Capitolo 20

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Volevo solo andare a casa, ero stanchissima e il mio desiderio era esclusivamente quello di andare a casa a riposarmi e di rilassare la mia mente un po', lasciando fuori tutti i casini che avevo intorno. Volevo essere diversa, sapete quei film dove tutto va per il verso giusto e tutto si risolve con semplici parole o semplici gesti? Gesti come un qualcosa di magico, un qualcosa di surreale che solo pochi sono capaci di compiere.

In quel momento avrei proprio avuto bisogno di quella magia. Magia viene definita come la presunta capacità di dominare le forze della natura mediante il ricorso ad arti occulte di natura malefica o benefica. In quel momento avrei voluto cambiare le cose. Avrei assolutamente preferito trovarmi in un altro posto, un altro luogo. Avrei proprio preferito essere al di sopra delle nuvole. Si, intendo proprio nel cielo, quel meraviglioso posto che a guardarlo da qui giù sembra soltanto uno sfondo azzurro, come un qualcosa di infinito.

Avrei decisamente voluto essere in un aereo, proprio cosi, un aereo.

Sembra strano, ma è così. Ho sempre pensato che stare in aereo sia bellissimo. Pian piano che va sempre più in alto verso il cielo è come se ti dimentichi di tutto ciò che ti sta indietro, poiché vedi che tutto sotto i tuoi piedi è talmente piccolo che potrebbe anche scomparire da un momento all'altro. Ogni cosa è minuscola, le case, gli alberi, le persone..e tu ti senti talmente grande, ti senti il padrone del mondo ed è come se potessi controllare tutto in quella circostanza. Scompaiono tutte le paure, tutte le tristezze e tutti i rimpianti. All'improvviso ti senti come in paradiso, ovunque ti guardi, fuori dal finestrino, vedi solo l'azzurro del cielo.. quel cielo infinito che da una parte ti mette tranquillità e spensieratezza ma dall'altra può anche metterti ansia e terrore. A me no, a me tutto quello faceva rilassare e mi portava su di un altro mondo facendomi davvero dimenticare di tutto.

Adoravo viaggiare, visitare luoghi diversi, provare sensazioni differenti. Avevo sempre desiderato andare a Parigi. La consideravo una città meravigliosa, non perché veniva considerata 'la città degli innamorati' ma perché penso che sia un luogo ricco di meraviglie che sono degne di essere visitate. Ma era solo un illusione, uno stupido desiderio che in quel momento poteva soltanto rimanere tale.

Fantasticavo con la testa in quei luoghi meravigliosi di Parigi, mi sembrava quasi di sognare. Si, era proprio un sogno, solo uno stupido sogno, perché la realtà era diversa. La realtà era diversa, e in quello momento mi sembrava strana, si 'strano' era il termine giusto per indicare quella situazione.

Mi trovavo al parcheggio con Tayler dopo essere stata in trattoria a cenare. Li non eravamo soli, era molto buio ma eravamo riusciti ad intravedere la figura di una donna che pian piano iniziò ad aumentare il passo e a dirigersi verso di noi.

Adesso ero lì,  impaurita, ma nello stesso tempo mi sentii protetta da Tayler che con il suo braccio circondò la mia vita e mi spostò dietro di lui facendomi da scudo.

"Cassie rimani ferma e non ti agitare, risolvo tutto io" feci di si con la testa e indietreggiai un po'. Ebbi paura, moltissima paura. Chi era quella donna? Cosa voleva da me e da Tayler? Non mi seppi dare delle risposte, risposte che avrei voluto avere da qualcuno per avere un po' più chiara la situazione. Mi allarmai e non sapendo cosa fare ripensai alle parole di Tay che mi aveva detto di restare calma e di non avere paura. Feci un respiro profondo. Chiusi gli occhi e contai fino a dieci. Quando li riaprii apparve davanti a me un'immagine orribile, che non avrei mai pensato di vedere.

Tayler aveva appena dato un pugno a quella ragazza. Era una ragazza alta e formosa con i capelli tinti di rosso e con il pearcing al naso. Non mi sembrava neanche vero. Strofinai gli occhi per vedere se tutto ciò che stavo vedendo era reale o meno.

Era tutto vero, purtroppo. Io conoscevo Tayler e non avrebbe mai fatto una cosa del genere, mai. Il Tayler che conoscevo io era un ragazzo dolce, sempre gentile ed educato e non l'avevo mai visto fare una cosa del genere. Era uscito un altro lato del suo carattere opposto a quello che mi aveva sempre mostrato. Ma perché? Non mi spiegavo il motivo di quel pugno che Tayler aveva appena dato a quella ragazza.

"Tayler basta! Fermati" lo tirai per la camicia e lo spinsi il più lontano possibile. Rimase fermo in mezzo al parcheggio, seduto in un angolo e terrorizzato. Tremava. Scoppio a piangere e a singhiozzare. Era davvero sconvolto.

Aiutai la ragazza ad alzarsi. Appena si voltò il suo viso era pieno di sangue a causa del pugno che aveva colpito il suo naso con il pearcing che era addirittura uscito fuori. Mi guardo negli occhi e fuggi.

'Che cazzo hai fatto Tayler?' sbottai andando verso di lui.

Continuava a piangere e a non dire una parola. Aveva il respiro corto.

'Ehi..chi era quella ragazza?' lo guardai fisso negli occhi scuotendolo per farlo calmare.

'È tutto un casino Cassie' lo abbracciai rassicurandolo. Le innumerevoli lacrime rigavano il suo volto e in quel momento aveva solo bisogno di me ed io ero li, per lui.

Spazio autrice:
Questo è uno dei capitoli tra quelli che ho scritto che ho scritto davvero scritto con facilità perché tutto mi è uscito dal profondo del cuore. Vi ringrazio per le visualizzazioni e per le recensioni. Un bacio a tutti.

-Erika

-La ragazza dal finto sorriso-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora