12: Casa.

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Casa, un posto in cui sin da piccolo mi sentivo al sicuro e la famiglia mi proteggeva da tutto.

Un posto dove ho tanti ricordi brutti e belli passati con la mia famiglia e gli amici.

Quando mi sono fidanzato con Jungkook ho scoperto che la casa di cui avevo più bisogno erano le sue braccia che ogni volta mi avvolgevano in un caldo abbraccio.

Mi sentivo al sicuro attorno le sue braccia, più della mia stessa casa, perché era Jungkook che voleva realmente proteggermi da tutto.

Adesso quell'amore, quel calore, quella sicurezza non la sento più.

Al suo posto sento dolore, freddo e terrore.

Un mix di emozioni che non avrei mai pensato di provare nei confronti della persona che ho più amato e che considero il mio primo vero amore anche dopo tutta la merda che mi ha fatto passare.

L'amore è in grado cambiare una persona al meglio, ma io sono cambiato in peggio e ogni volta che mi guardo allo specchio mi sento sempre più patetico.

Può il nostro rapporto essere definito 'amore'?

Se è così, allora il nostro è un amore malato e tossico.

-

Jungkook inizia a portarmi dentro casa mentre mi stringe con forza il braccio.

All'improvviso mi butta sul pavimento, lo guardo con uno sguardo pietrificato e l'unica cosa che voglio fare adesso è quello di scomparire.

«Perchè te ne sei andato via eh?» mi chiede con una voce fredda.

Inizio a piangere e ignoro completamente la sua domanda.

«Ho fatto una domanda, rispondi» questa volta alza la voce facendomi sussultare dallo spavento.

«J-jungkook.... n-non t-ti r-riconosco» dico con una voce spezzata mentre lo guardo con gli occhi pieni di lacrime.

Lui accenna un sorriso «nemmeno io mi riconosco».

«Adesso rispondi alla domanda prima che inizi a fare qualcosa» dice con un tono minaccioso.

«V-volevo andare a-a c-cercare Jimin»

«Perché volevi cercarlo?» mi chiede.

"Per dirgli che il mio ragazzo è un abusature e voglio uscire da questo inferno" penso.

«Volevo s-solo p-parlare» dico abbassando lo sguardo.

«Come sempre menti, ma adesso devo finire con quel ragazzo che ha osato toccarti» dice con una voce profonda, alzo lo sguardo e noto una pistola dentro la sua tasca.

«Non c-capisco» dico piangendo «Jungkook... t-ti prego t-torna in t-te».

I miei pianti erano inutili, non erano in grado di far andar via oppure anche a calmare la bestia che c'era dentro Jungkook.

«Che vuoi dire? Sono sempre il tuo Jungkookie» dice sorridendo, un sorriso malato proprio come il suo amore verso me.

«Lo ucciderò Tae, non doveva toccarti e adesso subirà le pene dell'Inferno» parlò di nuovo con i denti stretti.

«S-se lo fai....i-io» inizio a parlare respirando pesantemente «i-io ti l-lascerò» sento il cuore spezzarsi dopo aver pronunciato la frase.

Il ragazzo rilasciò una risata malsana, ma durò poco e la sua espressione cambiò in una seria e intimidatoria.

Andò verso me e prese la mia mascella stringendola forte «sappiamo entrambi che non saresti in grado di fare ciò, sei troppo innamorato per andartene via».

Sapevo che aveva ragione e mio odiavo per ciò.

Da lì capì che il mio errore più grande non era solo quello di innamorarmi di Jungkook, bensì di averlo incontrato e di aver ceduto nelle sue parole.

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Hopeless - TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora