fronte grondante di sudore. Si era rassegnato all'idea di provare a non fare più quel maledetto sogno che ormai lo tormentava da troppo tempo. Non c'era un modo che impedisse questa tortu...