12. Drive-in

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Quando dalla macchina riuscimmo ad intravedere il drive-in, spalancai la bocca meravigliata. La mia vita stava iniziando a somigliare sempre di più alle serie tv che guardavo da piccola, e chi lo avrebbe mai detto? Era quasi come vivere un sogno ad occhi aperti!

Harry, accorgendosi del mio stupore voltò la testa verso di me e disse: "Cosa c'è? In Italia non ne hai mai visto uno?". "Be' sì... Non ho mai avuto l'occasione di andarci perché vicino alla mia città non ce ne sono".
Lui, sghignazzando, mi prese in giro: "Ma come? Una ragazza amante dell'arte come te non è mai andata ad un drive-in?"
"Ma smettila! E t-tieni gli occhi fissi sulla strada, deficiente!" gli risposi rossa di imbarazzo incrociando le braccia mentre lui si voltava, senza smettere di ridere.

Harry riuscì ad accaparrarsi un posto al centro della terza fila, uno dei migliori, da lì c'era una vista stupenda: il maxischermo dove, fra pochi istanti, sarebbe stato proiettato "Grease" si trovava proprio lì di fronte a noi; mentre tutte le altre macchine entravano, mettendosi ai loro rispettivi posti e prendendo cibi e bevande. Sembrava quasi che una macchina del tempo ci avesse trasportato nei miei tanto amati anni 80... Che emozione!

A dissolvermi dai miei pensieri fu una voce che chiamava il mio nome, girandomi vidi Harry ritornare all'auto con dei pop-corn e due coca cole in mano.

"Perché hai preso solo un cestino per i pop-corn?" chiesi confusa, aggrottando le sopracciglia. "O-oh ehm, io veramente pensavo che... s-sarebbe stato carino condividerle. Ma se non vuoi vado s-subito a prenderne un altro-" blaterò lui fino a quando lo baciai, per cercare di zittirlo. Il mio corpo si era mosso da solo, non saprei spiegare perché avevo fatto quel gesto, ma posso assicurare che non me ne pento. All'inizio sembrava un po' scosso da questa mia azione avventata, ma dopo si rilassò mettendo la mano sul mio viso per sentirmi più vicina. Ancora una volta il suo profumo perforò le mie narici, facendomi sentire le farfalle nello stomaco. Quando ci allontanammo l'uno dall'altra di pochi centimetri non dicemmo una parola, ci bastava guardarci negli occhi e goderci quell'attimo di pace... Come se tutti gli altri in quel momento non esistessero: c'eravamo solo io e lui.

Sussultammo quando tutte le luci del drive-in si spensero, segno dell'inizio di Grease; per stare più comoda appoggiai la testa sulla sua spalla mentre lui mise la sua mano sulla mia vita. Non posso mentire, ho adorato quel gesto.

Ridemmo e cantammo, rendendo questa serata indimenticabile; Harry è una persona completamente diversa da quella che avevo pensato che fosse la prima volta che ci siamo incontrati.

Purtroppo quando ci si diverte il tempo passa veloce, e anche Grease stava raggiungendo il finale. Pochi minuti prima della conclusione Harry si voltò verso di me: "Ho adorato questo film, ma c'è qualcosa qui che mi ha fatto ancora più felice sai?" disse avvicinandosi a me.
"Ah si? E allora dimmi, Spencer, che cos'è?" chiesi avvicinandomi anche io, come se stessi copiando i suoi movimenti.

"Sei tu" sussurrò lui prima di azzerare la poca distanza rimasta tra noi due. Le nostre lingue danzavano assieme, avevano l'una il bisogno dell'altra. Le mie mani stavano giocando coi suoi capelli mentre le sue erano strette sui miei fianchi, quasi come se avesse paura che io scappassi da un momento all'altro. Le altre persone iniziarono ad applaudire, segno che il Grease era finito, così lui mi desse un bacio sulla fronte e iniziò a fare manovra per andare al collage.

Ero così intenta a guardare le stelle, che brillavano nell'oscurità della notte, che nemmeno mi accorsi che in poco tempo eravamo già arrivati a destinazione. Prima dividerci Harry mi tirò su il mento con due dita, mi baciò, e sussurrò sulle mie labbra una cosa che non mi sarei aspettata di sentire stanotte: "Grazie, davvero".
Anche se stranita, non feci domande e mi diressi in camera mia. Chissà che avrà voluto dire...

Il giorno seguente, essendo domenica, mi trovavo con Dan e Viola in sala comune a parlare di Lucy e Luca che intanto erano andati a "prendere un cappuccino assieme".
"Vi immaginate? Adesso saranno lì a baciarsi davanti a tutti, facendo sentire gli altri più single di quanto non lo siano già!" esclamò ridendo Dan. "Ma sta' un po' zitto, va!" lo rimproverò Viola scherzosa, con un pugnetto sulla spalla. "Ok, ok, smetterò di parlare di quei due... ma questo non mi impedisce di chiedere alla mia cara Vittoria cos'è successo ieri sera!".

Viola alzò gli occhi al cielo: Dan era proprio un caso perso. "Chiedi pure quanto vuoi, tanto non te lo dico" gli risposi io con una linguaccia. "Daiii Vick! Non fare la stronza" iniziò a lamentarsi lui. Da lì iniziammo a litigare proprio come fanno i bambini, mentre Viola si stava esasperando per via del nostro comportamento: è dura essere la mamma del gruppo eh?

Da lì a pochi minuti entrò Harry. Fui felice di vederlo, ma volevo comunque evitare le domande imbarazzanti su ieri sera quindi gli feci cenno di non avvicinarsi, ma lui ovviamente non capì e venne a sedersi insieme a noi: proprio vicino a me. Quanto può essere stupido?

"Dato che Vick non vuole rispondere, dicci tu che è successo ieri Spencer!" disse ancora una volta Dan. Mi sta salendo un dubbio, non è che questo ragazzo sia la versione al maschile di Lucy?

Harry sembrò pensarci un attimo: "Be', quello che è successo è semplice da spiegare no?" disse prima di girarsi verso di me e baciarmi un'altra volta.
Ma è deficiente? Non sono abituata a queste dimostrazioni d'affetto in collage! Davanti a tutti per di più! Che ha nella testa quel ragazzo? Delle zucche?

Ad interrompere quel momento fu una voce che, purtroppo, mi era familiare: "Harry? Che cazzo fai?" Mi girai, e vidi l'ultima persona che desideravo vedere in quell'istante: Abbie Valentine.

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𝐋𝐢𝐭𝐭𝐥𝐞 𝐓𝐞𝐞𝐧 𝐋𝐨𝐯𝐞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora