Capitolo 25

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Arya pov
Esco dal bagno affievolendo tutte le sensazioni precedentemente scaturite che però hanno lasciato in me un senso di pienezza e libertà.
È tutto così sbagliato ma allora perché mi sento completamente libera dalle catene in cui mi immetto ogni giorno?
Quando sono con lui non ho bisogno di tenere a freno nessuno dei miei lati perché entrambi si mescolano concependo un'altra me, una nuova me che si culla tra il giusto e lo sbagliato, la normalità e la follia, come se entrambi fossero casa, normalità.

Infondo al corridoio avvisto Tyler parlare al telefono piuttosto agitato e nervoso fin quando notandomi, stacca immediatamente la chiamata e mi raggiunge impaurito.

<<Dove eri finita? Non so quanto tempo è che ti cerco, mi hai fatto spaventare da morire, non sapevo dove altro cercarti>>
La sua ansia prende il sopravvento sul suo gesticolare tanto da non permettermi di arrestare lo sguazzare dei miei occhi.

<<Mi dispiace, non volevo>> mormoro solamente.

<<Vieni sediamoci un po'>>
Afferra la mia mano mentre percepisco gli occhi di Jackson su di noi.

Questo mi fa sorridere perché è proprio di ciò di cui parlavamo prima e so quanto adesso tale gesto lo stia innervosendo, allo stesso tempo però so quanto aumenterà la sua caparbietà nell'avermi.

Ci sediamo su una panchina in una zona piuttosto tranquilla del Campus così da parlare liberamente e dopo aver riflettuto su ciò che sto per dire mi rendo conto che non posso evitarlo.

<<Ci sono molte cose che non sai di me Tyler ed io non sono pronta a dirtele, al contempo capisco il fatto che tu voglia delle risposte ma vedi se Jacks->>

Mi interrompe non appena pronuncio il suo nome portando un dito sulle mie labbra.

<<Prima che tu dica qualunque cosa, ti dico cosa ho capito io>>

Annuisco vedendolo deciso nel voler prendere parola così mi faccio da parte e lascio che si esprima.

<<Su di te non so quasi niente è vero, tu di me sai molto sin dalla prima uscita, ti ho parlato della mia famiglia, delle mie ambizioni e di tutti le possibili sfaccettature della mia vita.
Tu non hai mai accennato a qualcosa di simile, ma su una non ho nemmeno bisogno che tu dica qualcosa, tu e Jackson.
Temo quel ragazzo da sempre perché vedo quando vi guardate, vi si accende una luce nello sguardo che non ho mai compreso, racchiude troppe cose, abbastanza da non rendervi estranei a dei sentimenti.
Ho cercato di convincermi del contrario, ma oggi quando ti ho vista stare in quel modo, quando è venuto in tuo soccorso ed il modo in cui lo ha fatto, mi ha fatto capire che io non potrò mai avere una possibilità concreta.
Probabilmente non lo sai, ma è così>>

Tiro un lungo sospiro raccogliendomi nelle mie gambe.

<<Tyler, non posso dirti che quello che hai detto è totalmente sbagliato, ma credimi se ti dico che è molto più complesso di quello che puoi immaginare.
Non sto cercando di chiudere con te per Jackson perché qualunque cosa ci sia fra me e lui è tutto tranne che una relazione.
Il punto è che al momento ci sono troppe cose per la mia testa che non mi permettono di instaurare il tipo di rapporto che cerchi tu.
So il ragazzo che sei e so a cosa ambisci, io non posso dartelo, non sono la persona giusta e sarei egoista ad ignorare questa consapevolezza.>>

I suoi occhi sono tristi ed angosciati mentre apprendono una verità di cui è già a conoscenza, intravedo anche un senso di colpa che fa capolino da essi ma è un sentimento che non dovrebbe provare, probabilmente crede sia colpa sua il fatto che io non sia pronta a tutto ciò.
So che è la frase più odiata al mondo ma è così, non è lui, sono io, ed egoisticamente mi piacerebbe dire il contrario per una volta.
Per quanto tutto questo sia triste però non posso evitarlo, ho sempre creduto in questo, nel mettere sempre le cose ben in chiaro, soprattutto se in questo caso si tratta di qualcuno con ancora in corpo una rara anima pura.

<<In ogni caso ho trovato in te una bella persona e se a te fa piacere a me renderebbe felice continuare ad esserti amica>> propongo incerta una domanda la cui risposta tarda per qualche minuto ad arrivare.

<<È l'unico modo per non perderti del tutto>> mi sorride debolmente arreso all'evidenza dei fatti dopo averci riflettuto.
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<<Siamo rammaricati e desolati per l'accaduto che si è verificato durante l'ora ricreativa.
Abbiamo usufruito delle successive ore per fare molteplici approfondimenti attraverso l'aiuto delle forze dell'ordine le quali hanno stabilito che gli spari, seppure apparentemente vicini, non provenivano dall'interno della Northeastern University perciò potete ritenervi al sicuro come sempre.
Colgo l'occasione, oltre che per scusarmi, per ricordare ed assicurare lo svolgimento regolare della finale del campionato di Basket che si terrà domani pomeriggio.
Vi invito caldamente a partecipare così da aiutare a smorzare la situazione di inutile tensione creatasi oggi e supportare la nostra valorosa squadra, buon proseguimento di giornata!>>

Dopo qualche ora dall'accaduto, attraverso gli altoparlanti sparsi fra i corridoi e le stanze dei dormitori, il preside con tono leggermente meno autoritario del solito, partecipa alla nostra cena informandoci dei resoconti ricevuti in merito a quanto successo.

<<Quello stronzo non mi ha neanche avvisata della finale di domani! Incredibile che non abbia ancora superato la questione "se vieni a vedermi giocare, gioco male">> scimmiotta le parole del fidanzato Jennifer parecchio infuriata prima di prendersela con il pollo nel piatto infilzandolo crudelmente.

<<Quel povero pollo non ti ha fatto niente>> mormoro scioccata dopo essermi immedesimata in lui per qualche secondo.

<<In realtà Nick me lo aveva proposto quindi teoricamente siamo invitate>> ci informa Ella.

<<E poi lo ha "caldamente consigliato" anche il preside>> conclude altezzosa virgolettando le sue parole come a far intendere la sua volontà di partecipare.

<<Se per qualche secondo vi era passato per la testa di non andare vi siete sbagliate di grosso, non ho ancora visto la palestra ve ne rendete conto? Inoltre pensate a quei bei faccini degli avversari che verranno>> metto in chiaro immaginando già qualche divinità che potrei trovarmi davanti.

<<Okay è deciso!>> conferma Jennifer con espressione cospiratrice sul viso.

Terminata la cena, mi stendo a letto rimboccandomi il lenzuolo nonostante non faccia poi così freddo, ho solo bisogno di quel senso di protezione che mi suscita avvolgermi in esso.
Mi piace pensare che la leggera anima di mia madre mi cinge sotto la sua ala protettiva attraverso la sensazione di freschezza che rilascia il tessuto di seta sulla mia pelle, è purificante.
Sono sicura che quel "rendimi fiera" non sia mai riuscita a realizzarlo ma come posso farlo?
In un mondo pieno di avidità ed egoismo, se nasci dalla parte sbagliata, le scelte che puoi prendere non sono molte né tantomeno giuste, solo valide.

Cerco di andare avanti, è tutto quello che mi sono ripromessa dopo avervi persi, ma in questa vita, i mezzi semplici non funzionano e le scappatoie non esistono mamma.
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Dentro agli specchi non solo il riflessoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora