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Ancora sorpreso dal mio gesto, lo vedo con la coda dell'occhio che cerca di ricomporsi velocemente.
"Vedo che non sei poi tanto un angioletto dopotutto...meglio così, vorrà dire che accetterai la mia proposta."
Tutta la mia attenzione è rivolta verso di lui, adesso è lui ad avere in pugno me.
Piego leggermente la testa di lato con fare interrogativo e lui con nonchalance spegne la sigaretta, mi volta le spalle e prende a camminare verso la sua moto.
"Salto la punizione, ti sbrighi a venire o no? Pensavo che fossi anche un tipo audace."
Sbaglio io oppure il cattivo ragazzo, problematico e affascinante ha appena chiesto al ragazzino gracile, strano e cadaverico di fuggire con lui?
Magari mi vuole uccidere e vendere i miei organi, sarebbe più probabile come ipotesi.
Per un momento riesco anche a riacquisire lucidità finché non sento un professore sbraitare nella mia direzione e a quel punto, il mio corpo scatta automaticamente verso Everghit.
Col cazzo che rientro, se mi beccano mi tocca fare altre ventisei ore di punizione.
Accantono ogni buon senso, salgo sulla moto e goffamente cerco di trovare un appoggio a cui tenermi.
"Pensavo avessimo già chiarito questo aspetto angioletto. Inizio a pensare che tu abbia tendenze suicide sai? Aggrappati a me e stringi, per quel che puoi ovviamente."
Finisce la frase con tono palesemente ironico e si abbassa il casco.
Pensandoci, per tutte queste nuove avventure spericolate dovrei comprare anch'io un casco.
Inutile dire che, ovviamente, anche il minore degli Everghit è un manico dell' adrenalina una volta salito sul suo cartoccio su due ruote.
Quando tocco terra, mi meraviglio di non aver vomitato il pranzo e Castiel sembra accorgersene
"Respiri ancora? Sei più cadaverico del solito."
Con la coda dell'occhio mi lancia delle occhiate furtive, ancora occupato con la moto.
Non ho la minima idea di dove sono e soprattutto perché ci sono, sono messo bene direi.
Mi guardo attorno: sono in centro città, davanti al retro di quel che sembra una sorta di vecchio ristorante cinese.
Castiel con fare sospetto si avvicina alla porta di metallo arrugginito e bussa, aspettando.
Per un momento penso che sia uno di quei punti che servono ai cartelli per spacciare droga, per questo motivo prendo il blocchetto e  perplesso inizio a chiedere spiegazioni.
"Non siamo qui per mangiare ravioli al vapore e spaghetti di riso, stai fermo."
Non sono gli spaghetti che mi preoccupano, però questo non glielo scrivo.
Qualche attimo dopo, la porta si apre rivelando un ragazzo della mia età che Castiel si presta a salutare con un cenno.
"Everghit loquace come sempre vedo! Oggi hai un accompagnatore? È un tuo amico?
Per andare d'accordo con te deve essere un tipo di poche parole."
"Pochissime, lui non parla affatto."
Castiel finisce la frase con sguardo gelido, quasi per troncare la conversazione.
"Ah scusami tanto, non potevo saperlo.
Piacere di conoscerti amico silenzioso, io sono Min Yun dove Yun sta per nube."
Finisce la sua presentazione facendomi un piccolo sorriso che ricambio, per fargli capire di non preoccuparsi delle scuse, d'altronde non poteva saperlo.
"Ti togli da mezzo? Che dici?"
Castiel interrompe l'attimo con tono gelido e tagliente, a quel punto il ragazzo avanti a noi si sposta leggermente di lato, consentendoci il passaggio.
"Per di qua biondino, seguimi e guarda dove metti i piedi che poi mi tocca staccarti da terra come una gomma da masticare schiacciata."
Ignoro la sua ennesima provocazione e seguendolo, salgo per delle piccole e strette scalinate che conducono ad una porta in legno rossa.
"Sembra di sentire i tuoi pensieri ed è  fastidioso. Ora entriamo."
Castiel finisce la frase spalancando la porta e per l'ennesima volta, rimango sorpreso da questo ragazzo.

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