Riaprì gli occhi a fatica, scollando le ciglia amoreggianti e lasciando che si baciassero più volte per riprenderne il controllo. Impiegò qualche minuto per capire se ci fosse riuscito o meno.
Non vedeva nient'altro che un tetto buio.
Piano piano, come un bambino impara a parlare sentendo le parole dagli altri, cominciò a comprendere di essere immerso nell'acqua fino alla testa. Si chiese, subito dopo, cosa fosse l'acqua. Cercò di muovere un braccio e lo sollevò a fatica sopra lo specchio di notte, guardandolo.
Non vide nulla.
Lo riabbassò come un corpo morto, schizzando qualche goccia scura qua e là. Una di queste lo colpì sul naso, starnutì inarcando il torace e portando il cranio fuori dall'acqua. Non capendo che cosa fosse successo, tornò nella posizione iniziale e immerse la testa nel liquido diventato più freddo. Sentiva di essere al sicuro.
Aspettò che la vista si abituasse all'oscurità, ma anche così non riuscì a vedere.
Solo un forte senso di smarrimento e un desiderio astratto lo trattenevano dal richiudere le palpebre, questa volta per sempre. Che poi, cosa significava per sempre? Non era in grado di dirlo, non sapeva nulla. Rimase immobile fino a quando l'acqua non cominciò a irrigidirlo. Diventava sempre più fredda e la sua morsa lo attanagliava come una trappola per orsi, lacerandogli le carni e, ancora di più, l'animo. Capì di doversi alzare. Le mani afferrarono le caviglie leggermente pelose e la schiena si inarcò in avanti.
I lunghi capelli – di qualunque colore fossero, diventati neri per l'oscurità pregnante - impiegarono più di tempo a lasciare l'acqua, la testa fece uno sforzo maggiore per sollevare la zavorra. Si guardò le mani e mosse il pollice, provando tutti i movimenti che era in grado di compiere. Trovò quel dito particolare davvero spaventoso e poi, resosi conto della sua innocuità, parecchio buffo.
Sorrise scoprendo i denti talmente bianchi da diventare neri e portò una mano alla bocca, tastando le labbra screpolate. Non capiva cosa fossero. Toccò i duri denti. Non capiva cosa fossero. Continuò ad analizzare il viso - toccandolo come fa un cieco - e sfiorò il naso, infilando le dita nelle due narici. Dovette togliersele perché senti di soffocare. Non capiva cosa fossero e perché si sentisse stanco. L'indice toccò l'occhio e la palpebra salvò l'iride gettandosi in avanti. Lo trovò curioso, ma non capì che cosa fosse successo.
Guardò di nuovo il nero sotto e sopra di sé. Perché era così buio? Si alzò a fatica, con sguardo trasognato e facendo peso sul ginocchio. Era tutto così misterioso da sfiancarlo. I lunghi, lunghissimi capelli abbandonarono i piedi nell'acqua, lasciandoli soli e scusandosi per la maleducazione.
L'acqua sembrava richiamarlo con una miriade di cerchi concentrici che a via a via si allargavano in un concerto silenzioso. Le gocce figlie dell'oscurità ricadevano dal corpo nudo e picchiettavano a ritmo alterno sul mondo. Rimase in ascolto per parecchio tempo, forse un'ora o più. Non lo sapeva, non sapeva quantificarlo e benché meno sapeva cosa fosse un'ora.
Il buio più assoluto si trasformò invisibilmente, senza farsi notare, come il bacio sulla fronte di una madre al bimbo addormentato, nella speranza di aiutarlo a compiere dei sogni meravigliosi, nell'attesa del risveglio e di un abbraccio amorevole.
Una luce leggerissima, flebile, debole, quasi morta lo abbracciò allo stesso modo. Le increspature ormai sparite furono ricoperte da fasci bianchi e deformati, che non rappresentavano nulla se non la loro stessa esistenza. Il mondo si colorò di un leggero candore prima assente, i contorni si definirono in un quadro immaginario che lui, come tutto il resto, non aveva mai visto.
Ma era bellissimo come l'abbraccio di una madre, sapeva solo questo.
Impiegò qualche secondo per rendersi conto che la fonte salvifica giungeva dalle sue spalle. Si girò a fatica, come tutto quello che stava facendo.
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La bellezza del peccato
Historia CortaAntropo non desidera altro che far vivere i propri figli prediletti, gli uomini condannati all'estinzione. Non vuole altro, perché nonostante vivano nel peccato li ama. In fondo, è loro padre. Un giorno, Antropo viene convocato dalla Madre, la divi...