Chapter 5

9.1K 364 65
                                    

"lo stanzino"

-------------

"Obbligo" rispose Marcus con la mascella serrata.

"Ti obbligo a sederti nelle ginocchia di Petra." Continuò Sebastiàn.

Marcus e Petra si mandarono uno sguardo di conferma, poi Petra sbattè due volte le mani sulle cosce, come segno di affermazione.

"Bene...Brandy, obbligo o verità?" Chiese Marcus facendo un sorrisino alla ragazza.

"Mhh...o-obbligo!" Disse lei muovendo le spalline avanti e indietro.

"Ti obbligo a baciarti Viktor."

La ragazza non ebbe un secondo di esitazione. Si tuffò tra le braccia del biondino palestrato e lo baciò con foga. Il bacio era ovviamente ricambiato.

"Mh, bene, basta. Abbiamo capito" borbottò Saya.

"Signorina Grace, obbligo o verità?"

Cazzo,

Sapevo per certo che se avessi risposto obbligo mi avrebbe fatto fare qualcosa di brutto, mentre se avessi scelto verità come opzione mi avrebbe chiesto qualcosa di disagiante, scomodo.

Rimasi in silenzio per qualche decina di secondi, poi risposi con obbligo.

"Chiuditi nello stanzino con Marcus. Finché non finiremo la partita rimarrete là dentro." Disse lei mimando un sorrisetto.

Quale stanzino? Perché proprio con Marcus?

Era ovvio, voleva rovinare l'amicizia con me e Maria. È da un po' che credo ci fosse qualcosa tra Marcus e Mari, ma ora ne ho la certezza.

Cercai di farle cambiare obbligo, ma non servì a niente, così mi misi a seguire Marcus, dato che non sapevo dove si trovasse questo "famoso stanzino".

Aprimmo la porta che portava all'interno dell'edificio, scendemmo una piccola rampa di scale e arrivammo davanti ad una porta di legno scuro, sembrava vecchia.

"Se non vuoi possiamo anche andarcene." Disse Marcus tranquillo.

"Si, così quando ci verranno a cercare non ci troveranno e segheranno la testa ad entrambi. Magari poi ci estraggono il cervello e se lo mangiano pure."

"Ma da dove ti vengono certe idee-" disse lui facendo uscire una piccola risatina. Fummo interrotti però da alcuni passi. Era Juan; voleva assicurarsi che saremmo entrati dentro lo stanzino.

Marcus aprì la porta e mi fece spazio così che potessi entrare per prima.

"No tesoro, col cazzo che io entro per prima. Prego" dissi io porgendo la mano in avanti, facendo cenno al ragazzo di accomodarsi per primo. La mia reazione provocò una leggera risatina sia da Juan che da Marcus.

Quando entrammo tutti e due nella piccola stanza capimmo quanto in effetti fosse stretta. Io soffrivo di claustrofobia, perciò non sarei riuscita a rimanere più di tanto là dentro.

Entrata dentro cercai di mantenere la calma, finché però non sentimmo la porta sbattere e qualcuno chiuderla a chiave. In quel momento ho perso il controllo, iniziai a sbattere le mie mani sulla porta finché Marcus non le prese e me le poggiò al suo petto.

"Ehi, stai tranquilla, la riapriranno quando avranno finito." Disse Marcus sussultando.

"Ne sei sicuro? Io non credo proprio." Risposi io piagnucolando. Marcus mi sorrise e sospirò. Cazzo quanto era bello e calmante quel sorriso.

"Come vuoi passare il tempo?" Chiese lui.

"Non ne ho idea, decidi tu." Dissi io sbuffando, cercando di tenermi sugli scaffali dietro di me per mantenere il controllo.

"Tu raccontami un po' di te, io ti racconterò di me" continuò lui.

"Ok, inizia tu."

"Bhe, non c'è molto da raccontare. I miei genitori sono mirti quando avevo nove anni, sono stato mandato in diverse case famiglia e nell'ultima in cui sono stato ho ucciso un po' di gente e bruciato l'intero edificio. Da quel giorno a qualche mese fa ho girato per le strade di ny a fare il barbone e cercare cibo tra la spazzatura, ed ora eccomi qua, in una scuola per assassini, di cui la maggior parte sono ricchi."

"Sai, non sembri per niente un assassino che precedentemente faceva il barbone senzatetto." Dissi io scherzosamente.

"Che intendi?" Chiese lui. Arrossii per il semplice fatto che era veramente un ragazzo carino, perciò non sembrava una persona avente questi precedenti, ma fortunatamente era buio e non si vedeva alcuna cosa.

"Niente, niente." Dissi io. In quell'istante, come dal nulla, iniziai a sentire una strana sensazione. Era come se mi mancasse l'aria, se stessi per impazzire. Iniziai a respirare con fatica, mi iniziarono persino ad uscire alcune lacrime.

"Ehi, tutto bene?" Mi chiede Marcus poggiandomi una mano sulla guancia.

Non risposi, continuai a respirare con fatica e piangere silenziosamente.

"Cazzo, hai un attacco di panico?"

Scossi la testa alla domanda del ragazzo. Non volevo farlo preoccupare, in più non sapevo come fosse avere un attacco di panico, non l'avevo mai provato, perciò non sapevo se quello fosse effettivamente un, appunto, attacco di panico. (Scusate il ripetersi delle parole, non son riuscita ad evitarlo😕)

Fatti per stare insieme // 𝐌𝐚𝐫𝐜𝐮𝐬 𝐀𝐫𝐠𝐮𝐞𝐥𝐥𝐨 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora