Capitolo 29

8 0 0
                                    

Mi sento scuotere dalla spalla.

Apro gli occhi di scatto e una luce mi arriva dritta in viso.

Giro lo sguardo e mi spunta un Liam sorridente alzato.

"Siamo atterrati" mi confessa sorridente.

Spalanco gli occhi e guardi attentamente fuori dal finestrino e noto che siamo all'eareoporto di Londra.

Mi slaccio la cintura e mi alzo dal mio posto seguendo Liam fuori l'aereo.

Entriamo all'aeroporto e andiamo a prendere i nostri bagagli che dopo 15 minuti riusciamo a prendere e usciamo dalla porta.

Un sacco di gente mi spunta davanti che cercano i propri parenti o amici.

"I miei non sanno quello che faccio a LA" mi avverte Liam nel frattempo che percorriamo il corridoio.

Annuisco comprensiva, se non vuole far sapere quella doppia vita ai suoi genitori sono decisione sue. Dopo due secondo noto Liam alzare la mano a due signori che ci notano subito dopo.

Ci avviciniamo ai signori e subito Liam li abbraccia calorosamente.

"Che bello vederti piccolo mio" dice la signora accarezzando suo figlio per tutto il viso.

"Mara non è un bambino" la rimprovera il marito.

"Per me rimarrà sempre il mio piccino" dice convinta la signora.

Una risata mi esce dalla bocca e tutti si girano verso di me.

"Mamma, papà, lei è Hope la mia ragazza, Hope loro sono i miei genitori Mara e Jonh" mi presenta Liam.

"È un piacere conoscervi signori" dico cordiale allungando la mano verso i signori.

Guardano stranito la mia mano e mi accolgono con un grosso abbraccio.

"Ma che signori, dacci del tu" mi dice sorridente il padre di Liam e annuisco sorridendo.

"Che bella che sei, di più delle foto che mi mandava Liam" dice prendendomi il viso tra le sue mani.

Giro lo sguardo verso Liam che fa spallucce per poi ridacchiare per la smorfia che mi ha fatto fare con le mani Mara.

"Avrete fame, andiamo" dice Jonh facendo strada fuori dall'aeroporto.

"Papà ti ricordo che a LA erano le 8 p.m" lo informa il figlio al padre.

"Ma vi siete fatti 6 ore di viaggio" continua la madre che mi tiene a braccetto.

"Bhe... un piccolo languorino ce l'avrei" dico massaggiandosi la pancia che mi brontola.

Arriviamo davanti ad una Rang Rover bianca che con la chiave Jonh apre e saliamo le nostre valige per poi salire nei posti di dietro.

Per tutto il viaggio guardo fuori dal finestrino.

Non sono mai stata in Inghilterra ma ho sempre avuto la passione per Londra e adesso che sono qua non mi sembra vero.

"Ti piace?" Mi chiede la signora dal posto davanti.

"Tantissimo" dico con gli occhi sempre a guardare fuori.

Arriviamo in un quartiere pieno di villette e la macchina si ferma poco dopo davanti ad un cancello che il padre di Liam apre con un telecomandino ed entriamo.

"Questa è casa tua?" Chiedo con la bocca aperta.

"Dei miei" precisa Liam.

Annuisco guardando la grande casa di fuori.

La macchina si parcheggia e scendiamo per poi prendere le nostre valigie.

Percorriamo il vialetto e non appena davanti Jonh apre la porta con le chiavi facendoci segno di entrare per primi.

Sto guardando tutta la casa con la bocca aperta per la bellezza.

"Avete una casa bellissima" mi complimento.

"Grazie tesoro" risponde cordiale Mara.

"Vieni ti faccio vedere la mia camera" Liam mi prende per mano e mi fa salire le scale per arrivare al primo piano, percorriamo un piccolo corridoio e apre una porta.

Una vasta stanza mi spunta davanti, stile da un vero Londinese.

Appena dentro un letto al centro della stanza si fa vedere all'istante, alla sua destra una grande scrivania con tante foto e scartoffie e a sinistra una porta che credo sia la cabina armadio.

"È davvero bella" mi giro verso Liam che è rimasto appoggiato allo stipite della porta.

"Sono davvero contento che lo pensi, pure perché dormiremo qua" dice entrando in stanza con un gran sorriso in viso.

"Insieme? I tuoi non..." non saprei come dire appunto ci indico e lo vedo ridacchiare scuotendo la testa.

"I miei sono dei genitori molto moderni, sapevano già che se ti avessero preparato la stanza degli ospiti sarebbe stato inutile" mi confessa avviandosi sempre di più a me.

"Sono contenta di essere qui" confesso guardandolo dal basso.

"E io sono contento che tu sia qui con me" dice poco prima di abbassarsi verso di me e lasciarmi un dolce bacio sulle labbra.

•A Life Turned Upside Down• L.PDove le storie prendono vita. Scoprilo ora