Capitolo 7

360 24 11
                                    

Si diressero verso la spiaggia, entrambi avevano bisogno di calmarsi.

"jotaro, jotaro hey ahia! Jotaro piantala mi fai male al braccio...." finalmente mollo la presa, si massaggió il polso.

"mi spieghi che ti è preso?! Calmati!"

"come faccio a calmarmi, non non lo so perché ho reagito ero così incazzato, mi - mi dispiace" disse camminando avanti e indietro.

"tranquillo davvero... sto bene guardami..."

"non lo so perché ho reagito così!"

"beh penso che sia normale, siamo uhm amici? è normale difendere un amico..." disse con tono triste, nell'udire le sue stesse parole.

"si forse si..."

Kakyoin si sedette sulla sabbia umida, seguito da Jotaro.

"non è la prima volta che mi succede comunque..."

Il moro spalancò gli occhi

"per evitare problemi facevo esattamente come ha detto la persona di poco fa"

"Nori è da idioti, cazzo, dovevi difenderti in questi casi" disse tono irascibile, accendendosi una sigaretta inalandone il fumo cercando di rilassarsi.

"sai come è non siamo tutti degli armadi come te con lo sguardo perennemente incazzoso, anche dicendo solo ciao, incuti terrore" disse ridendo.

"armadio a chi? Me li sono guadagnati questi muscoli con sangue e sudore" rispose ridacchiando cercando di allegerire la situazione, evitando al rosso di far riaffiorare brutti ricordi.

"stasera è davvero bello comunque..." disse Kakyoin guardando il cielo, notando che le stelle e la luna erano ben visibili.

"già" disse Jotaro lanciando la sigaretta in mezzo alla sabbia.

"sei sempre il solito incivile"

"e tu sei sempre un rompi palle"

Da lontano si sentì della musica, da quello che si poteva udire sembrava essere un lento. Jotaro improvvisamente si alzó in piedi e togliendosi la sabbia dai pantaloni tese una mano all'altro.

"alzati damerino"

"che- cos-perché?" disse con sguardo confuso.

"voglio ballare"

"aspetta, tu cosa?! Sai ballare?!"

"si che c'è di strano, saró una chiavica a disegnare ma nel ballo me la cavo ti ricordo che mio padre è un musicista, una delle poche cose che mi ha insegnato è quello di tenere il ritmo"

"quindi? Ti alzi o mi fai andare in cancrena il braccio?"

Kakyoin non se lo fece ripetere due volte, afferró la sua mano e in poco tempo si ritrovó tra le sue braccia, arrossendo violentemente. Quello che stava scoprendo era un'altra persona, non il solito scorbutico come era solito a mostrarsi.

"lo hai mai fatto?" gli chiese sempre tenendolo il più vicino possibile.

"n-n-n-o m-m-ai" rispose il rosso imbarazzatissimo.

"hey mocciosetto rilassati, allora dato che mi hai appena dato dell'armadio e te sei di qualche centimetro più basso di me direi che tu sarai la donna e io l'uomo"

"oh beh g-grazie, lo prendo per un complimento" disse in modo ironico. Jotaro gli mise una mano sul fianco, mentre con la l'altra gli prese la sua. A quei due tocchi Noriaki senti le gambe cedergli, da quando erano lì quella era la prima volta che lo senti così vicino, ed era così vicino che poté sentire il suo profumo.

"mentre tu mia cara donzella" disse prendendolo in giro.

"questa mano la metti sulla mia spalla"

Entrambi si guardarono negli occhi e il rosso vide decisamente una luce diversa in lui, che lo fece tremare. Jotaro iniziò a muoversi cercando di accompagnare i suoi movimenti a quelli del compagno.

"sei parecchio silenzioso nori"

"no e che... Wow... sono più che altro sorpreso"

"visto? È facile due passi avanti e un passo indietro"

Entrambi si fecero trasportare dalla musica, in poco tempo il rosso capì il meccanismo e si lascio cullare non solo dalla musica ma anche dalla persona che ebbe davanti. In quel momento capì che si stava veramente innamorando. Quel ballo, quella sera, ne erano la prova. D'altro canto anche Jotaro senti delle sensazioni strane, che ancora non riusciva a comprendere, in quel momento vedeva un Kakyoin splendido e unico nel suo genere, danzare, solo per lui. Ma troppe erano le emozioni che stava provando e questo lui non ne era abituato, non sapeva come chiamarle, non sapeva dargli una spiegazione, lui andò solo d'istinto.

La musica cambió si fece più ritmata. Jotaro mise entrambe le sue mani sui suoi fianchi, facendolo sussultare.

"jo-jo-jotaro I-io..."

"fidati di me..." Kakyoin a quel punto si lasciò andare, e attorcigliò le braccia intorno al collo del moro. Quando la musica cessò si fermarono, entrambi erano sudati ma soddisfatti, il loro petto si alzava e si abbassava velocemente, per via del troppo movimento.

"v-v-visto? Ora sai ballare"

"wow ahaha sul serio per essere grande e grosso ti sai muovere piuttosto bene" disse cercando di riprendere fiato.

"sul serio.. Ma non hai caldo con quella giacca?" si avvicinò pericolosamente al ragazzo e gli tolse il cappello, non essendoci ancora abituato, rimase sbalordito dalla bellezza di Jotaro. la situazione si fece più intima e quest'ultimo appoggio le labbra sulle sue, quello che iniziò come un bacio casto presto si trasformò in qualcosa di più passionale, come se entrambi lo desiderassero da tempo. Si staccarono per riprendere aria, Kakyoin ancora non ci credeva a quello è appena successo. non fu lo stesso per il moro che con sguardo e tono freddo gli disse.

"torniamo"

"si ma, aspetta..."

" è tardi" senza degnarlo di uno sguardo si incamminò lasciandolo indietro.

Entrambi tornarono nelle loro rispettive stanze.

"buonanotte jo-"

"notte"

Una volta entrato in stanza Kakyoin si appoggio alla porta, si lascio scivolare fino a raggiungere il pavimento. "perché mi ha baciato?" "perché lo ha fatto di sua iniziativa, per poi reagire in quel modo" "che si fosse pentito?" "perché non riesco a capirlo, perché è così indecifrabile" "cambia atteggiamento con me ogni volta" e senza rendersene conto con questi pensieri che gli avevano invaso la testa, finì per addormentarsi davanti alla porta, esausto dalla serata appena passata.

Anche Jotaro ebbe tante domande per la testa, certo che quel bacio non gli era stato del tutto indifferente, anzi era stato magnifico, perfetto, non avrebbe mai voluto staccarsi da lui, tenerlo tra le braccia lo aveva fatto sentire maledettamente bene, eppure come un codardo decise di scappare, da lui e dai sentimenti che iniziò a provare nei confronti del rosso. tiro un pugno al muro, e non curandosi delle ferite riportate alla mano se la porto sul viso.

"che cosa ho fatto.." pensò

Un'estate con te (completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora