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Ad essere onesto, non mi sono mai considerato un tipo fortunato.
La fortuna, era un qualcosa che semplicemente non mi veniva incontro spesso ed io compensavo la cosa avendo sempre un piano di riserva.
Per me non esisteva solo il classico piano B, ma anche C, D e così via per tutto l'alfabeto.
Lo sapevo di non essere un tipo fortunato, eppure questa situazione va oltre la mia normale condizione da sfigato.
Mi riprendo solo dopo tre minuti buoni di bocca leggermente spalancata e occhi sbarrati dalla sorpresa.
Everghit mi osserva insistentemente, mentre lo stunt-man decide di rompere il silenzio e di chiedere con fare premuroso  "Tutto okay Julien? Sei più pallido del solito."
Non ho il tempo materiale di rispondere che Castiel avanza verso il fratello "Come sai il suo nome?"
Stavolta mi affretto a rispondere e scarabocchio velocemente la risposta su carta "Mi stava investendo."
"Così mi fai passare per un pirata della strada! Tecnicamente sei comparso dal nulla e poi mi sono accertato che le tue condizioni fisiche e mentali fossero buone."
Damien si preoccupa subito di raccontare le sue premure dopo il mancato incidente al fratello ed è un attimo che il mio sguardo  incontra quello del minore degli Everghit che capisco che per me, è tempo di andare via.
Mi devo togliere dai piedi, anche velocemente.
Faccio per allontanarmi silenziosamente quando Damien mi riprende
"Dove vai? Vuoi un passaggio oppure non ti va ancora a genio la mia moto?"
"Ancora?" domanda di nuovo Castiel, adesso palesemente seccato.
Declino l'offerta scuotendo energicamente la testa e mi allontano, o meglio, scappando letteralmente a gambe levate.
In questa settimana sono sfuggito alla morte per ben due volte, affascinante direi.
Torno a casa, felice di non aver incontrato più nessuno, finisco qualche progetto scolastico e continuo qualche tela lasciata in sospeso.
Non so con che coraggio domani passerò davanti a quel muretto grigio e soprattutto trascorrerò le ore in detenzione.
Mi sento in qualche modo colpevole, come se avessi commesso chissà quale reato e per finire, in estremo disagio.
La cosa divertente è che non mi dovrei nemmeno sentire così, insomma, cosa ho sbagliato? Non può mica mettermi alla gogna per non aver riconosciuto la somiglianza con il fratello? Ma poi, perché sto pensando ancora alla reazione del minore degli Everghit?
Morirò giovane di questo passo, sicuramente per qualche attacco cardiaco.
Decido bene di scacciare i pensieri con una bella doccia calda e mettermi a letto.
Perlomeno, domani sarà una giornata curiosa.

La mattina per me è come un pugno in faccia, dritto sul naso.
Mi alzo, eppure non sono assolutamente d'accordo.
La cosa peggiore? Sono costretto a riviverla ogni giorno.
Me la immagino come quella amica bastarda che ti fa notare che hai preso 10 kg in due settimane e aggiunge 'sei un po' stressato, vero?'
Insomma, se fosse per me, la bandirei persino come parola dal vocabolario.
Ancora assonnato e intontito, mi alzo facendo forza prima sulle braccia e poi sulle ginocchia.
Faccio con calma, ancora ignaro dell'orario e preparo una leggera colazione composta da due pancake ricoperti di miele e un bicchiere di latte.
Sparecchio, lavo faccia e denti, per poi vestirmi in maniera molto comoda: pantalone della tuta nera un po' larga sulle gambe e una felpa color sabbia dotata di tasche, in cui infilo prontamente il solito taccuino con la piccola penna.
Controllo solo adesso l'orario, realizzando di essere ancora più fottuto di ieri perché sono in estremo ritardo.
Sfreccio come un fulmine fuori la porta e salto le scale a due a due, miracolato e senza aver riportato nessun danno inizio a correre verso scuola quando sento un noto rombo alle mie spalle
"Lo vuoi un passaggio?"
Dietro di me, si erge sul suo metro e ottanta di puro orgoglio, nientemeno che Castiel Everghit.
"Beh lo vuoi questo passaggio o no? Sono in ritardo anch'io eh."
Lo guardo un po' timoroso, non morirò vero?
"A quanto pare non deve essere nemmeno la tua prima volta, ti muovi?"
Ignoro la frecciatina e salgo velocemente sul sedile posteriore della moto, pentendomene subito dopo.
Cosa fa una persona normale quando qualcuno sembra avercela con te? Lo ignori, ovviamente.
Cosa fa Julien quando qualcuno sembra avercela con lui? Si fa accompagnare da quella stessa persona, ovviamente.
Quando penso di aver toccato il fondo parlando di me stesso in terza persona, mi sorprendo nuovamente allacciando le mani attorno al busto del mio spaventoso accompagnatore che intanto, ha deciso di partire in tutta velocità.
"Stringi più forte se non vuoi perderti per la strada, non mi sembri un tipo tanto forte, angioletto mancato."
Rettifico non è spaventoso, solo uno stronzo.

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