"Hey, stai calma. Non sono quel tipo di ragazzo" disse Harry ridacchiando, "Ti agiti con poco, sai?" disse continuando a ridere. Devo ammettere che scappò una risata pure a me. Pareva simpatico, forse stava iniziando ad aprirsi con me? No , meglio non farsi illusioni...
"E comunque non hai risposto alla mia domanda" gli ricordai appena finii di ridere. In quel momento si irrigidì, smise di guardarmi e continuò a camminare dritto. Non ho mai visto una persona cambiare atteggiamento in modo così veloce. Ma che problemi ha questo ragazzo? E' palesemente lunatico. Io proprio non lo capisco.
Entrammo nel negozio, sempre stando in un silenzio religioso. Chiesi alla signora dietro il bancone se avesse potuto fare qualcosa per riparare lo schermo e lei mi rispose che sarebbe riuscito a farlo ritornare come nuovo. "Quanto ci vorrà?" le chiesi.
"Circa mezz'ora...". MEZZ'ORA? Non riuscirei a restare qui per tutto quel tempo con Mr. Lunatico senza dare di matto. "Se faccio in fretta magari ci impiego anche meno tempo!" mi tranquillizzò gentilmente la commessa.
Mi preparai mentalmente ai prossimi trenta minuti di imbarazzo tra me e Spencer. Per fortuna dovetti soffrire il suo silenzio solo per altri dieci minuti, fino a che non si decise a parlare: "Non sei obbligata a stare qua" sussurrò.
"Cosa?"
"Ho detto che non sei obbligata a stare qua. Il telefono te l'ho rotto io e quindi lo devo pagare. Per di più siamo qua senza permesso del Preside e se torniamo troppo tardi e ci scoprono finiremmo nei guai, non voglio che tu ci finisca per colpa mia"
Si girò e mi guardò negli occhi. Quelli di Harry sono bellissimi, mentre i miei sono quasi tendenti al nero: sono molto profondi ma spesso non esprimono allo stesso modo le emozioni come fanno gli occhi chiari. Nel suo sguardo intravidi tutta la gentilezza che mi aveva tenuto nascosto fino ad ora.
"Nah, preferisco stare qua..." dissi sorridendo, cosa che poi lui ricambiò. Quello era il primo sorriso sincero che gli avevo fatto da quando ci eravamo conosciuti. Iniziammo a parlare, devo ammettere che se vuole sa essere simpatico, questa gliela concedo.
Appena mi venne ridato il cellulare, uscimmo dal negozio e ci accorgemmo che si era fatto buio. Ci scambiammo uno sguardo preoccupato.
"Quindi adesso..." provai a iniziare una frase, che però non finii perché Harry mi interruppe: "A chi arriva primo?"
Iniziammo a correre verso la scuola, la poca luce dei lampioni mi aiutava a non scontrarmi contro di lui, che era davanti a me. Volevo vincere e allora giocai sporco: "Oh no Harry, il preside!" urlai indicando un punto a caso vicino alla scuola, lui come previsto si fermò spaventato mentre io lo superai e arrivai davanti al portone per prima!
Dopo poco mi raggiunse: "Non vale, hai barato!" esclamò mentre tutti e due scoppiavamo a ridere. "E ora come entriamo?" chiesi confusa; lui si guardò in torno e mi indicò una finestra socchiusa: "Quella dovrebbe aprirsi sulla mensa, entriamo da lì e prendiamo qualcosa da mangiare per poi andare in dormitorio. Ci stai?", io anuii di riposta.
Harry entrò per primo e gli riuscì piuttosto semplice, poi toccò a me e il salto dalla finestra mi pareva troppo alto da fare. Mi è difficile ammetterlo ma il mio metro e settanta, in questo caso, non era abbastanza.
"Dai! E' facile, prova!" mi incoraggiò lui, ma io gli ripetei per la centesima volta: "Non è facile! Io non ci riesco!".
"Ok aspetta ti aiuto io... ok ora ti fidi a saltare?", mi afferrò per i fianchi e mi aiutò a scendere. Appena toccato terra alzai lo sguardo e mi ritrovai col suo viso ad un palmo dal mio, le sue mani cingevano ancora la mia vita e il suo sguardo era fisso sui miei occhi.
"Ehm, adesso prendiamo qualche cosa da mangiare?" dissi imbarazzata, staccandomi da lui. "Suppongo di sì" mi rispose con un sorriso stampato sulle labbra.
Riuscimmo a rubare dei biscotti e subito dopo iniziammo a correre il più veloce possibile verso le torri per tornare in camerata.
"Qual è il tuo numero di camerata?" mi chiese appena arrivati.
"Il 4, perché?"
"No, nulla", sorrise timidamente.
"Be' allora ciao" lo salutai io, cosa che lui ricambiò. Iniziai a incamminarmi verso la mia stanza quando l'istinto mi portò a correre verso di lui: "Spencer!" lo chiamai. Lui si girò con aria confusa e lo abbracciai.
"Buonanotte" dissi, per poi dirigermi verso le camerate; questa volta per davvero.
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Hey luvs:)
Spero che abbiate gradito questo capitolo un po' più romantico del solito hihi<3
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𝐋𝐢𝐭𝐭𝐥𝐞 𝐓𝐞𝐞𝐧 𝐋𝐨𝐯𝐞
ChickLitFinalmente Vittoria parte per un anno di scambio in Inghilterra, a Londra, per studiare in un tipico collage inglese e inseguire la sua passione per la fotografia. La sua vita prenderà un'incredibile svolta quando conoscerà Harry Spencer; lui non è...