seicento metri. la loro corsa era finalmente finta. cinque si lascio cadere sulle ginocchia per la stanchezza e lascio che jayden si stendesse sul erba << a quanto pare siamo giunti al capolinea piagnucolone>> gli disse accennando un sorriso << ti conviene muoverti prima che arrivi qualche altro schiavetto di marlen>> continuo cercando di trattenere le lacrime. cinque sembrava non volerla ascoltare, in quel momento tutto gli sembrava lontano. tra poco l'avrebbe persa, forse per sempre, forse solo per qualche mese, eppure solo l'idea di stare cinque minuti senza di lei lo uccideva. era caduto vittima di una delle maledizioni più antiche, quella che aveva distrutto uomini e causato stragi, maledetto amore se non fosse stato per lui se ne sarebbe tornato a casa il prima possibile << cinque? mi stai ascoltando?>> chiese jayden allungando la mano nella sua direzione <<no...>> le rispose cinque con un filo di voce << io sono stanco...>> aggiunse infine prendendo la mano di jayden << vorrei tanto poter morire, qui in questo momento.. al tuo fianco, sarei grato se accadesse>> jayden strizzo gli occhi e lascio subito dopo la mano di cinque << che diavolo stai dicendo!>> gli urlo contro sentendo un rivolo di sangue scendergli da un angolo della bocca << tu non devi morire devi salvare tutti>> continuo stringendo i denti dal dolore << devi continuare a combattere, devi farlo perché solo in questo modo potrai rivedermi! quindi combatti cinque, combatti!>>, cinque chiuse gli occhi, voleva piangere, gridare e prendere a pugni qualsiasi cosa gli si parasse davanti a gli occhi ma non ne aveva più la forza, le braccia gli facevano male e le gambe sembravano non essere più attaccate al suo corpo << sono stanco di combattere jay, sono cosi stanco, ti prego dimmi che posso rimanere qui, dimmi che per te va bene se mi lasciassi morire qui al tuo fianco>> cinque cercava di trattenere le lacrime mentre il volto di jayden era ormai completamente bagnato, poggio la mano destra sul ventre di jayden sentendo il sangue caldo scorrergli tra le dita. era tutta colpa sua se solo non fosse mai uscito di casa <<no! anche se può essere dura devi continuare a combattere e anche quando ti sentirai morire non devi arrenderti! perché le persone come noi possono solo combattere, quindi alzati e salvaci tutti! alzati piagnucolone!>> aveva ragione, lei aveva sempre ragione << adesso vai...>> continuo con tono più fievole. cinque sapeva che non c'era altro modo, doveva lasciarla andare per il suo bene e per quello del intero universo, anche se il suo cuore si frantumava sempre di più ogni secondo che passava <<devi andare>> lo supplicava lei con le lacrime a gli occhi e il sudore che le bagnava la fronte, avevano passato le ore precedenti a combattere e a scappare da milioni di soldati venuti li per ucciderli << io starò bene>> continuo con tono di supplica mentre cinque le teneva premuta la ferita al ventre, anche il suo cuore era spezzato ma sapeva che non avevano altra scelta hazel li aveva avvisati su tutto ciò che sarebbe accaduto e aveva obbligato cinque a scappare più veloce che poteva <<non posso>> singhiozzo lui sentendo un peso sopra lo stomaco, non poteva portarla con lei ma non voleva vivere senza di lei <<non voglio rimanere senza di te>> ammise cinque accarezzandole il volto <<non c'è altro modo devi andare prima che sia troppo tardi>> aveva ragione e cinque lo sapeva, ma lasciarla andare era la cosa più difficile che avesse fatto in tutta la sua vita, si era dimenticato il dolore che si provava ad avere un cuore infranto <<ti prometto che faro di tutto per tornare da te ma adesso devi andare loro stanno arrivando>> continuo lei poggiandogli una mano sulla guancia, gli sorrise nonostante il constante bruciore che provasse al altezza della ferita. lui bacio le labbra per la prima volta e l'ultima volta e poi l'adagio lentamente con la schiena sul tronco del albero che si trovava alla sua destra <<già e proprio arrivato al momento sbagliato>> disse ironica la ragazza facendolo ridere malinconicamente. cinque raccolse la valigetta che cha cha gli aveva portato, guardo per un ultima volta jayden, adesso entrambi piangevano <<faro di tutto per riaverti>> le disse prima di aprire la valigetta, e di essere avvolto da un bagliore verde acqua. "troppe volte mi sono chiesto chi sono e non sono mai riuscito a darmi una risposta che mi soddisfacesse. nel apocalisse quando ero solo pensavo "io chi sono? Perché sono vivo?" A volte lo chiedevo alla mia Dolores ma lei non mi rispondeva, e adesso finalmente ho capito. io sono un numero, il cinque per l'esattezza, e anche gli altri sono solo numeri, tutti noi siamo solo numeri" era strano che quel pensiero si ripresentasse proprio in quel momento, forse perché si sentiva finalmente in grado di dargli una risposta; non riusciva a proteggere le persone che amava e stava per causare di nuovo la fine del mondo, non era nessuno solo uno stupido ed insulso numero, un assassino provetto e adesso era il momento di tornare nel suo modo quello a cui apparteneva ma di cui si era sempre sentito in più.
<< addio piagnucolone....>> disse jayden appena vide cinque essere avvolto da quella strana nube azzurrina << spero che tu viva una vita di cui essere orgoglioso>> la vista le si appanno sempre di più << adesso posso riposare sapendo che tu sei al sicuro>> lascio che gli occhi ormai stanchi le si chiudessero lentamente, mentre sperava che queste sue parole in qualche modo gli arrivassero <<vorrei davvero che tu fossi qui>> le ultime cose che riuscì a percepire furono la mano ancora appoggiata sulla ferita scivolava lentamente e un mormorio in lontananza.
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𝚢𝚘𝚞 𝚊𝚛𝚎 𝚗𝚘𝚝 𝚓𝚞𝚜𝚝 𝚊 𝚗𝚞𝚖𝚋𝚎𝚛
Fanfictiontroppe volte mi sono chiesto chi sono e non sono mai riuscito a darmi una risposta che mi soddisfacesse. nel apocalisse quando ero solo pensavo "io chi sono? Perché sono vivo?" A volte lo chiedevo alla mia Dolores ma lei non mi rispondeva, e adesso...