"Scommettiamo"
NB- Il nome intero della protagonista è Clarissa Elizabeth Grace
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"Dove vai ora?" Mi chiese lui mentre varcavo la soglia della classe.
"Il più lontano possibile da te." Risposi io a denti stretti, serrando i pugni con l'intendo di andarmene, ma si mise davanti a me con braccia conserte per impedirmi di uscire.
"Lasciami passare." Sussultai io spingendolo per farlo muovere, ma non si spostò di un millimetro.
"No."
Lo guardai dritto negli occhi con fare arrabbiato, ma questo peggiorò la situazione, perché si mise a ridere, sottovalutandomi ulteriormente.
"Tesoro, sei arrabbiata? Beh, lo sono anch'io. Smettila di ignorarmi." Borbottò lui.
"Faccio. Il. Cazzo. Che. Mi. Pare." Dissi io alzando le sopracciglia mentre pronunciavo lentamente le sei parole. Feci per tirargli un pugno nello stomaco ma mi bloccò.
"Che volevi fare? Sai benissimo che ho più esperienza di te, e che stranamente so difendermi molto bene." Ribeccò lui vantandosi.
"Sai benissimo che ho più esperienza di te." Lo imitai io sbuffando. Sapeva essere così odioso a volte.
"Ti prego, fammi passare."
"Ripetilo... sorridendo." Borbottò lui,
"Sei serio?" Chiesi io inorridita. Eravamo nel bel mezzo di una discussione, io ero stufa, arrabbiata e volevo uscire da quella classe e lui che faceva? Mi prendeva in giro e ci scherzava su.
"Non lo ripeterò, manco fossi in punto di morte.""Non ti farò uscire, manco fossi in punto di morte." Ripetè lui avvicinando il suo viso verso il mio.
Avanzai indietro e andai a sedermi il più lontano possibile da lui, aprii il libro di Chimica e mi misi a leggere il capitolo su cui il professore avrebbe interrogato l'ora dopo, non riuscendo però a concentrarmi perché il deficente poggiato sulla porta continuava a fissarmi e a canticchiare.
"La vuoi smettere cazzo!" Urlai io non troppo violentemente, sbattendo le mani sul banco. "Zitto, stai zitto per un fottuto minuto. Chiudi quella cazzo di bocca per un minuto, sennò giuro che-"
"Cosa? Cosa mi farai se non sto zitto?" Disse lui quasi scherzando.
"Ti sfido. Se riuscirai a mettermi k.o. farò quello che vorrai tu per una settimana, se invece succederá il contrario, beh..." annunciò lui avvicinandosi a me con stampato in faccia quel magnifico sorriso che solo lui poteva fare, e cazzo, faceva così effetto. Era l'unico che riusciva a farmi provare tali emozioni con solo un gesto, senza neanche uno sforzo...lo faceva e basta.
"Se perdi tu dovrai fare quello che voglio io. Per una settimana." Continuò Marcus posizionandosi davanti a me. Mi prese il viso a coppa, fece incrociare i nostri occhi per poi spostarmi una ciocca di capelli dietro l'orecchio, tutto ciò, senza ombra di dubbio, sorridendo.
"Ci stai?" Mi chiese, per un'ultima volta. La mia risposta è stata immediata, ero ipnotizzata dai suoi occhi marroni.
"Mhh," dissi mentre annuivo con la testa.
"Bene," sussurrò lui compiaciuto. Potrei mettermi a urlare in questo momento, iniziare a saltellare qua e là gridando dall'eccitazione, le emozioni erano troppo forti. E pensare che mi stava solo guardando negli occhi.
"Ci vediamo dopo l'ora di chimica nella sala di combattimento. Mettiti comoda." Disse sotto voce, per poi uscire dall'aula lasciandomi scioccata e confusa. Perché avevo detto di sì?
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Fatti per stare insieme // 𝐌𝐚𝐫𝐜𝐮𝐬 𝐀𝐫𝐠𝐮𝐞𝐥𝐥𝐨
FanfictionIN REVISIONE// COMPLETATA Se non hai incontrato l'amore, hai mancato il punto. Sei nato, hai vissuto, sei morto, ma hai mancato il punto. È un fallimento tremendo, un fallimento completo, un fallimento assoluto. Non hai colto l'intervallo tra le due...