༄
Passare il tempo con Adam mi aiutava a non pensare.
Non riuscivamo a staccarci l'uno dall'altra. A colazione, Adam si divertiva a spostare il latte sul tavolo per non farmelo prendere, per poi ridere davanti alla mia espressione scocciata. Spesso mi obbligava ad ascoltare della musica insieme, o a raccontargli tutte le cose che si era perso in quei vent'anni: per poco non cadde dallo stupore quando scoprii che David Beckham e Posh Spice avevano avuto quattro bambini.
Stare con lui era divertente, perché nonostante a separarci ci fossero due decenni e un muro invisibile era come se ci conoscessimo da tutta la vita. Per la maggior parte del tempo cercavo di non pensare al fatto che nel giro di meno di due settimane non lo avrei più visto, e soprattutto che se fossi riuscita a trovare il colpevole della tragedia lui sarebbe scomparso per sempre.
Mi ero autoconvinta che potessi farmi bastare quel poco tempo insieme, quelle limitazioni che andavano ben oltre il nostro volere. Ma più passavano i giorni, più sentivo il peso di quella distanza incombere su di me.
Una mattina, poco dopo colazione, mio padre mi chiese di raggiungerlo in cortile.
Quando arrivai lo trovai seduto sotto a un gazebo improvvisato, le gambe accavallate e le labbra distese a godersi il sole tiepido. Mi accomodai nella sedia davanti a lui, e solo allora le sue palpebre si aprirono.
«Bella giornata, non è vero?»
Annuii e mi appoggiai contro lo schienale. L'autunno stava arrivando a passo svelto, portando con sé un venticello fresco che mi solleticava le braccia nude.
Mio padre si schiarì la voce, e la sua espressione si fece d'improvviso più seria. «C'è una cosa di cui vorrei parlarti.»
Restai in silenzio, invitandolo a continuare.
«So che se avessi potuto scegliere non saresti mai venuta qui. E so anche che il mio lavoro non ha conseguenze solo su di me, ma anche su te e Billy», si passò una mano nella barba incolta e spostò lo sguardo verso i cespugli davanti a noi. «Per lui è più facile, è ancora un bambino. Riesce a trovare qualcosa di interessante ovunque. Ma per te è diverso, e vorrei dirti che ti ringrazio per aver dato corda a tutte le mie assurdità in questi anni.»
Mi rivolse un sorriso che mi ritrovai a ricambiare senza accorgermene. Non avevamo mai avuto questa conversazione, e apprezzavo che mio padre si fosse reso conto di quanto la sua carriera avesse limitato le vite mie e di Billy. D'altra parte, però, non potevo fargliene una colpa: ci aveva dato tanto, molto più di quanto ci avesse tolto.
«Ho notato che passi molto tempo da sola. Non esci più con quel ragazzo che abita nella casa difronte?»
Mi scappò da ridere, e mi morsi l'interno della guancia per trattenermi. Se solo avesse saputo che passavo le mie giornate in compagnia di un fantasma con la parlantina e un sorriso da farmi perdere la testa.
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Almost Dead
Ficção AdolescenteSTORIA VINCITRICE WATTYS2022 ! A Rose non piacciono molte cose. Tanto per cominciare odia il suo nome. No, non Rose: quello vero. Non è facile andarsene in giro con il nome di una tizia che in un film degli anni Sessanta ha dato alla luce il figlio...