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Jane iniziò a correre verso la giungla, cercando di fuggire da Uncino e i suoi uomini. I vestiti che indossava erano ancora tutti bagnati e lasciavano delle normi impronte sul terreno fangoso.

"Dannazione", pensò la ragazza, rendendosi conto di star lasciando delle tracce più che evidenti ai pirati. Si fermò un attimo per riprendere fiato e si guardò intorno, cercando un modo per coprire le sue tracce, ma fu tutto inutile. Alle sue spalle, si potevano udire dei passi veloci e decisi, così Jane ricominciò a correre, ma finì per inciampare su un tronco caduto. Il suo viso si sporcò di terra e la camicia divenne piena di erba e fango.

«Da questa parte!» le sussurrò qualcuno alla sua sinistra. Jane fece per girarsi verso la voce ma fu afferrata di colpo per il polso e trascinata dietro un albero. «Shhh.» le disse la principessa giglio tigrato, mentre si portava un dito alle labbra.

«Capitano, le tracce si interrompono.» i pirati si precipitarono sul punto preciso in cui, poco prima, Jane era caduta. «Non sarà stato mica un maleficio?» aggiunse Cecco, ricevendo una gomitata da Spugna.

«E se avesse volato?» chiese Denteduro, avanzando verso Uncino. «Dopotutto, è la figlia di Peter Pan, capitano.» quest'ultimo ringhiò e diede una spinta al pirata che lo stava infastidendo.

«Avanzate, miei ratti di fogna!» urlò poi, ricominciando a camminare. «Ho un buon presentimento.»

«Che cosa avete in mente, capitano?» gli sussurrò il nostromo.

«Ma non te ne rendi conto, Spugna? Siamo vicini al territorio indiano: i pellerossa conosco l'isola meglio di me e del mio vascello. Se la ragazzina è passata da queste parti, sono sicuro che sia già sta accolta da qualcuno.» i pirati ripresero tutti il loro cammino, seguendo Uncino e il nostromo della Jolly Roger che erano più avanti rispetto al resto della ciurma.

«Chi sei?» chiese Giglio Tigrato alla ragazza, mentre Jane si guardava un ultima volta intorno per controllare che i suoi inseguitori si fossero allontanati.

«Jane...sono la figlia di Peter Pan.» la principessa sbarrò gli occhi e fece dei passi all'indietro, cacciando il suo coltello dal manico e puntandolo contro la ragazza. 

«Bugiarda!» le urlò contro, facendole sbattere la schiena contro il tronco dell'albero. A causa dell'impatto inaspettato, i capelli della fuggitiva si spostarono dalla fronte, rivelando una piccola cicatrice sul lato destro. «Impossibile.» sussurrò Giglio Tigrato, abbassando il coltello. «Per questo i pirati ti stavano cercando.» Jane la guardò incuriosita. «Tu sei sua figlia! Perché sei scappata?»

«Intendi da Uncino?» la principessa annuì titubante. «In realtà, è un po' complicata la cosa. Capitan Uncino mi ha rapita e mi ha portata all'Isola che non c'è. Sono scappata dalla sua nave dopo aver scoperto che ha intenzione di usarmi per poter uccidere mio padre.»

«Tuo padre?»

«Peter Pan; immagino sia questo il nome con cui lo hai conosciuto.» la ragazza annuì. «Tu, invece, sei la principessa Giglio Tigrato, non è così?» le chiese Jane, sorridendo.

«Si, sono io.» la principessa fece un piccolo inchino. «Mi dispiace per prima, ma ho pensato che fossi una pirata.» aggiunse indicando il cappello che Jane stava indossando. 

«No, non lo sono.» le rispose, togliendosi il cappello. «Non ti ho ancora ringraziato per avermi salvata.» Giglio Tigrato sorrise. «Non è che potresti farmi un altro favore? Mi piacerebbe molto visare il nascondiglio di mio padre, ma non so dove sia.»

«Ti ci posso condurre io.» disse la principessa, porgendole la mano. Jane l'afferrò e la strinse, ringraziandola. Giglio Tigrato accompagnò la ragazza fino all'Albero dell'Impiccato, dove una volta si trovava il nascondiglio di Peter Pan. 

«Sei stata molto gentile: grazie.» le disse Jane, avvicinandosi alla fune che apriva l'ingresso del rifugio del padre. La principessa le sorrise e si allontanò, lasciandola la sola. Jane tirò la fune e aprì una sorta di porta nascosta dalla corteccia dell'albero. «Wow.» sussurrò, mettendo un piede dentro il passaggio buio. La ragazza cadde a causa di uno scivolo e si ritrovò all'interno dell'albero. Oramai pieno di polvere, davanti a sé vide un letto con le coperte rifatte e una lunga tavola, con diverse sedie e un trono; sul lato sinistro, vi era una sorta di parete piena di armi tra cui spade, archi e pugnali e dei letti, probabilmente quelli dei Bimbi Sperduti. Jane fece un giro per il nascondiglio e sorrise, sentendo una strana sensazione invaderle il corpo. Sin da piccola, aveva sempre sognato di visitare l'albero dell'impiccato e ancora non riusciva a credere che, proprio in quel posto, i suoi genitori si erano innamorati. La ragazza si avvicinò al tavolo e vi posizionò sopra la spada con la bandana rossa e il coltello che aveva rubato sulla Jolly Roger; in mano, teneva ancora il cappello che gli aveva dato quel pirata. Jane lo lanciò a terra e si tolse anche la bandana che aveva trovato nell'armadio della sua cabina, aggiustandosi poi i capelli. Dopo aver tolto le ciocche davanti il viso e averle legate dietro la testa con delle treccine, si sdraiò sul letto, addormentandosi stanca e affamata.

JANE PAN: LA FIGLIA DI PETER PANDove le storie prendono vita. Scoprilo ora