Capitolo 5

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Entrambi passarono molto tempo insieme, nonostante l'incertezza, essi iniziarono a conoscersi meglio, anche se per Kakyoin capirlo risultava sempre più complicato. Ciò che gli piaceva di lui fisico a parte, era il modo in cui lo fece sentire ogni volta che passavano del tempo assieme. Ragionandoci su capì che nonostante il suo carattere introverso la sua compagnia era piacevole. Spesso rimanevano alzati per ore a parlare di qualsiasi cosa fino a notte fonda; anche se il più delle volte era il rosso a dover mettere in gioco argomenti di conversazione in modo da coinvolgere il compagno. Gli piaceva perché non lo giudicava,non era nella sua indole, sapeva ascoltare e il più delle volte quando non c'era nulla da dire condividevano silenzi, senza rendere l'atmosfera pesante o imbarazzante.

Egli era perfettamente consapevole dei sentimenti che stava iniziando a nutrire per Jotaro, quest'ultimo invece non ne aveva la più pallida idea. Non capiva cosa gli stava succedendo, si rese conto di come il suo umore fosse cambiato in meglio. Fin da piccolo non era mai stato un amante dei sentimenti o meglio non ci ha mai saputo fare, esprimerli per lui è sempre stato complicato. Suo padre non è mai stato molto presente nella sua vita, sempre impegnato con il lavoro, e questo lo ha sempre fatto soffrire. Fu così che crebbe freddo e schivo. Dopo l'incontro con il ragazzo la sua visione della vita cambiò di poco, per una volta poté finalmente parlare con qualcuno, non necessariamente di ciò che lo turbava ma che lo facesse ridere, che lo ascoltasse, per una volta egli si sentì sollevato dai problemi e dalle insicurezze che lo attanagliavano da tanto tempo. Ogni volta che guardava Kakyoin dritto negli occhi senti sempre una fitta al cuore, vederlo sorridere faceva sorridere anche lui, ridevano e scherzavano come se fossero tornati bambini. Queste emozioni che provava erano nuove per lui, ma provate prima, sensazioni diverse dalla solite come rabbia e solitudine.

Egli si ritrovava in camera sua sdraiato sul letto a fissare il soffitto pensando a Kakyoin. Il più delle volte gli capitò di soffermarsi ad ammirare il suo fisico robusto, ma non troppo, che non passò di certo inosservato a Jotaro soprattutto quando passavano il tempo in spiaggia. Molto spesso il suo sguardo finiva sul suo fondo schiena o meglio ancora in mezzo alle sue gambe. Tutto di lui lo faceva eccitare, ogni centimetro del suo corpo era così attraente. Questi pensieri fecero crescere un insana eccitazione, iniziava a sentire una sensazione al basso ventre. Lo si poté notare dal membro duro costretto nei pantaloni. Tirò giù la zip, abbassandoli quel tanto che bastava e con delicatezza prese in mano il suo membro e con movimenti lenti e costanti fece su e giù, iniziando ad ansimare immaginando che quella sua stessa mano fosse quella del ragazzo che da poco aveva iniziato a invadergli i pensieri. Si alzò di poco la maglietta e iniziò a stuzzicarsi il capezzolo.

"ohhh" piccoli gemiti uscirono dalla sua bocca. voleva averlo fisicamente, essere dentro di lui, ciò che lo eccitava era immaginare lo sguardo del rosso imbarazzato mentre sussurrava il suo nome, mentre godeva. voleva passare le sue mani su tutto il suo corpo, sentirlo bollente sotto il suo tocco. Con questa scena nella mente, Jotaro aumentò il ritmo, facendogli inarcare la schiena.

"k-kakyoin" sussurrò il suo nome, mentre con la punta del pollice si stimolò la cappella. Ed emettendo gemiti sempre più violenti, in poco tempo raggiunse l'orgasmo riversando il suo seme. Cercò di riprendere fiato, e guardandosi la mano sporca pensò "devo essere del tutto impazzito".

Nel frattempo, Noriaki si stava preparando per passare un'altra serata con l'amico. Ormai era diventata un abitudine per i due, uscire e andare al bar per passare il tempo. Mentre prese il suo album da disegno, per rimporlo nello zaino per sbagliò gli scivolò un foglio, lo prese in mano, e vide che era il famoso disegno di quando entrambi andarono in spiaggia la prima volta. "certo che a disegnare fa davvero schifo" pensò con un sorriso, mentre passò la mano sopra ai due delfini disegnati. Il bussare insistente alla porta lo fece ritornare alla realtà.

"un'attimo, arrivo, arrivo, ancora un po' che bussi mi butti giù la porta" andò ad aprire e vide un Jotaro strano, imbarazzato.

"allora damerino? finito di incipriarti e profumarti?" mi disse appoggiato allo stipite della porta con le braccia conserte, evitando in tutti i modi lo sguardo dell'altro.

"si ma...tutto bene?" finalmente lo guardò in faccia e rimase sbalordito da come era vestito, tutto ciò ripensò al pomeriggio poco casto che ha passato.

"muoviti."

mentre si incamminarono, prese tra le labbra una sigaretta.

"devi per forza?"

"fidati si."

Un'estate con te (completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora