༄
Erano ormai le quattro passate quando riuscii finalmente a prendere sonno.
Addormentarmi, quella notte, si era rivelata un'impresa titanica. Avevo continuato a girarmi e rigirarmi sotto alle coperte, un occhio sempre aperto e puntato verso la porta socchiusa con la folle paura di vederla spalancarsi da un momento all'altro. Il mio timore non riguardava tanto Adam, quanto piuttosto qualche altra presenza sinistra. Se c'era lui doveva esserci per forza qualcun altro, giusto? Volevo assolutamente evitare di ritrovarmi sul cuscino accanto al mio la testa di un altro fantasma.
Con il passare delle ore avevo sorprendente iniziato a lasciare spazio a una nuova consapevolezza. Forse si era trattato davvero di un sogno, o forse di un incubo. Forse il fantasma di un ragazzo morto più di vent'anni prima non si aggirava realmente per quella casa, e io mi ero immaginata tutto. Magari si era trattato semplicemente di una specie di meccanismo di difesa allo stress causato dal dover passare due mesi in quel posto infernale. Sì, doveva proprio essere così. Del resto Adam non si era più fatto vivo – bella battuta, Rose – e neanche altri fantomatici abitanti dell'oltretomba.
Era stata quell'idea a farmi finalmente addormentare all'alba. Mi tranquillizzava pensare che si trattava solo di un malvagio scherzo del mio cervello.
Quando le urla di mio fratello al piano di sotto mi svegliarono alle nove del mattino, mi pentii amaramente di essere rimasta sveglia fino a tardi. Mi rigirai ancora un paio di volte sotto alle coperte, attorcigliandomi il lenzuolo tra le caviglie come una mosca nella ragnatela, ma inutilmente. Dopo i primi secondi di pura pace mentale, l'immagine del viso di Adam mi si parò dietro alle palpebre, facendomi sobbalzare sul letto.
Mi misi a sedere e mi guardai intorno. La camera era avvolta nel totale silenzio. I miei vestiti del giorno prima erano ancora sparsi sul pavimento, esattamente dove li avevo lasciati in un momento di pigrizia, e dalla tenda filtrava flebile la luce di quel mattino d'estate.
Nessun fantasma in vista. Niente di niente.
Mi alzai con un po' di fatica, dolorante a causa del nuovo materasso, e mi infilai le pantofole. Uscii nel corridoio in punta di piedi, senza smettere un attimo di guardare nei paraggi. Ero un po' più tranquilla, certo, ma avevo ancora paura di veder sbucare quel tipo strambo da un momento all'altro. Una volta che mi fui assicurata di essere sola scesi le scale di corsa, quasi come se temessi di essere trattenuta al secondo piano e di non poter più fuggire.
Il resto della mia famiglia era già riunita al tavolo della cucina. Non appena entrai sentii tre paia di occhi puntati su di me, e nella stanza calò un silenzio tombale.
Fu mio padre il primo a spezzare la tensione. «Buongiorno, streghetta. Ti senti un po' meglio?»
Annuii e mi versai il succo d'arancia nel bicchiere. Accanto a me, Billy mi fissava con uno sguardo concentrato.
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Almost Dead
Teen FictionSTORIA VINCITRICE WATTYS2022 ! A Rose non piacciono molte cose. Tanto per cominciare odia il suo nome. No, non Rose: quello vero. Non è facile andarsene in giro con il nome di una tizia che in un film degli anni Sessanta ha dato alla luce il figlio...