Capitolo 8

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Jotaro non chiuse occhio tutta la notte, si rigiró per ore nel letto cercando invano di prendere sonno. Frammenti della notte appena passata gli ritornarono in mente, ma solo uno gli rimaneva impresso come un segno indelebile, il bacio. Egli è sempre stato un tipo impulsivo, ma mai si sarebbe immaginato di compiere gesti come quello. Eppure Noriaki è stata la prima persona a riuscire a farlo sentire così vivo, l'unico a fargli provare emozioni così contrastanti. E questo lo spaventava a morte.

Come erano abituati a fare oramai, entrambe le famiglie si ritrovarono per la colazione, a giudicare dal viso spento e assonnato di Kakyoin si poté intuire che nemmeno per lui la notte passata fosse stata una delle migliori. Ma ciò che più lo rendeva triste era quello di non sentire lo sguardo che di nascosto ogni tanto l'altro ragazzo gli degnava. Kakyoin si senti quasi in colpa anche se non era stato lui il primo a creare quel tipo di situazione. Eppure sentì una sensazione di vuoto dentro di sé, che gli fece venire un senso di nausea.

Si alzo di scatto dalla sedia

"scusate non ho fame"

"tutto Okey? Sei pallido sicuro di stare bene?" chiese sua madre.

"si, non ho dormito molto bene scusatemi" si accorse finalmente che Jotaro lo fissó intensamente per la prima volta in tutta la mattinata, sapeva benissimo del perché Noriaky si sentisse in questo modo, sapeva benissimo di essere lui il problema. Ma nonostante ciò non disse una parola, non ne aveva il coraggio, effettivamente non sapeva nemmeno lui cosa avrebbe potuto dire. Nemmeno lui stesso sapeva cosa gli passasse per la testa. Kakyoin si sentì turbato sotto il suo sguardo, accentuando sempre di più il suo senso di nausea. E senza dire nulla si allontanò.

Si ritrovó sdraiato con la testa sotto il cuscino, la sua voglia di vivere era pari a zero. Aveva deciso che avrebbe passato il resto delle sue vacanze in modo passivo, non aveva voglia né di vedere Jotaro né tanto meno parlarci. Infondo la situazione creatasi fra di loro era frustrante.

La porta della sua camera si apri di poco facendo entrare uno spiraglio di luce, per poi richiudersi subito dopo.

"amore della mamma sicuro di stare bene? Sta camera è diventata un bunker"

"mmhh" rispose Noriaki.

"vogliamo uscire da lì sotto? E spiegarmi cosa succede?"

"no"

"Nori"

"no"

"Noriaki kakyoin" disse sua madre con tono autorevole.

"dimmi madre" gli rispose deciso a tirare fuori la testa.

"sapere che succede, è da ieri sera da quando sei tornato dalla tua uscita con il fusto che sei strano, quindi non ci vuole di certo un genio per capire che lui c'entra"

"perché non glielo vai a chiedere" disse facendo le virgolette con le due dita di entrambe le mani, enfatizzando la parola fusto.

"questo perché sei te mio figlio" gli rispose sedendosi sul letto accanto al figlio.

"mi ha baciato" la facilità con cui glielo disse non lo stupì più di tanto, lei è sempre stata una colonna portante della sua vita. Non si vergognava a fare certe confidenze, con lei si trovava bene a parlare di tutto. Infondo era sua madre chi, meglio di lei, Sapeva capirlo.

"e questo non dovrebbe essere un evento degno di nota!? dato che ti piace fin da quando gli hai posato gli occhi addosso?"

"beh si..."

"e allora perché ti trovo chiuso in camera a sprecare i tuoi diciassette anni al posto di stare con lui?"

"questo perché dopo averlo fatto si è comportato in modo freddo...distaccato...non mi ha nemmeno rivolto la parola"

"come siete problematici voi giovani d'oggi siete così melodrammatici"

"non so cosa fare..."

"se ti piace davvero saprai benissimo cosa fare, anche perché penso che lui non abbia la più pallida idea di che cosa fare a giudicare da quanto mi hai detto"

"wow che consiglio, ora decisamente sto meglio" rispose in modo sarcastico.

"ti voglio bene Nori" gli disse accarezzandogli una guancia.

"anche io"

Jotaro nel frattempo era nell' altra stanza, sdraiato sul letto a rimuginare. Non sapeva cosa fare, chiedere consiglio a sua madre neanche per idea, per quanto volesse farlo non credeva che con la presenza di Joseph fosse stato il caso. Sopratutto quello che non voleva era arrecargli preoccupazioni sopratutto ora che si stava divertendo per delle sciocchezze adolescenziali. Per via di questi pensieri si ritrovava sempre da solo a risolvere i suoi problemi. Odiava chiedere aiuto, se poteva cercava sempre di risolvere le situazioni per conto suo, cercando di non essere un peso per la sua famiglia.

"forse dovrei dire qualcosa per quanto è successo" pensó ad alta voce mentre si alzó dal letto per camminare in tondo alla sua stanza.

" o semplicemente fare finta di niente, lasciare tutto così sperando che si dimentichi di questo enorme errore, magari gli ho creato dei problemi, magari lui non lo voleva, o peggio ancora magari è fidanzato! aspetta ma lui non mi ha mai detto di avere una ragazza o un ragazzo" a quel pensiero fece ribollire il sangue al moro.

"perché mi dovrebbe dare fastidio se è fidanzato, tsk perché mai dovrebbe...si insomma non dovrebbe nemmeno importarmi..."

"Okey, ho deciso faccio finta che non sia successo nulla che sia un errore.... Un enorme errore anzi ora esco con lui e faccio finta che non sia successo nulla...faccio tornare tutto come era " con questi pensieri deciso uscì dalla sua camera per dirigersi a quella affianco.

Jotaro bussó in modo violento contro la porta.

" ancora un po' che bussa la sfonda sta porta ma chi è? " chiese la voce femminile dall'altra parte.

" mammaaaaa non aprire questo è sicuramente...."

Nel momento in cui la donna apri la porta, Noriaki fini la frase.

"Jotaro..." disse facendo cadere la frase.

"oh caro! ma sei tu prego entra, allora io vado a dopo pasticcino"

Lasciandoli soli, Jotaro disse

"pure pasticcino ti chiama.... Sei proprio un cocco di mamma"

"cosa vuoi?"

"usciamo"

"cosa?"

"io e te... Usciamo. Ora."

"scordatelo" disse Kakyoin alzandosi dal letto. Jotaro in una piccola cosa non si rese conto, il suo interlocutore era in mutande, e questo fece venire il sangue freddo al moro che deglutì rumorosamente. A grandi falcate raggiunse Noriaki e prendendolo per il polso lo avvicinò a sé, facendo arrossire violentemente l'altro.

"ehm... Jotaro..."

L'altro non riuscì a staccargli gli occhi di dosso, lo scrutó con occhi sbarrati il corpo di kakyoin dal l'alto verso il basso, per poi tornare verso l'alto. Il rosso non capì di tanto accanimento nei suoi confronti, ma di una cosa era certa essere guardato in modo così lascivo e lussurioso come aveva appena fatto il moro di sicuro non gli dispiaceva. Ritornó in sé

"vestiti"

"l'educazione? L'hai lasciata in camera tua?

"sbrigati"

Con questo decise di lasciare la stanza con velocità e di accendersi una sigaretta tutto ciò di cui aveva bisogno ora, era aria.

Un'estate con te (completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora