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4 anni fa
il commissariato della polizia era quasi del tutto vuoto, quel giorno infatti erano presenti solo sei persone cinque poliziotti l'uno più stanco del altro e una ragazzina. dissero alla ragazzina di entrare in una piccola stana e lei lo fece, era una sala interrogatori lo capi dalla targa in metallo attaccata alla porta. le uniche cose presenti al interno di essa erano un tavolo su cui era poggiato un registratore due sedie in metallo ed uno specchio , guardo gli angoli della stanza e ci vide quattro telecamere se lo aspettava e questo la intimoriva adesso le sarebbe toccato pagare le conseguenze delle sue azioni eppure era convinta che questo giorno non sarebbe mai arrivato, si accomodo sulla sedia che si trovava sul lato destro del tavolo in modo tale da avere lo specchio difronte a se e dopo pochi minuti la porta venne di nuovo aperta e un poliziotto entro nella stanza. aveva un fascicolo e un quadernino sotto il braccio destro e un caffe fumante nella mano sinistra, l'aria stanca gli si poteva chiaramente leggere in faccia, persino gli occhiali non riuscirono a nascondere il gonfiore degli occhi, la barba incolta leggermente grigia oltre a dargli qualche anno in più dava maggior spessore al suo volto che risultava quasi sproporzionato rispetto al suo corpo, portava una camicia azzurrina e un pantalone nero, il distintivo che era l'unica cosa che lo faceva sembrare un vero e proprio poliziotto era attaccato alla sua cintura. si accomodo difronte a lei e inizio a scrutarla dal basso verso l'alto mentre sorseggiava il suo caffè e segnava alcuni appunti sul quadernino che aveva portato con se, c'era qualcosa di diverso in lui e jayden lo noto subito non sapeva se era qualcosa di negativo ma decise di non fidarsi, era meglio non rischiare << il tuo nome?>> gli chiese come prima cosa dopo aver acceso il registratore, lei non rispose si limito a tenere lo sguardo basso per evitare un qualsiasi contatto visivo era spaventata << ok te lo ripeto, qual' è il tuo nome?>> ripete alzando la voce e scandendo le ultime parole per essere più comprensibile, lei pero si limito ad alzare leggermente lo sguardo e a guardarlo per qualche secondo solo per conoscere la sua espressione facciale che come si aspettava era annoiata e stanca proprio come quella di suo padre, lui sbuffo stanco vedendo la poca collaborazione e appunto un altra cosa sul suo quadernino; successivamente prese il fascicolo che aveva portato con se e inizio a sfogliarlo << il tuo nome e jayden smith?>> chiese di nuovo sperando di ricevere almeno un cenno con il capo che pero non arrivo << sai parlare?>> inizio a pensare che la ragazzina fosse muta o qualcosa del genere ma era troppo stanco per attendere ore per una semplice risposta erano il suo doppio turno e non aveva tempo da perdere << senti ragazzina e stata una lunga giornata quindi rispondi a queste semplici domande, cosa puoi aver mai fatto di cosi grave ?>> prese di nuovo il fascicolo e inizio a sfogliarlo con più attenzione sgranando gli occhi una volta arrivato alla riga in cui erano scritte di cose cui era accusata << omicidio di primo grado e incendio colposo >> lesse con tono di voce basso, voleva che la ragazzina sentisse quelle cose per scoprirne la reazione ma il solo pensiero che quelle accuse potessero rivelarsi veritiere lo fecero rabbrividire, cosa l'aveva spinta a fare ciò << non te lo nascondo, se quello che c'è scritto qui e vero sei in un bel casino piccola>> disse sincero continuando a sfogliare il fascicolo incredulo davvero una bambina poco più piccola di sua figlia era in grado di fare qualcosa del genere e di non mostrare nessun emozione << hai veramente fatto le cose che ci sono scritte qui?>> il suo tono adesso era più preoccupato e lo sguardo non era più severo e annoiato ma più premuroso come se volesse dimostrargli che non c'era niente da temere, che poteva dirgli la verità e che sarebbe andato comunque tutto bene gli stava donando la sua fiducia eppure lei era ancora restia. jayden alzo lo sguardo e i suoi occhi castano scuro si scontrarono con quelli verdi del detective, non disse una parola rimase a fissarlo negli occhi per due interminabili minuti sapeva che l'avrebbe ingannata proprio come facevano tutti non si sarebbe fatta prendere in giro da un uomo << va bene devo fare una chiamata ti farò portare qualcosa da mangiare>> disse per poi recuperare tutti ciò che aveva portato con se, prima di uscire dalla stanza la guardo per un ultima volta provando pena per lei, e decise che avrebbe fatto di tutto per aiutarla. una volta arrivato al difuori del commissariato prese il suo telefono dalla tasca e compose un numero che conosceva a memoria, non lo fece con gioia era seccato al idea di chiederle aiuto sapeva che glilo avrebbe rinfacciato a vita << ma guarda un po' il mio fratellino james che decide di farsi risentire>> disse la voce dal altro capo del telefono con il suo solito tono allusativo << non ho tempo per i convenevoli, c'é una ragazzina qui in commissariato ho bisogno che vieni qui per verificare se sia in grado di capire quello che dico e molto piccola circa undici anni>> marlen accetto l'incarico e james nonostante odiasse chiederle aiuto si senti più tranquillo nel sapere che se ne sarebbe occupata lei, non era una di quelle persone in grado di occuparsi di bambini sconvolti. marlen arrivo al commissariato circa mezz'ora la conversazione, e appena ne varco la soglia james le venne incontro e l'accompagno difronte alla sala interrogatori << abbiamo provato a farle altre domande mentre ti aspettavamo ma non dice una parola>> marlen gli fece un cenno con la mano e subito james smise di parlare capendo che non aveva bisogno di tutte quelle informazioni << dammi solo il suo fascicolo e lasciaci sole, avremmo molto di cui parlare e salutami la piccola mery e da molto che non la vedo>> detto questo apri la porta in metallo e si ritrovo nella piccola stanza. si guardo intorno e subito un alone di disgusto prese possesso del volto << questo posto e disgustoso>> ammoni dopo aver lasciato andare un grunito di disgusto. subito dopo si accomodo sulla sedia libera e spense il registratore che james aveva lasciato acceso, ciò non passo inosservato a jayden che subito si chiese il perché di quel' azione << il mio nome e marlen e non ti preoccupare non ce bisogno che tu mi dica il tuo>> le disse sorridendole, jayden però ignoro quelle parole troppo impegnata ad osservarla e a cercare di capire le sue intenzione era come il detective che aveva incontrato poco fa o poteva fidarsi? , stava di fatto che anche in lei cera qualcosa di diverso riuscì a percepirlo non appena la vide entrare ma a differenza di prima questa cosa non la rese restia nel intrattenere una conversazione con lei, ma la mise a suo agio <<vedo che non hai toccato cibo>> disse indicando il piatto di ciambelle che era ancora pieno <<pensi siano avvelenate?>> chiese cercando un qualsiasi contatto con lei << a quanto pare se una persona di poche parole quindi arriverò direttamente al punto con te.... io posso aiutarti. posso fare in modo che non ti spediscano in riformatorio ma tu devi fare solo una semplice cosa per me..>> inizio dopo aver attentamente analizzato in suo volto << ok....>> rispose jayden con un filo di voce, decise per la prima volta dopo molto tempo di fidarsi forse perché quella donna somigliava cosi tanto a sua madre o forse perché ammaliata dai suoi vestiti appariscenti e il sorriso che le stava facendo o perché ormai era stremata, sta di fatto che era ignara che in seguito si sarebbe pentita di quella scelta << come immaginavo devi solo rispondere a due semplici domande, ok zuccherino ?>> jayden annui e subito marlen si preparo a porre le sue domande, doveva essere cauta per evitare di perdere anche quel minimo contatto <<la prima domanda potrà suonarti un po' cattiva non c'è bisogno di avere paura ma ho bisogno che tu mi risponda, poi prenderti tutto il tempo che vuoi, va bene?>> jayden fece cenno di si con il capo << hai veramente ucciso tuo padre?>> la domanda sembro fare eco nella stanza e per qualche minuto ci fu il silenzio più totale, jayden si aspettava quella domanda ma dire quello che aveva fatto le procurava strane sensazioni, non era triste era qualcosa di diverso provava pietà per se stessa ed era intimorita da ciò che era stata in grado di fare non aveva mai pensato di esserne in grado <<si..>> rispose infine <<puoi parlarmi di quello che è successo?>> lei ci penso per qualche secondo e poi inizio a raccontare lasciando andare tutte le emozioni che aveva cercato di reprimere e solo una lacrima bagno la sua guancia, le racconto della morte di sua madre e di tutto ciò che le aveva fatto in questi anni e di quanto si sentisse continuamente spaventata; marlen intanto annuiva e continuava a sorriderle si era appena resa conto di aver trovato una miniera d'oro una tra gli ultimi mutanti ancora in vita, nessuno sarebbe sopravvissuto a quel uomo << sei stata brava zuccherino ma adesso un ultima domanda poi ce ne andremo via di qui>> disse una volta che jayden termino il suo agghiacciante racconto <<lo prometti?>> marlen sgrano gli occhi sorpresa ma subito dopo riprese il controllo della sua espressione facciale, perse la mano di jayden tra le sue e la strinse affettuosamente continuandole a sorridere << ma certo zuccherino>> jayden le sorrise ricambiando la stretta <<è una domanda molto semplice, potresti dirmi il giorno del tuo compleanno?>> jayden rispose e subito dopo il sorriso di marlen si fece più intenso, aveva finalmente un vero e proprio mutante con se e non avrebbe permesso a nessuno di portarglielo via.

ho voluto questo capitolo per spiegare meglio il rapporto che c'è tra marlen e jayden, spero vi sia piaciuto. se trovate errori di scrittura ditemelo perché non avuto il tempo di correggere il capitolo
- c

𝚢𝚘𝚞 𝚊𝚛𝚎 𝚗𝚘𝚝 𝚓𝚞𝚜𝚝 𝚊 𝚗𝚞𝚖𝚋𝚎𝚛Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora