17. "Non un addio..."

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L'ultima cosa che mi sarei aspettata era proprio una partenza di Lucy così inaspettata. Ero contenta che lei fosse stata ammessa alla scuola dei suoi sogni? Sì, ero orgogliosa di lei. Però perdere un'amica con cui sono riuscita a legare così tanto in pochi mesi mi faceva male. Lei è sempre stata la spalla su cui piangere, la persona su cui contare, colei che non ti abbandona nel momento del bisogno.

Stavo aiutando Lucy a trascinare le valigie in giro per l'aeroporto, godendomi gli ultimi istanti che mi rimanevano con lei prima che partisse per Parigi. Insieme a me c'erano Viola, Dan, Luca, Nat, Michelle e Harry. Sei persone molto diverse le une dalle altre, l'unica cosa che avevano in comune in questo momento era lo stesso  sguardo triste, questa era una cosa che non si poteva evitare: stavamo per lasciare una ragazza che per tutti noi era importante. 

Sentimmo la solita voce metallica degli altoparlanti annunciare che il volo sul quale si sarebbe imbarcata Lucy sarebbe partito a breve. L'abbracciai per un ultima volta: "Mi mancherai tantissimo. Divertiti, fai nuove amicizie e dimostra a quegli stronzetti di Parigi che quel posto all'Accademia te lo sei meritato" le sussurrai all'orecchio, tenendola stretta a me. "E ricordati di non fare cazzate" dissi ridendo, "Stai veramente chiedendo a Lucy Scott di non fare cazzate? Sappiamo bene che sarà impossibile!" disse Dan che, avvicinandosi a noi, aveva ascoltato la conversazione. I due si dessero il pugno, era un gesto che li ho sempre visti compiere. Dopodiché Dan la strinse in un abbraccio, sussurrando qualcosa al suo orecchio che la fece ridere, lui ci riusciva sempre, anche nei momenti peggiori. 

Io intanto osservavo la scena, rendendomi conto del fatto che il giorno dopo non mi sarei svegliata per colpa delle canzoni che, già di mattina, faceva suonare a tutto volume e che poi iniziava a cantare a squarciagola. Non avremmo più potuto spettegolare insieme la sera, o neanche rilassarmi insieme a lei, abbracciandola nella sala comune.

Sentivo gli occhi pizzicarmi, ma cercai di tenere a bada le lacrime. Ad una certa sentii qualcuno toccarmi la spalla, mi girai e vedi Viola. Aveva la mia stessa espressione malinconica, potevo capirla: stava per lasciare andar via quella che era stata la sua migliore amica per tre anni. Rispetto a me però, Viola sorrideva: "Sono orgogliosa di lei" sussurrò.

Prima di andarsene Lu' salutò Luca. Probabilmente lui era la persona che stava soffrendo più di tutti. Non lo dava a vedere, ma stava molto male. Lucy gli diede un ultimo baciò e ci salutò. Poco prima di andarsene però si girò e ci sorrise: "Non deprimetevi troppo senza di me, ok? Ricordatevi che questo non è un addio, è un arrivederci"

Non avevamo molto tempo: dovevamo ritornare al college e prepararci per le lezioni. Si prospettava una giornata faticosa. L'essermi alzata alle sei non mi ha messo di buon umore e tantomeno l'ha fatto la partenza di Lu', per di più ora dovevo subirmi sei ore di spiegazioni di cui ne capivo la metà.

Lentamente passarono quelle fottutissime sei ore e arrivò l'ora di pranzo. Durante le lezioni né io né Viola avevamo avuto la forza di stare attente e tantomeno di parlare tra noi: eravamo entrambe immerse nei propri pensieri.

Dopo essermi seduta insieme agli altri Harry arrivò e si sistemò al mio fianco, appoggiando un braccio intorno alle mie spalle, offrendomi un po' di supporto. A tavola lui non era l'unico che cercava di tirare su il morale agli altri: Michelle tentava inutilmente di far sorridere Luca, che però sembrava avere la testa su un altro pianeta. Nat le fece un segnale con il capo per farle capire che era meglio lasciarlo in pace.

Proprio mentre quest'ultima ci stava raccontando di come, nella lezione di chimica, aveva rovesciato il contenuto di una fialetta sul progetto di un compagno, la professoressa di lettere si avvicinò a noi e chiese a Viola se poteva parlarle in privato.

"Finalmente la mia sorellina ha combinato qualche casino! Che avrà fatto? Avrà preso in prestito troppi libri dalla biblioteca?" scherzò Harry, scatenando le risate di Dan. "Ti conviene star zitto Spencer, considerato che la cosa più indisciplinata che hai fatto è stata rubare le merendine dalla mensa" li zittii io. 

Dato che Viola non era ancora tornata, salutai gli altri e salii in camerata insieme alle altre due ragazze, dopotutto volevo ancora sapere la fine della "storia della fialetta".
Poco dopo sentimmo bussare alla porta, io corsi ad aprirla, dato che pensavo che la mia migliore amica fosse tornata, ma davanti a me vidi Filippo: "Hey, hai per caso visto Viola? Ci eravamo detti che ci saremmo incontrati in biblioteca ma non era là" mi chiese un po' confuso. "Si è fermata a parlare con una professoressa, dovrebbe tornare a momenti. Se vuoi puoi stare qui con noi!" gli proposi.  Il biondo annuì ed entrò, salutando Michelle e Nat. Quest'ultima, approfittando dell'entrata di Fil, mi chiese: "Ho visto che a mensa stavi con Spencer, hai risolto con lui?".
"Sì dai, parliamo di Harnold!!" esclamò il biondo. Nel vedere il suo entusiasmo mi nacque un sorriso sul volto: Filippo amava i gossip tanto quanto Lucy, sarebbero andati d'amore e d'accordo se lei non fosse andata via...

Mentre parlavamo di Harry, Viola entrò in camera con un'espressione un po' contrariata in viso. "Che è successo?" chiese Michelle.
Viola sospirò: "Adesso che si è liberato un posto nel college, arriverà una ragazza a occuparlo. La professoressa mi ha chiesto di scriverle una lettera insieme a Vick dato che sarà la nostra nuova compagna di stanza".

Nel sentire quelle parole spalancai gli occhi: "Cosa?! Arriverà una che rimpiazzerà Lu'? Lei non è sostituibile! Col cazzo che le scrivo pure una lettera di benvenuto, per me se ne può tornare da dove è venuta!" sbottai.

"Neanche io ne sono molto convinta..." sussurrò Viola, stendendosi sul suo letto.
Per quel che mi riguarda sono già avvenuti troppi cambiamenti in questi giorni, potrei uscire di testa.

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𝐋𝐢𝐭𝐭𝐥𝐞 𝐓𝐞𝐞𝐧 𝐋𝐨𝐯𝐞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora