Sentii una voce metallica che dall'altoparlante dell'aeroporto finalmente disse: "Tra dieci minuti parte il volo diretto a Londra, ripeto, tra dieci minuti parte il volo diretto a Londra.". Realizzai che fra poco sarei dovuta andare via dalla mia amata Italia e dalle persone con cui ero cresciuta e alle quali volevo un bene dell'anima. Un velo di tristezza mi pervase ma solo per pochi istanti perché a risvegliarmi dai miei pensieri fu un enorme abbraccio di mia mamma che ricambiai immediatamente e che venne seguito da quello di mio papà e mia sorella.
Non mancarono le mille raccomandazioni di cui ne ascoltai metà perché, allo stesso tempo, c'era la mia sorellina che mi stava pregando di tenerla informata sulle cose che mi accadranno nel college in cui passerò il mio terzo anno di liceo. Subito dopo, toccò ai miei amici che si scagliarono verso di me e, tra lacrime e risate, mi salutarono nel modo più bello possibile. Le ragazze mi chiesero di mandargli subito le foto di eventuali ragazzi (o manzi, come da loro definiti) che avrei conosciuto nei prossimi mesi a Londra.
Arrivò il momento di salire sull'aereo. Salutai con la mano per l'ultima volta tutti i miei cari e mi incamminai sull'aereo per poi cercare il mio posto, che era situato vicino al finestrino. Mi metto gli auricolari e faccio partire la mia playlist degli One Direction prima di chiudere gli occhi e cadere tra le braccia di Morfeo, aspettando di arrivare a Londra.
Mi chiamo Vittoria Hopes, ho sedici anni, e sto per realizzare uno dei miei sogni più grandi. Frequento un liceo linguistico e alla fine del mio secondo anno, grazie ai miei voti alti in inglese, ho ricevuto una borsa di studio per andare alla St. George High School di Londra.
Eccomi qua. All'ingresso della mia nuova scuola, piena di valigie e ancora un po' assonnata per colpa del viaggio. Vedevo degli altri studenti con le divise e non potevo fare a meno di pensare che fra poco ne avrei avuta una anche io; mi è sempre piaciuta l'idea di avere una divisa scolastica e forse, anzi, molto probabilmente è dovuto al fatto che da piccola guardavo un sacco di film sugli adolescenti americani che ne avevano sempre una.
Vidi avvicinarsi una ragazza alta, però non più di me, con i capelli che le arrivano poco sopra le spalle color castano chiaro e gli occhiali. "Hey! Tu dovresti essere la nuova ragazza italiana. Benvenuta alla St. George! Io sono Viola" mi disse con un sorriso a trentadue denti. Pareva gentile, così le sorrisi anche io: " Piacere, Vittoria".
"Bene Vittoria, seguimi, ti faccio vedere la scuola", ancora non ci potevo credere. Senza pensarci due volte la seguii e, appena varcato l'enorme portone di legno e lasciatoci alle spalle i vasti prati del cortile, ci trovammo davanti ad un insieme di lunghi corridoi. "Di qua, alla tua sinistra, c'è l'infermeria" disse viola, "a destra il refettorio e infondo c'è la sala comune, dove passiamo un sacco di tempo. Ah, e al piano sotterraneo abbiamo la libreria e le palestre, fanno abbastanza inquietudine la sera, ti sconsiglio di andarci quando fa buio" Mi disse ridendo.
"Wow quanto è grande questo posto?!" esclamai sorpresa mentre salivamo le scale per andare al secondo piano, quelle delle aule e della mensa. Arrivando al terzo piano Viola si fermò: "E infine, i dormitori. Si trovano nelle due torri della scuola: se percorri questo corridoio e giri a destra, salendo le scale troverai quelli dei ragazzi, mentre se vai a sinistra e sali le scale, troverai quelli delle ragazze". Sto finalmente vivendo il sogno di quando ero bambina; non riesco ancora a crederci!
"Non vedo l'ora di far la conoscenza di tutti, specialmente dei ragazzi", dopo questa mia ultima affermazione iniziammo a ridere tutte e due.
"Penso che riuscirai a legare con un po' di gente perché la sera ci riuniamo spesso nella sala comune e poi ritorniamo insieme nelle camerate."
"Che figata!" esclamai. Mi sentivo come una bambina che apre per la prima volta i regali a natale. Penso che questa cosa si veda perché Viola si mise a ridere ancora una volta per poi aggiungere: "Sarai in stanza con me e Lucy Scott, è molto socievole, forse troppo, però sono sicura che ti divertirai con lei. Le tue valigie sono già in camera insieme alla tua divisa, andiamo?", io risposi ovvia: "Me lo chiedi pure?".
Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto:)
Lasciate un commento o una stellina se vi va<3
STAI LEGGENDO
𝐋𝐢𝐭𝐭𝐥𝐞 𝐓𝐞𝐞𝐧 𝐋𝐨𝐯𝐞
ChickLitFinalmente Vittoria parte per un anno di scambio in Inghilterra, a Londra, per studiare in un tipico collage inglese e inseguire la sua passione per la fotografia. La sua vita prenderà un'incredibile svolta quando conoscerà Harry Spencer; lui non è...