Capitolo 34

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Quando tutto è crollato, quando ti è stato portato via tutto, non c'è rifugio in cui tu possa contare.

Devi rimboccarti le maniche ed iniziare a costruirtelo, innalzare pareti solide con il cemento del tuo sudore o, se sei stanca di rifugiarti, combattere la minaccia sfruttando le tue risorse.

Io sono viva, sopravvissuta ma viva e non ho intenzione di trascorrere il restante dei miei anni a nascondermi e scappare per sempre, preferisco morire con la consapevolezza di aver lottato per la mia libertà.

<<Mi dispiace non so come sia potuto succedere>>

Seduti ad uno dei tavoli del locale, chiedo venia a George dopo essermi inventata di essere stata derubata da un passante mentre rientravo.

<<Chissà cosa credeva ci fosse in quel borsone, spero sia della sua taglia almeno>>

Con le mani vaga all'interno del suo scatolone magico contenente tutti i costumi estraendone uno meraviglioso, completamente costernato da glitter.
La disposizione dell'indumento è davvero particolare, ha la schiena del tutto scoperta e la gonna corta e sbarazzina ricoperta da delle rouge brillanti.
Dopo averlo passato ai raggi x per qualche minuto sotto i suoi sottili occhiali alla punta del naso, me lo porge.

<<È diverso dagli altri, ti creerà problemi>> dico dispiaciuta conoscendo bene il suo livello di impegno e meticolosità.

<<Se avessi perso o rotto tu il vestito avrei lasciato il tuo culetto a riposo per una settimana ma non è stata colpa tua e non devi pagarne le conseguenze.
Starai al centro della scena, così la distinzione sembrerà voluta>>
Si sposta sulla scena mettendosi nel nuovo posto da lui scelto illustrandomelo ed accenna qualche pezzo della coreografia così da capire come e dove direzionarmi, successivamente inizia a valutare se le luci valorizzino ugualmente in maniera adeguata la nuova disposizione.

<<George>> lo distraggo dalla sua analisi approfondita.

<<Vorrei parlarti anche di un'altra cosa>>
Batto la mano sul fondo della sedia più volte facendogli capire sia un discorso piuttosto serio e lungo così mi raggiunge senza graziarmi del suo solito umorismo e si siede accanto a me.

<<Cosa c'è cara>>

<<Beh ecco io..>>
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Calano le luci e l'atmosfera si fa più misteriosa ed intrigante,  gli unici led accessi si fanno spazio su di noi rendendo sempre più viva la sensazione di potere che percepiamo, così da gonfiare il nostro ego riversandolo nella qualità di movimento.

Tra una mossa sensuale ed una più dinamica non riesco a non accorgermi di come questa volta i loro occhi siano fortemente puntati su di me e gioco su questo perché è ciò che volevo, non è il vestito differente dalle altre ad attirare la loro attenzione su di me ma il fatto che io.. beh, non porti la maschera.

Non ho motivo di nascondermi perché amo ciò che faccio e ne vado fiera inoltre in molti ormai ne sono a conoscenza, anche chi non dovrebbe.
Quella di Tom è stata una minaccia velata, cerca di dirmi che mi conosce, che mi sorveglia.
Vuole incatenarmi fra i timori.
Non starò a questo gioco, anche il mio è un messaggio.

Non puoi piegarmi.

Terminata la coreografia non spreco neanche tempo nell'andare a cambiarmi così mi evito di recarmi nei camerini e scendo dalla pista riversandomi nella folla incredula ai suoi occhi.
Mentre cammino però percepisco degli occhi che bruciano un po' più degli altri sulla mia pelle, l' insistente sguardo di Jackson poggiato al bancone del bar con il suo solito alcolico in mano, decido di cambiare strada dirigendomi da lui così da salutarlo, so che avrà delle domande.

<<Capisco che ti avevo dato la mia benedizione, ma così mi metti a dura prova mi sembra eccessivo Arya>> confessa perplesso prima di passarsi la lingua fra le labbra.

Faccio un respiro profondo e mi avvicino drasticamente al suo volto godendomi la ventata di profumo intenso che emana.
Percorro la circonferenza della superficie del suo bicchiere con l'indice mentre la sua visuale cade sulla mia scollatura qualche minuto prima di tornare ai miei occhi quando inizio a parlare.

<<Ricordami quand'è che ho detto che la tua benedizione fosse di madornale importanza>> sorrido provocandogli la stessa reazione.

<<Posso offrirti un drink?>> mi chiede sfacciatamente un ragazzo che si intromette nella conversazione.

<<Non vedi che è impegnata?>> torna assolutamente serio Jackson.

<<Io non vedo nessun drink fra le sue mani, quindi a parer mio, no>> obietta testardamente.

Seccato allora, solleva il gomito dal bancone per mettersi ben in piedi e, senza levargli lo sguardo di dosso, afferra delicatamente la mia mano portandola a sé e ripone fra le mie dita il suo bicchiere.

<<Ripeto, non vedi che è impegnata?>> domanda serio serrando la mascella.

<<Tu sei fuori>>
Il suo atteggiamento basta a inquietarlo abbastanza da disinteressarsi e allontanarsi.

<<In cosa sono impegnata esattamente? Illuminami>> lo punzecchio mentre sorseggio il suo ormai ex cocktail.

In realtà la mia domanda è molto più di quella che è semplice ironia, testualmente noi due non siamo niente, non ci siamo più definiti amici dal nostro ricongiungimento, né amanti visto e considerato che quello che c'è stato fra noi tocca solo la sfera fisica e non sentimentale, credo.
Entrambe le definizioni non sarebbero adeguate perciò la sua risposta mi fungerebbe da chiarimento.

<<Che c'è, volevi il suo "drink"?>> virgoletta l'ultima parola chiaramente a conoscenza dei suoi reali intenti.

Il suo controbattere e la sua domanda mi portano a capire che cerca di comprendere lo stesso dalle mie di risposte.

Ti sbagli di grosso.

<<Rispondi>>

<<No rispondi tu>> facciamo botta e risposta.

<<Cosa ti cambia saperlo?>> chiedo scrutando nei suoi occhi.

<<Smettila con tutte queste fottute domande, da oggi qui dentro chiunque e dico chiunque vorrà e proverà a portarti a letto e lo sai meglio di me.
Voglio solo proteggerti!>> afferma con un pizzico di rabbia dettata dalla preoccupazione e dalle mie continue domande che lo mettono in difficoltà, amo farlo.

<<O forse è troppo forte quella lancinante morsa nello stomaco per far finta di niente?>> lo sfido.

<<E se fosse così?>> mi sfida a sua volta.

Perché tutto questo è così dannatamente intrigante ma difficile?

<<È così>> lo correggo con una sicurezza che poi in realtà non possiedo per niente.

Quanto vorrei sentirlo dire da te.
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Dentro agli specchi non solo il riflessoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora