«Vedo che hai smesso di nasconderti dietro le spalle delle pellerossa.» disse Capitan Uncino, mentre Jane avanzava verso di lui. Giglio Tigrato rimase immobile, senza smettere di puntare l'arco con la freccia verso il pirata.
«Non mi sono mai nascosta.» rispose la ragazza alzando un sopracciglio; davanti a sé, Uncino rise. «Allora...cos'è che vuoi veramente? Usarmi per poterti finalmente vendicare di mio padre?»
«Questo era il mio piano iniziale ma, adesso, l'unica cosa che voglio è vendicarmi di te per aver offeso il mio onore.» la ciurma alle sue spalle ghignò; Jane spostò lo sguardo su Spugna e vide che era piuttosto preoccupato. «Concluderemo la questione come dei veri pirati: era questo quello che volevi, no? Essere un pirata...come se le donne fossero adatte alla pirateria.»
«Forse non sarò adatta alla pirateria, ma non mi tirerò indietro! Ti sfido a duello, Capitan Uncino. Se vinci, sarai libero di uccidermi e di vendicarti su mio padre.» Giglio Tigrato sussultò. «se sarò io a vincere...dovrai riportarmi a casa.» la ragazza si mise di fronte al pirata e gli porse la mano.
«Lo scontro avverrà sulla mia nave.» ringhiò lui, porgendole l'uncino. «Al tramontar del sole.» aggiunse facendo un cenno con la testa Denteduro. Quest'ultimo si avvicinò a Jane e le afferrò il braccio, attirandola a sé. «Non voglio che tu mi scappi di nuovo.» disse Uncino, prima che lei potesse replicare. Dall'altro lato, Giglio Tigrato scagliò una freccia, mirando ai piedi del capitano della Jolly Roger. «Ah si, devo proprio ringraziare la tua amica: senza di lei non sarei mai riuscita a trovarti.» Jane si sentì cadere il mondo addosso. Guardò negli occhi la pellerossa con uno sguardo pieno di delusione. Sapere di essere stata tradita dall'unica persona a cui teneva l'aveva distrutta in tutti i sensi.
«Tu...eri d'accordo con lui?» le chiese quasi con un sussurro. I pirati risero mentre Giglio Tigrato cercava delle giustificazioni plausibili.
«No, Jane, devi credermi! Devono avermi seguita, non è l'unica possibilità...» ma Jane non udì quello che le aveva detto poiché i pirati iniziarono ad allontanarsi e lei si lasciò trasportare senza fare resistenza. Teneva la testa bassa rivolta, mentre Denteduro le stringeva l'avambraccio e la trascinava verso la scialuppa. Non fu legata o imbavagliata, perché perfino Uncino capì che quello era stato un colpo basso per la ragazza e non sarebbe di sicuro scappata. Quando risalirono sulla Jolly Roger e il sole era quasi del tutto tramontato, Jane si risvegliò dai suoi pensieri. Era circondata dai pirati, tutti con le spade sguainate. La figlia di Peter Pan impugnò la sua arma e la puntò verso il capitano della nave.
«È contro di te che ho intenzione di lottare, Giacomo Uncino. Lascia fuori la tua ciurma fuori da questa questione.» alcuni pirati ringhiarono, altri fecero per avvicinarsi, ma furono subito bloccati dal loro capitano.
«Ti credi tanto coraggiosa? Non dimentichiamoci che pochi giorni fa eri spaventata dal tuo stesso sangue. Sai, ho sempre pensato che fossi solo una stupida ragazzina con la testa tra le nuvole...proprio come quella sciocca di Wendy.» disse Uncino entrando nel cerchio composto dalla ciurma del Jolly Roger.
«Non osare parlare di mia madre in quel modo!» sbottò Jane mentre stringeva sempre di più l'impugnatura della sua spada.
«Se fossi in te, non avrei così tanta considerazione dei tuoi genitori.» la ragazza lo guardò confuso. «Sei qui da tempo, ormai, e il tuo caro padre non si è nemmeno presentato. Dopotutto, sei sua figlia e lui è Peter Pan...non ti sembra strano?» Jane abbassò lo sguardo e, per la seconda volta in poco tempo, si sentì tradita. Capitan Uncino aveva ragione: dov'era suo padre? Perché non era venuto a salvarla quando si era accorto che era stata rapita? «Accetta la realtà, ragazzina: neanche ai tuoi genitori importa qualcosa di te.»
«N-non è vero...» singhiozzò Jane alzando la testa e guardando Uncino.
«Probabilmente, non si saranno neanche accorti della tua assenza.» disse ancora il pirata, divertendosi a provocare la ragazza. A quel punto, presa dalla rabbia, Jane si scagliò verso di lui con la spada alzata. Il capitano parò senza problemi il colpo e rise, seguito a ruota dalla ciurma. «Cosa c'è, figlia di Peter Pan? Sei arrabbiata?»
«Zitto!» urlò Jane, colpendo diverse volte Uncino; quest'ultimo, si difese senza neanche fare un passo. Per diversi minuti, la ragazza cercò di disarmarlo, ma senza riuscirci: Giacomo Uncino era un abile spadaccino e lei, Jane, non sapeva nemmeno reggere correttamente la spada con la mano. Il cerchiò di pirati che li circondava si allargò, dando più spazio ai due che stavano duellando; in quel preciso istante, il sole tramontò del tutto, annunciando l'arrivo della notte. Ad illuminare il ponte della nave si occupavano le stelle nel cielo e la lanterna appesa alla ringhiera che portava alla cabina del capitano.
«Preparati a morire.» disse Uncino, puntandole la punta della spada al petto. Jane, con i capelli appiccicati alla fronte e il fiatone, spostò la spada del pirata con la mano e i due si guardarono intensamente per brevi secondi.
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JANE PAN: LA FIGLIA DI PETER PAN
FanfictionJane è sempre stata una ragazza timida e introversa, ma soprattutto chiusa nel suo mondo fatto di fiabe e avventure. A cambiare la sua vita è stata dal giornata del 21 Agosto, quando fece un incontro inaspettato con Capitan Giacomo Uncino, nonché il...