Capitolo 5

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..Sarei dovuta andare da Matty tra trenta minuti. Dovevo ancora fare italiano per domani. Finii in poco tempo fortunatamente, non sarei voluta arrivare in ritardo.

Andai a prendere il motorino dal garage e partii. Passai prima a mettere la benzina al rifornimento più vicino per evitare di rimanere a piedi da un momento all'altro.

Dovetti andare all'edicola per comprare del materiale per il progetto che avremmo dovuto fare io e Matty il pomeriggio. Comprai dei cartoncini e degli uniposca neri.

Arrivai da Matty alle 16:30.

"Chi è?" suonai il campanello.

"Sono Cassie" aprì la porta.

"Ciao Matty" lo salutai entrando.

"Ciao, vieni saliamo in camera mia.

Lo seguii.

La sua camera era molto grande. Le pareti erano dipinte di blu, il letto era vicino al balcone che affacciava su un parco pieno di alberi con poche foglie di un giallo che andava sul marroncino. Aveva molti poster di giocatori di basket, ma la stanza non era molto accogliente perchè Matty si era trasferito in quella casa soltanto da poche settimane e proprio per questo c'erano ancora molti scatoloni da svuotare sparsi nella stanza.

Entrai e Matty mi fece sedere in una sedia vicino la scrivania. Aspettai due minuti perché lui dovette prendere un'altra sedia dalla stanza li di fronte.

Iniziammo a fare delle ricerche sull'argomento di storia che ci aveva assegnato la prof e le stampammo così da attaccarle nel cartoncino che avevo comprato pochi minuti prima. Dopo circa un'oretta ci fermammo per fare una pausa e mangiare qualcosa. Avevamo già fatto un bel po' di lavoro.

Matty portò un pacchetto di patatine e due lattine di Coca-Cola che finirono dopo soli 3 minuti.

Dopo aver mangiato iniziammo a parlare un po' in generale della scuola e del progetto di storia, ma anche dei nostri compagni e dell'uscita della sera precedente.

....

"Ehi Matty sei a casa?" sentii una voce provenire dal piano di sotto.

"Si mamma, sono in camera mia!"disse alzando la voce per farsi sentire.

Sentimmo dei passi che si avvicinavano sempre di più. Qualcuno bussò alla porta.

"Ciao figliolo. Emmh ciao, tu dovresti essere Cassie!" disse la mamma di Matty.

"Si sono io!" mi alzai per salutarla "piacere di conoscerla!".

La mamma di Matty era una donna abbastanza giovane, sulla quarantina. Era alta, bionda e ben vestita.

Era proprio bellissima..Ecco da chi aveva preso Matty.

Dopo esserci salutate lei usci:"buon lavoro ragazzi, continuate pure".

Quando restammo soli feci a Matty i complimenti per sua mamma. Ero rimasta davvero colpita dal suo fascino.

"Complimenti, tua mamma è davvero una bellissima donna" dissi sorridendo.

"Grazie Cassie!" disse lui fiero.

"E tuo padre invece?" chiesi curiosa.

Lui non rispose e si girò dall'altra parte.

"Ehi Matty tutto bene?" chiesi incuriosita mettendo la mia mano sulla sua spalla in modo da farlo girare.

"Si,Cassie. Beh in realtà mio padre non c'è più." disse scoppiando a piangere.

"Oddio Matty mi dispiace, se avessi saputo non avrei preso il discorso, scusami." gli diedi un abbraccio confortevole.

"Stai tranquilla Cassie, non è colpa tua. Ogni tanto ripenso a lui, al giorno in cui è morto, al giorno di quel fottuto incidente e scoppio a piangere, mi sfogo e poi passa tutto." disse asciugandosi le lacrime che rigavano il suo volto.

"Va bene, continuiamo il progetto e non pensiamoci più" risposi io accarezzandogli la spalla cercando di cambiare il discorso.

Riprendemmo il lavoro, ci mancava soltanto un'altra ricerca, poi avremmo dovuto realizzare la mappa concettuale nel cartoncino.

Dopo aver finito il lavoro decisi di andare a casa per la cena. Anche se la mamma di Matty si era offerta gentilmente di ospitarmi per la cena.

Mia mamma avrebbe preparato l'arrosto e quindi non sarei potuta mancare di certo.

'Cavolo pioveva' ero andata da Matty con il motore. Non sarei potuta tornare a casa adesso.

"Dai ti accompagno io con la macchina" disse lui.

"No vabbe stai tranquillo adesso chiamo mia madre" risposi afferrando il telefono in mano.

"Non c'è problema, ti porto a casa io"disse prendendo le chiavi della sua macchina dal tavolo.

A questo punto non rifiutai, anche perché mi avrebbe fatto molto piacere passare ancora del tempo con lui.

"Per il motore come facciamo?" chiesi io.

"Stai tranquilla domani pomeriggio lo riporto a casa tua!" rispose facendo l'occhiolino.

'Non avrebbe soltanto portato il motore da me, ma sarebbe venuto lui da me' pensai accennando un sorriso.

"Va bene, adesso andiamo!" dissi io uscendo dalla sua stanza.

Andammo giù per le scale e fuori dalla porta per recarci in macchina.

Aprii lo sportello e salii.

"Bel pomeriggio eh Cassie!?" chiese lui.

"Si",risposi, se non fosse stato per la pioggia sarebbe stato perfetto" deglutii accorgendomi di ciò che avevo appena detto.

"Ci sarà una prossima volta allora!" esclamò sicuro di se.

"Si può darsi" risposi facendo la vaga così da non dargli troppa importanza.

In realtà ero ancora un po' in imbarazzo non sapevo cosa dire e c'era un silenzio abbastanza imbarazzante.

Arrivammo da me e lui mi slacciò la cintura di sicurezza. Stavo per aprire lo sportello, quando mi sentii afferrare da dietro.

-La ragazza dal finto sorriso-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora