Capitolo 62

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Arya pov

Calde pareti giallo ocra, un accogliente odore di casa, di pulito, di dolci appena sfornati, di famiglia.
I miei occhi vagano da destra a sinistra colmi di lacrime e senso di smarrimento, antinomia di emozioni.

Candido tocco che suona d'infanzia e di generoso riposo, la mia mano affonda fra la seta di quel cuscino che profuma di zucchero filato bagnato da una lacrima che macchia il suo delizioso colore, mi sfugge un mezzo sorriso malinconico e di parsimonia.

È forse questo il paradiso? D'altronde, cos'altro potrebbe essere se non la mia casa.

Frugo fra le stanze del primo piano ripercorrendo millesimi della mia vita alla speranzosa ricerca di chi davvero necessito di vedere.

<<Allora! Volete venire a cena o no??>> il mio cuore si blocca, non contiene l'emozione che quella paradisiaca voce che ho continuato a sognare per tutta la vita, mi suscita.
Corro, la inseguo disperatamente fino a incombere nel suo sguardo amorevole di sempre, come se non fosse passato neanche 1 giorno dall'ultima volta che l'ho vista.

<<Mamma!>> fra le lacrime, fra la felicità intrinseca alla tristezza di quanto ho dovuto pagare, getto d'un fiato quella parola che mi è stata strappata di bocca per troppi anni.

Scendo da quelle scale alla velocità della luce lanciandomi fra le sue braccia come se fossi ancora la bambina di tanti, tantissimi, troppi anni fa.

<<Mamma, mi sei mancata così tanto>> accarezzo il suo viso, annuso il profumo della sua pelle come fosse una boccata d'aria ma il suo sguardo sembra così enigmaticamente contrastante.

<<Dì qualcosa ti prego, dimmi che sei fiera di me, io ci ho provato con tutta me stessa te lo giuro ma senza di te.. senza di te io non ce la faccio non sono abbastanza>> ammetto ancora abbracciata a lei bagnando il suo collo delle mie lacrime.

<<Amore mio..>> accarezza il mio viso avvicinando il suo capo al mio.

<<Tu sei bellissima, e sei fortissima>> sorride con il cuore colmo di gioia.

<<Io sono più che orgogliosa di te, sono estremamente fiera della donna che sei diventata e sono al tuo fianco da sempre in ogni tua scelta.
Mi fido di te e mi fido del tuo buon cuore piccola mia>> confessa posando la sua mano su di esso e puntando i suoi occhi nei miei con somma convinzione.

Non proferisco risposta ma mi godo ciò che di meglio non avrei mai potuto chiedere di rivedere.

<<Ma tesoro.. per quanto sia bello per me vedere la mia splendida figlia, tu non dovresti essere qua>> i suoi occhi si addolorano improvvisamente.

<<Mamma certo che dovrei, io voglio essere qua, questo è l'unico posto in cui mai sarei dovuta essere, accanto a voi!>> scuoto la testa con un mezzo sorriso non comprendendo le sue parole.

<<E sarà così>> sorride di rimando accarezzando una ciocca dei miei lunghi capelli.

<<Ma tu sei destinata a fare ancora così tanto altro, oh tesoro mio se solo sapessi quante cose belle ti riserverà la vita>> annuisce con convinzione, come se volesse trasmettermela.

La mia voce trema così tanto, biascichii di parole che non portano a nessun senso.
L'agitazione del sapere che non avrò mai tutte le persone che amo nello stesso posto, si prende gioco di me.

La vita sa metterti di fronte a scelte davvero crudeli, decisioni che ti lasceranno sempre al 50% felice ed al 50% triste, perché?
Perché non perde mai l'occasione di insegnarti che niente non necessita di sacrifici e che mai, potrai avere quello desideri senza pagare un prezzo parallelamente caro, perché siamo tutti semplicemente dei semplicissimi stupidi esseri umani che eseguono ciò che parzialmente è forse già scritto, nell'illusione che invece possiamo interamente giostrare la nostra vita e solo dio sa le atrocità che siamo disposti a fare per rendere quest'illusione più reale.
Non è forse questo il più grande inganno al mondo? Quello in cui inganniamo noi stessi.

<<Piccola Arya, non torturarsi di pensieri>> mia madre richiama l'attenzione del mio sguardo smarrito nella decisione di scegliere cosa meglio fare.

<<Ti prometto che un giorno ci ritroveremo nuovamente, ma tu avrai molte molte più cose da raccontarmi così da potermi narrare per l'eternità tutti i milioni di motivi per essere fiera di te>> mi dona un dolce e tenero bacio sulla fronte prima di dirmi addio.

<<Ora vai piccola, lotta per la tua vita.
C'è qualcuno laggiù che ti ama più di qualunque cosa al mondo, io posso sentirlo>>

<<Oh anche io mamma, anche io lo amo credimi>>

Tiene le mie mani per qualche altro minuto osservando i miei occhi pieni di emozione straripare incessantemente, non sono pronta a salutarla ma forse devo darle ascolto, c'è qualcuno che ha lottato tutta la sua vita per vedermi vivere.

<<Grazie mamma, grazie perché la vita ti ha scelta per me anche se per poco perché sapeva quanto in quel poco, tu mi avresti dato comunque così tanto>> la stringo forte tanto da poter stampare questo abbraccio nella mia memoria per tutta la vita, affinché possa bastarmi, o quasi.

Avverto la mia testa in preda all'esplosione, una luce accecante mi stordisce completamente assieme un sottofondo sterile di un suono che si ripete ad intervalli mentre inizio a mettere a fuoco le mie mani contornate da qualche strano aggeggio.

<<Ti sei svegliata..>> una voce, zero ricordi.
Ho perso la memoria? Dove sono?

Un viso latteo mi accoglie sotto la sua visuale ma i miei occhi non fanno altro che assottigliarsi nello sforzo di ricordare qualcosa di esso.

<<Ti senti bene? Hai bisogno che chiami l'infermiera?>> chiede con tono leggermente in allerta.

Mi prendo qualche secondo per continuare a sforzare la mia mente eppure, non riesco a riconoscere quel volto seppur ha qualcosa di familiare, forse devo difendermi? o forse non ricordo nulla?

<<Chi sei tu?>> chiedo alternando le parole a qualche colpo di tosse per riattivare le mie corde vocali.

Si gratta la nuca guardando in cielo come se avessi posto la domanda più sbagliata che potessi.

<<Speravo di poter affrontare questo discorso una volta fuori da qui, magari davanti ad una tazza di thé>> sorride <<ma credo proprio chiedessi troppo>>

Cala il silenzio in attesa di un suo chiarimento che possa mettere a tacere tutti i miei pensieri dannatamente intrusivi e preoccupati.

<<Io sono tua sorella Arya.
Tu non sapevi nulla di me, probabilmente credevi fossi morta o forse non sapevi della mia esistenza, ma io so di te da tutta la vita e ti ho sempre cercata>>

Mi si gela il sangue.
Cosa?

Dentro agli specchi non solo il riflessoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora