Capitolo 38

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<<Oh no, non credo proprio>> sorride lei con ovvietà.

<<Qualunque cosa tu stia farneticando fermala sul nascere>> risponde indietreggiando con fare divertito ma pungente.

Dannazione perché devi sempre rendere tutto così difficile?

Entro nell'appartamento chiudendo la porta alle mie spalle mentre lei, come se nulla fosse, torna a versare i suoi cereali nel latte con tutta la tranquillità del mondo e si appresta a mangiare poggiata all'isola della cucina.

Sta bevendo il latte alle diciannove, già.

<<Arya per favore è quasi buio non complicare tutto>> prendo posto difronte a lei.

<<Mh Mh>> mugugna con la bocca piena di cereali scuotendo la testa a destra e sinistra rendendomi più chiara la sua risposta incomprensibile.

<<Vieni qui dal nulla, mi chiedi di traslocare e ti aspetti anche un si, ma dico sei normale?>> chiarisce dopo aver deglutito.

<<Stai bevendo una tazza di latte alle diciannove e dai a me dell'anormale?>>

<<Esiste una classificazione degli alimenti mangiabili in un preciso arco della giornata?>>

La guardo confuso assottigliando gli occhi senza darle alcuna risposta, non capisco se sia seriamente curiosa o mi sta prendendo per il culo.

<<Okay senti>>prendo un respiro profondo.

<<Vorrei tu ti spostassi per qualche tempo qui vicino, nulla di traumatizzante>> cerco di chiarire.

<<Anzi, siccome non abbiamo tempo e già conosco la valanga di domande che mi farai ti rispondo>> aggiungo guadagnandomi la sua totale attenzione.

Porta la mano sotto il mento e con estrema accortezza ascolta le mie parole come fossero una tesi d'esame.

<<È la casa in cui ho vissuto con mio cugino da quando sono uscito dall'istituto quindi si, non saremo soli e no, per lui non è un problema.
No, non durerà per molto tempo e si, per il resto condurrai normalmente la vita che stai facendo, college, Lux ed il resto.
Ora, domanda principale, perché?>> sospiro esasperato per come lei sia complicata ed io debba fare questi enormi giri per convincerla così inizio a raccontarle tutto quello che ho appreso di recente.

<<Ho scoperto che mio padre ti pedina.
Non so se da una o più persone ma al momento conosciamo l'identità di una sola ma a prescindere il punto è che sa qualunque cosa di te>>

<<E q->> la interrompo ponendo una mano davanti al suo volto facendole spalancare gli occhi e deglutire le parole che voleva tirare fuori poichè il mio discorso non è finito e sto proprio per risponderle.

<<Ti starai chiedendo a che pro.
Prendere tempo, rimanere più uniti e quindi meno vulnerabili, capire i suoi piani e trovare un modo per distruggerli>> conto sulle dita della mano su cui è incantata.

L'ultima è la parte che mi piace meno e che avrei volentieri voluto omettere, voglio che lei rimanga all'oscuro di tutto questo ma allo stesso tempo, dirle che cerco di averla li solo per proteggerla maggiormente sarebbe stato un buco nell'acqua.

Resto in bilico nelle mie speranze mentre cerco il consenso nei suoi occhi grandi, vaganti e pensierosi.

Sorride stupita dalla mia esposizione come se fosse orgogliosa dei miei ragionamenti.

Dentro agli specchi non solo il riflessoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora