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Davanti ai miei occhi si apre un vero e proprio piccolo covo, tappezzato completamente da vari strumenti musicali: adocchio una batteria, due chitarre elettriche e persino una pianola attaccata al muro.
Proprio quest'ultimo è stato decorato con degli strani graffiti rossi e bianchi, con delle rifiniture di un nero ormai sbiadito.
L'arredamento, per il resto, sembra essere abbastanza semplice; c'è un tavolino in legno nero e vari pouf sparsi per la stanza su cui sedersi.
Non sapevo che ad Everghit piacesse la musica, (in realtà di lui conosco ben poco), anche se tutto sommato sembra un po' il tipo a cui piacciono queste cose.
Gelosia, ecco ciò che provo meravigliandomi di me stesso. Non sono mai stato un tipo che desidera, che si strugge per delle cose tuttavia mi tocca ammettere che anch'io vorrei un posto così.
Un posto solo ed esclusivamente per la mia pittura, un luogo a cui ritornare e dedicare del tempo a me stesso.
"Cos'è, non ti piace?" mi accorgo di aver messo su un'espressione accigliata e cerco di spiegarmi subito, prima che Everghit decida di buttarmi fuori a calci e scrivo "no anzi, mi piace anche troppo".
Castiel mi lancia un occhiata prima di togliersi la giacca rigorosamente nera e di lanciarsi su un piccolo divanetto poco distante dalla batteria all'angolo.
Rimango impalato sull'uscio, non so cosa fare e soprattutto se posso fare effettivamente qualcosa.
"Beh rimani lì? Chiudi la porta, passa corrente."
Mi chiudo la porta alle spalle, imbarazzato e confuso sul da farsi. Perché sono venuto con lui? A cosa stavo pensando?
"Ci stai ripensando? Pensavo che odiassi le punizioni con quel verme di Varroe"
Quasi come se mi leggesse nel pensiero, Castiel parla con lo sguardo puntato al soffitto e con una sigaretta ancora spenta tra le dita
"In realtà, sei qui perché vorrei che tu facessi una cosa per me"
Non oso chiedere cosa, nascondo nervosamente le mani dentro la schiena perché penso che persino quest'ultime potrebbero tradirmi in questo momento.
Mi sembra di riprendere a respirare solo quando inizia a parlare, voltando lo sguardo verso l'oggetto della sua richiesta.
"L'ho visto. Ho visto che sei bravo a disegnare ed io ho bisogno che quel muro sia...decente, perlomeno."
Non ho mai riempito una parete e non credo di voler iniziare con quella di Everghit, con il rischio che, per giunta, possa distruggermi con una sola mano se non gli dovesse piacere.
Castiel ha lo sguardo puntato non più verso la parete bensì sulla mia figura e, in attesa di una mia risposta, accende la sigaretta e fa un lungo primo tiro.
Avvertendo il tremolio nelle mani, opto di comunicare tramite le note del telefono, dove velocemente digito "non ho mai disegnato su una parete, non credo di esserne in grado"
Mi avvicino alla sua postazione e giro il telefono, in modo che anche lui possa leggere.
Per un attimo il tremolio alle mani riprende e sono costretto ad abbassare la testa, nell'imbarazzo più totale.
Distraendomi un secondo, sento il telefono venirmi strappato di mano e sorpreso dal gesto brusco rialzo lo sguardo
"Beh, esperienza nuova o meno sai disegnare e l'ho visto. Non ho nessun altro che potrebbe farlo se non tu, biondino."
Finisce la frase digitando qualcosa sul mio telefono che, solo dopo essere ritornato in mio possesso, realizzo essere il suo numero di telefono.
"Ovviamente ti pagherò"
Lo guardo diffidente, forse alzando involontariamente il sopracciglio, quanto mai potrà permettersi un liceale per un lavoro così?
"Non sono un idiota, so che ci vuole parecchio tempo per una parete così e ti pagherò il giusto, compresi i materiali che ti serviranno."
Deglutisco in difficoltà, effettivamente non mi dispiacerebbero un po' di soldi in più viste le continue spese per mantenermi e contemporaneamente, dedicarmi all'arte.
Potrei persino permettermi di partecipare a quel corso di scultura che avevo scartato per l'eccessivo costo il mese scorso.
Improvvisamente la mia voglia di dipingere quel muro è aumentata, tuttavia decido di andarci con i piedi di piombo e tastare ancora un po' il terreno
"Cosa avevi in mente?" Prima di accettare, devo almeno sapere in quale impresa mi sto cacciando
"Ancora nulla, in realtà. Carta bianca per te."
Rimango qualche minuto con ancora le note del telefono aperte, ma senza scrivere nulla e Castiel sembra non curarsene più: se ne sta seduto, godendosi la sua sigaretta con sguardo perso in un mondo tutto suo.
"Va bene"
Interrompo la sua trans porgendoli nuovamente il mio telefono, in attesa di un suo cenno.
Per la seconda volta in pochi minuti mi prende il telefono da mano, digitando qualcosa per poi allungarmelo, senza dire una parola.
"Ho una condizione: questo posto è un segreto, mi aspetto che rimanga tale."
È questo ciò che leggo nelle note del telefono.
Annuisco rilassato, se solo sapesse che custodire i segreti è la cosa più semplice per me a questo mondo.

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