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La principessa Giglio Tigrato si guardò un'ultima volta alle spalle prima di lasciare sola la figlia di Peter Pan. Aveva un brutto presentimento, come se qualcuno la stesse seguendo, nonostante non vedesse nessuno nei dintorni. A un tratto, qualcosa le afferrò la vita e la obbligò a mettersi in ginocchio; il suo coltello fu lanciato via da un pirata e si poté udire una risata.

«Principessa Giglio Tigrato.» disse Giacomo Uncino, facendosi spazio tra i suoi uomini. «Attualmente, sono alla ricerca di una ragazzina, la figlia di Peter Pan per essere precisi; voi l'avete vista?» la giovane indiana, rispose parlò nella sua lingua madre, sputando contro il capitano. Quest'ultimo, guardò Spugna, in attesa di una sorta di traduzione.

«Ehm...dice di non averla vista, capitano.» Uncino alzò un sopracciglio.

«Il mio uncino pensa di si, principessa.» rispose il pirata, minacciandola con il suo uncino. Giglio Tigrato spalancò gli occhi, spaventata. «Allora, vi decidete a parlare?» la principessa scosse la testa e il capitano ringhiò, facendo un segno ai suoi uomini. Giglio Tigrato fu legata e rapita dalla ciurma di Uncino. 


***


A primo impatto, le sirene possono sembrare delle creature meravigliose, capaci di incantare chiunque le guardi. Jane non aveva mai incontrato queste creature, ma sapeva dai racconti di sua madre l'oscurità che si trovava dentro di loro, perciò decise di tenersi lontana. Trilli, al contrario, andò a parlare con loro, chiedendo di Giglio Tigrato.

«Uncino ha portato la figlia del capo indiano alla Roccia del Teschio.» disse Campanellino, avvicinandosi alla ragazza. Le sirene la guardarono un ultima volta e si tuffarono di nuovo in acqua. 

«Avrei dovuto immaginarlo...» la fatina alzò un sopracciglio. «Ho raccontato a Capitan Uncino tutto ciò che sapevo dell'isola dalle storie di mia madre.»

«Non pensavo che tu potessi essere così stupida!» urlò Trilli.

«Pensavo di potermi fidare, non l'ho fatto con cattive intenzioni.» rispose Jane guardandola.

«Di un pirata? Credevi davvero di poterti fidare di un pirata? Sei proprio un'illusa!»

«Trilli, mi spieghi perché sei così scortese con me? Cosa ti ho fatto?» Jane incrociò le braccia al petto.

«Non ci sei ancora arrivata? Sei la figlia di Wendy: lei mi ha portato via Peter!»

«Non è mia la colpa: non l'ho chiesto io.» la fata sbuffò. «Non so se ti possa far sentire meglio...» la ragazza fece un respiro profondo. «Ma Peter Pan non è un buon padre.»

«Non ci credo!»

«Dovresti credermi: lui è sempre così impegnato nel lavoro, non mi ha mai dedicato tante attenzioni, se non  quando deve rimproverarmi. E lo stesso vale per Wendy: da piccola mi raccontava sempre la fiabe, ma da quando ho iniziato a crescere è diventata anche lei fredda con me.» Campanellino alzò un sopracciglio.

«Wendy è sempre stata...così, avresti dovuto immaginartelo.» Jane scosse la testa. «Non so se riesco a crederti: Peter è sempre stato molto gentile con me.»

«Non importa: accompagnami alla Roccia del Teschio...per favore.» la fatina sbuffo un'ultima volta e si decise a fare strada alla ragazza. La Roccia del Teschio non era molto lontana dalla laguna delle sirene, ma ci volle un po' per raggiungerla poiché Jane inciampava sempre a causa dei rami sul terreno.

«Siamo arrivate.» le due si fermarono alla riva: davanti, c'era una specie di castello che sostava su un'enorme roccia e circondato dal mare. «La via si interrompe qui, adesso ci sono solo due modi per arrivare al cancello: volare o nuotare.»

«Volare? No, non ci penso proprio!» disse Jane deglutendo spaventata.

«Credimi, non sono per niente contenta di doverti dare la polvere magica, ma l'acqua è agitata e non credo che Peter sarebbe contento se lasciassi morire la sua amorevole figlia.»

«Andrò a nuoto; mi piace l'acqua!» rispose Jane nervosa.

«Non dirmi che hai paura di volare?» Trilli scoppiò a ridere. «Sei proprio una codarda, figlia di Wendy!» la ragazza guardò Campanellino con uno sguardo pieno di odio e si lanciò in acqua. Il mare era piuttosto agitato e Jane rischiò parecchie volte di affogare. Dopo aver ingoiato molta acqua e aver sbattuto il gomito sinistro contro uno scoglio, la ragazza riuscì ad arrivare al Castello Nero. Si tirò su con le mani su uno scoglio, con il gomito che perdeva sangue e bruciava a causa dell'acqua salata.

«D-dannazione.» sussurrò Jane, tossendo fortemente. Prese un respiro profondo e, dopo aver cercato di asciugare gli occhi, irritati a causa dell'acqua, sbirciò dentro il castello. Legata ad uno scoglio, vi era Giglio Tigrato. A farle da guardia, c'era solo Spugna, seduto sulla roccia. Uncino, invece, si trovava dall'altra parte del castello, con un fucile tra le mani. «Eccoti qui, vecchio stoccafisso.» la ragazza ghignò e corse dall'altra parte dell'ingresso, proprio davanti al vecchio cancello dove c'era il pirata. Jane lo aprì: il cancello fece un grande rumore, tanto che il capitano della Jolly Roger si girò di scatto e iniziò a camminare verso la fonte dello strepitio. Nascosta dietro un masso, Jane aspettò che Uncino uscisse dal castello e, dopo che egli si fu allontano, si diresse verso l'ingresso e scese le scale.

JANE PAN: LA FIGLIA DI PETER PANDove le storie prendono vita. Scoprilo ora