Capitolo 41

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Jackson pov
Mi fiondo a fare una doccia sotto l'acqua bollente con l'intento di scacciare i nervi ma non riesco a calmarmi, dentro di me continua a rinvigorire la voglia di spaccare qualunque cosa si trovi davanti ai miei occhi così subito dopo, torno in camera cercando di distrarmi ma è un continuo sentirla fare avanti ed indietro per il corridoio intenta quasi certamente a prepararsi per andare al college.
Manca un quarto d'ora alle nove ed io non credo che ci andrò, mantenere la calma e doverla avere vicino per tutta la giornata sono due concetti che non possono far parte della stessa frase.

<<Apri questa fottuta porta>> decreta da dietro essa come se i miei pensieri l'avessero attirata a me.

La ignoro.

<<JACKSON!>> urla iniziando a bussare con consistente forza così producendo innumerevoli tonfi insopportabili e no, non si decide ad arrestarsi.

Non si fermerà fin quando non andrò ad aprirla, lo so.
La odio.

Incalzo il passo verso la soglia folgorato dalla collera che mi incute la sua presenza e la spalanco esageratamente stufo.

<<Devi levarti dalle palle>> ordino dinnanzi al suo volto irritato quanto il mio.

Sorride.

Sorridi?

<<Non credo proprio>> salda i suoi occhi nei miei ritornando fermamente seria.

<<Mi hai portata in questo buco sperduto nel nulla e non ho la più pallida idea di come arrivare al college perciò adesso alza il culo e portamici>> mi ordina con il fare più antipatico e snervante che abbia mai visto.

Stringo i denti incupendo l'espressione.

In qualche modo anche Lupin, essendo vittima dell'atmosfera tesa che lo circonda, partecipa alla conversazione attraverso il suo piagnucolio inquieto.

Sebbene desidero smisuratamente non averla fra i piedi, dirle di no mi nuocerebbe ancora più di quanto mi nuoce accettare.
Sicuramente inizierebbe a farsela a piedi perdendosi chissà dove e dando origine a casini di dimensioni catastrofiche che mi ruberebbero il triplo del tempo.

<<Prendo la giacca>> ringhio sorpassandola.

Percorre il corridoio ed oltrepassa l'entrata senza guardare in faccia nessuno, probabilmente ha intenzione di aspettarmi fuori con l'intento di incutermi fretta.

L'unica cosa che mi incuti è un'ira colossale.

<<Il vostro atteggiamento è solo controproducente>> fa le veci dell'uomo saggio Dave mentre prendo ciò che mi occorre arreso al dovermi presentare a lezione.

Non osare parlarmi.

<<Puoi fare la persona matura?>> aggiunge.

<<Oh sono io l'immaturo adesso non tu e le tue patetiche decisioni>>

<<A mio padre io servo vivo, lei no.
Hai pensato a questo quando hai accettato?>> vado completamente in escandescenza.

<<Sai meglio di me che nessuno ne uscirà senza le mani sporche di sangue>> rammenta come se questo non bastasse per tenerla fuori da ciò, come se non fosse a conoscenza del fatto che al solo rumore di uno sparo, dentro di Arya si fa largo l'oblio.

<<Spero per te che sia sangue degli altri>> lo minaccio ad un passo dal suo viso prima di dirigermi verso l'uscita.

Arya poggiata all'auto di Dave che però non prenderemo, è escluso.
Odio utilizzare qualcosa che appartiene a qualcuno con cui in quel momento non ho ottimi rapporti e mi aspetto lo stesso dagli altri.

Raggiungo la mia moto e dopo aver messo frettolosamente il casco mi metto in sella.
Non avevo molti soldi inizialmente e mi serviva un mezzo che fosse meno costoso di un'auto ma veloce abbastanza da farmi seminare chiunque volessi così ho optato per questa.

<<Salta su, andiamo in moto>>

Mi porge la mano come a chiedermi il casco e senza spendere inutili parole glielo porgo così prende posto dietro di me.

Sono abbastanza certo da come si è posizionata che non è mai salita su una moto in vita sua e di conseguenza so che per quanto lo nasconda bene, un minimo di paura la avverte.

Prendo le sue mani e le dispongo attorno al mio addome così che si possa tenere, questo gesto mi costa un po' viste le circostanze.

<<Ah touchè, ecco perché la moto>> porta gli occhi al cielo.

Ma sei seria? Ma se nemmeno volevo guardarti in faccia fino a poco fa.

So che lo fa solo per innervosirmi, ma il punto è che ci riesce perché cado nelle sue trappole come un idiota.

<<Se vuoi assaggiare l'asfalto levale pure>> rispondo secco.
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La giornata prosegue fluentemente alternandosi fra momenti tranquilli e momenti di pure guerre fredda in cui non sono mancati i rimproveri da parte dell'insegnante di turno.

Durante il pomeriggio, dopo essere affondato insieme alla mia inquietudine sul divano ho deciso di andare a fare una corsa verso il vecchio deposito nel bosco insieme a Lupin che ama venire a correre con me, l'ho conosciuto così d'altronde.

Al mio rientro, contrariamente alla mie intenzioni, ovvero annegare nella solitudine e nella tranquillità più totale, mi ritrovo in salotto tutto il nostro gruppo del college intento a mangiare pizza e bere birra.

Fantastico.

Ora, Dave non ha la minima idea di chi siano, io non li avrei mai invitati qui perciò di chi può essere il merito? Ovviamente di Arya.

Devi combinarne sempre una più del diavolo.

<<Tranquillo ho chiuso la porta a chiave>> mi raggiunge mio cugino rassicurandomi sottovoce avendo colto il senso di allerta sulla mia faccia.

<<ODDIO QUELLO È UN CANE?!>> urla terrorizzata Ella salendo sulla sedia.

Tutti la guardiamo abbastanza sconcertati non comprendendo il senso del suo esagerato gesto.

<<Già, come puoi vedere non è un topo perciò salire su quella sedia non credo ti aiuterà visto che per poco non è più alto di te>> la schernisce Nick.

Lupin fraintendendo il continuo farneticare e sguazzare di Ella si fionda verso di lei intento ad accettare la sua richiesta di gioco e per qualche minuto mi godo la scena sebbene, se solo volessi, tornerebbe qui immediatamente ma questa giornata è stata troppo triste e stressante per proibirmi un po' di leggerezza.

<<Fratello non credevo avessi una casa del genere, cosa te ne fai di quello sgabuzzino che offre il college?>> mi porge la birra Aron.

Afferro il bicchiere consapevole che se c'è qualcosa che può rilassarmi ora è questo insieme ad una nube di nicotina.

<<Parliamo di cose serie, non tenerci sulle spine, come procede la vita di coppia?>> chiede Nick con l'espressione di chi è sicuro di ricevere una bella risposta.

<<Una merda>> commento esausto prima di buttarmi sul divano.

L'unica coppia che funziona in questa casa è quella di fucili.

<<Ah le donne, perché sono tutte così drasticamente complicate?>> commenta Aron con tono parecchio filosofico, suppongo nemmeno lui stia vivendo la migliore delle situazioni.

<<Beh sapete che vi dico? L'amore ti scalda il cuore ma l'alcol, ti scalda tutto>> irrompe deciso Nick versandoci da bere convinto questo sia la soluzione a tutto.
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Dentro agli specchi non solo il riflessoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora