Capitolo 1

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L'estate era arrivata, e per Noriaki Kakyoin un ragazzo di appena diciassette anni dai capelli rosso intenso non era iniziata nel migliore dei modi: si sarebbe dovuto sorbire una vacanza lunga quasi un mese e mezzo in un villaggio turistico al mare. il peggio era che sarebbe stato costretto a passare tutto quel tempo in compagnia di sua madre perché, a detta sua quella era "una buona occasione per passare del tempo insieme". i genitori del giovane divorziarono un paio di anni fa e per libera scelta decise di vivere con sua madre.ma gli impegni scolastici e le discipline varie lo tenevano sempre impegnato; e questa sarebbe stata un occasione per allentare il ritmo. Noriaki è sempre stato un ragazzo dedito allo studio, diligente e non era un tipo da lasciarsi andare, se per i ragazzi della sua età divertirsi voleva dire spassarsela in giro tutte le sere, per lui non c'era momento migliore che rimanere in casa a leggere o dedicarsi ad una delle sue più grandi passioni: ovvero la pittura. Soprattutto non era un tipo che avrebbe opposto resistenza, per questo a malincuore dovette accettare.

Dopo due ore e mezza infinite di viaggio, finalmente arrivarono al resort.

"Noriii, caro mi aiuti con le valige?? Dobbiamo sbrigarci o se no non riusciamo a fare il check in" gli chiese con tono amorevole sua madre mentre a fatica tiró giù le valigie dall'auto.

"m-mamma devi per forza chiamarmi con quel soprannome? sono un uomo!!!"

"é da quando sei nato che ti chiamo in quel modo, perché mai dovrei smettere adesso e poi tu sarai sempre il mio bambino,il mio piccolo Noriii!" gli disse pizzicandogli la guancia.

"mammmaaaaa smettila è imbarazzante" se la massaggiò dolorante.

"su su andiamo, smettila di piagnucolare sempre o faremo tardi"

entrambi si avviarono verso la reception. Kakyoin si avviò con tutti i bagagli,si, perché il concetto di "aiutarla" era quello di far portare tutto al figlio, con lo sguardo rivolto verso il basso nel tentativo di non inciampare nei suoi stessi piedi per sbaglio sbatté contro qualcuno.

"ohhh mio dio scusami, davvero, scusa, no sul serio mi perdoni....non l'ho fatto apposta..." disse Kakyoin massaggiandosi il fondoschiena dolorante causato dalla caduta, nel frattempo per scusarsi stava cercando di togliere lo sporco dalla giacca del mal capitato. Ancora non lo aveva visto in faccia, ma appena alzo lo sguardo incontrò due occhi azzurro ghiaccio abbastanza irritati ma da sogno, capelli nero corvino tenuti nascosti da un berretto, il viso pareva un angelo. Il rosso quasi rimase stupito dalla visione di quel ragazzo, solo a guardarlo lo aveva fatto arrossire di colpo, sentendo un calore improvviso. Ma non appena l'altro aprì bocca la magia di quella visione quasi eterea svanì.

<ma scusa il cazzo, razza di idiota, ma guardi dove cammini? la prossima volta sta più attento, e levami le mani di dosso> rispose con tono seccato, scacciandole in modo arrogante.

"si ma... D-d-avvero, d-d-avvero, d-d-avvero s-scusami" balbettò,

"da- da - da cosa, levati dai coglioni che è meglio!!!".

Da lontano senti una voce famigliare chiamarlo.

"Norriiiiiiii andiamo muoviti!!! Ti vuoi sbrigare?!"

"su Noriii non vedi che la mammina ti chiama?". Kakyoin si alzò da terra e con tutte le sue forse riprese le valigie che per via del urto di poco fa gli caddero,

"scusa ancora davvero scusami tantooo....", disse allungando la frase, nella speranza che gli potesse dire il suo nome.

"Jotaro" rispose semplicemente.

"mi chiamo Jotaro comunque...", quasi come se gli avesse letto nel pensiero.

Per quanto appena apriva bocca fosse un torpiloquio unico, era davvero un bel ragazzo.

"oooh, Okey io sono Noriaki, non Nori, si insomma è il diminutivo del mio nome, ma beh.. sai, mia madre me lo ha dato e si è abbastanza..."

"Noriaki,vedi di levarti dal cazzo, non renderti ancora più ridicolo" e con il braccio lo scansò facendolo per poco ricadere.

<si forse è meglio...> gli rispose allontanandosi goffamente con le valigie raggiungendo l'ingresso del hotel.

Jotaro si voltò e vide il ragazzo allontanarsi, per quanto volgare e stronzo fosse stato con Kakyoin, non poté che nascondere una nota di divertimento che gli fece fare un mezzo sorriso, quel ragazzo era così goffo, ma in fondo non poteva negare che era davvero carino.

"yare yare..." disse Jotaro dando un ultimo sguardo ancora al ragazzo mentre si abbassó di poco il cappellino, accedendosi quella che fu la terza sigaretta della giornata.

Finalmente entrambi riuscirono ad avere le chiavi delle loro rispettive stanze. data ormai l'età quasi adulta del rosso, era giusto che avesse la camera tutta per sé.

"duecento...duecentounooo duecentoo..ohhh eccola!! camera duecentotre" mentre stava per inserire la chiave all'interno della serratura, udì una voce familiare che gli fece sbarrare gli occhi.

"camera duecentodue.."

immediatamente Kakyoin spostò lo sguardo dalla maniglia della porta alla figura che ebbe affianco. entrambi si guardarono negli occhi.

"ancora tu?!? ma sul serio?" parlò il moro.

"eeeeh-oh si, io non sapevo... a quanto pare saremo vicini di stanza ehehehe" rispose Kakyoin con imbarazzo, anche se dentro di sè provò un senso di felicità.

"la smetti di balbettare? sai parlare bene? fai salire il nervoso!" disse Jotaro. una terza voce interruppe la conversazione tra i due.

"Nori, conosci questo giovanotto? siamo qui da meno di tre ore e già ti sei fatto un nuovo amico!"

"signora, amici è un parolone...diciamo che suo figlio non sa camminare"

"ohhh mi dispiace, in effetti il piccolo qui, è sempre stato un po' sbadato" disse sua madre arruffandogli i capelli.

"beh, vi lascio soli allora..." si avvicinò al orecchio del figlio e gli sussurrò "è davvero carino", Kakyoin arrossì violentemente cercando di non farsi notare da Jotaro, fallendo miseramente perchè quest'ultimo con insistenza lo stava fissando divertito.

"Mammaaa!"

"va bene va bene, me ne vado a dopo tesorino" disse lasciando finalmente da soli i due.

" ma ti tratta sempre così da poppante?...merda non si apre..." egli cercò invano di aprire la porta con forza.

"ti vedo in difficoltà sicuro che non vuoi una mano?" gli chiese, cercando di trattenersi dal ridere mettendosi una mano davanti alla bocca; pensò a come un uomo grande e grosso e spavaldo come Jotaro non riuscisse a fare un gesto così semplice.

spazientitò mise le mani in tasca e con forza e con un colpo secco, diede un calcio alla porta. lasciando incredulo il rosso che dallo stupore gli si sbarrarono gli occhi per la seconda volta di fila della giornata. non capendo se per lo spavento o perchè per un momento in quel gesto per quanto malsano fosse stato, ci trovò un qualcosa di sexy.

"come vedi...ho già fatto, ci vediamo NORI" chiuse la porta facendo sussultare kakyoin che dopo svariati minuti di assenza dalla realtà ritornò in sè.

anche quest'ultimo entrò nella sua stanza, stanco per il viaggio e per tutto ciò che è successo durante la mattinata, si buttò sul letto e mettendosi una mano sul visò pensò "sarà una vacanza lunga".

Un'estate con te (completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora