10. Che cosa siamo?

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Passammo l'ultima mezz'ora che ci restava prima del coprifuoco a stare abbracciati seduti su una panchina; non parlammo molto, il nostro silenzio valeva più di mille parole. Carpe diem. Cogliere l'attimo, ecco quello che stavamo facendo. "Penso che dovremmo andare" gli dissi. "Concordo" mi rispose lui dopo avermi dato un bacio sulla fronte. Arrivammo alle torri, dove lo salutai con un colpetto sulla spalla. Devo ammettere che ero imbarazzata da quel mio gesto, riuscirò mai a fare qualcosa di adatto alla situazione? A quanto pare no.

Feci un respiro profondo e aprii la porta della mia camera: la prima cosa che vidi furono Lucy e Viola ancora sveglie, e il perché già lo sapevo. 

"Dove cazzo eri finita?! Capisco un ritardo di dieci minuti ma non di un'ora! Per di più non rispondevi né a messaggi né a chiamate. La sera non puoi andare in giro, sono le regole e anche te le devi rispettare sai" mi disse Viola preoccupata mentre mi veniva in contro per controllare se stessi bene. "Non mi piace ammetterlo ma sono d'accordo con lei. Che diavolo stavi facendo?" mi rimproverò Lucy scuotendo la testa in senso di disapprovazione. 

"Smettetela con tutte queste paranoie, è tutto ok. Se ho fatto tardi ci sarà stato un motivo dopo tutto, no?" dissi catturando la loro attenzione. Per chiarire tutti i dubbi mi sedetti sul mio letto e iniziai a spiegare cosa era successo.

"Quindi Harry è nel tuo stesso corso? Amica mia, non so dirti se questa sia fortuna o sfortuna" scherzò Viola; "Il destino via ha pure voluti in coppia assieme, chissà come mai" mi prese in giro invece Lucy, interrompendomi nel mezzo della mia storia. "Dai smettetela!!" le rimproverai ridendo, per poi riprendere il racconto.

"...E dopo aver azionato la fotocamera, mia ha baciata!" confessai alle altre due incredule. "LUI HA FATTO COSA? SAPEVO CHE SAREBBE SUCCESSO!" urlò Lucy che sembrava addirittura più euforica di me. "Quindi adesso state assieme?" chiese andando dritta al punto. Il sorriso sul mio volto scomparve. A questo non ci avevo ancora pensato: che cosa siamo io e Harry? Non lo so nemmeno io. Se domani dovesse ignorarmi non saprei come comportarmi; non sembra il tipo da illudere una ragazza ma mai dire mai, giusto?

Alzai lo sguardo, notando che le due ragazze di fronte a me stavano ancora aspettando una risposta: "Non lo so" sussurrai.

Notando che i miei occhi si erano avvolti da un velo di tristezza, decisero di rimandare questa conversazione e andare a dormire, cosa che però non feci perché la mia mente era piena di dubbi che pretendevano di essere chiariti.

Mi svegliai a fatica, avevo gli occhi appesantiti e una sensazione di stanchezza pervadeva il mio corpo. Guardando l'orologio sbattei più volte le palpebre, mancavano cinque minuti alle otto... aspettate, MANCAVANO CINQUE MINUTI ALLE OTTO! Velocemente scesi dal letto e mi preparai il più velocemente possibile per poi correre giù dalle scale e dirigermi più in fretta possibile nell'aula di scienze.

"Signorina Hopes, lei è in ritardo e per di più non è in condizioni neanche lontanamente presentabili" mi fece notare la professoressa, scrutandomi dalla testa ai piedi. Solo in quel momento notai come ero uscita dalla mia stanza: la camicia non era messa dentro la gonna, la cravatta era disfatta mentre i calzini erano spaiati... che figura di merda.

"Mi scusi, non succederà più" risposi alla professoressa mentre la mia faccia diventava di un colorito simile a quello di un pomodoro. Lei mi diede il permesso di sedermi, e con piacere notai che c'era un posto libero vicino a Nat che se la rideva sotto i baffi.

"Ci sono un po' di cose di cui ti devo parlare" le sussurrai in modo di non essere sentita. Passammo l'ora intera a parlare dell'accaduto di ieri e anche lei mi confessò che stava progettando di chiedere a Michelle di uscire assieme. Fui contentissima di sentire quelle parole perché quelle due ragazze erano fatte l'una per l'altra e nessuno poteva convincermi del contrario.

𝐋𝐢𝐭𝐭𝐥𝐞 𝐓𝐞𝐞𝐧 𝐋𝐨𝐯𝐞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora