20. Certificato di garanzia

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I miei capelli danzavano a suon di vento.

Il direttore d'orchestra con la sua maestosità sembrava stesse accompagnando e indirizzando anche le soffiate d'aria che le nuvole non riuscivano a trattenere.

Una liberazione che avrebbe toccato solo noi esseri terreni.

Quando il direttore puntava con la mano più in alto e con più forza il vento apriva le nostre chiome rendendole coperte di se stesso,quando invece tendeva a tenerla più bassa e muoverla con più pacatezza i capelli ricadevano delicatamente sulle spalle.

Quel giorno ogni cosa sembrava far parte della melodia perfetta,la colonna sonora di un amore così prezioso da porter solo ammirare.

Gli uccellini volavano sopra di noi interrottamente,come a dire di essere anche loro invitati ai festeggiamenti.

I girasoli ben curati nei vasi,non giravano intorno al sole,bensì intorno a loro,la più bella forma di luce di quella giornata: mamma e papà,e la loro felicità,così calorosa e potente che minacciava il sole di prendere il suo posto.

Ogni risata,ogni chiacchiera,ogni complimento,ogni lacrima di gioia quel giorno rappresentava la combinazione dell'eternità.

Correvo felice e giocavo con gli scoiattoli che quel giorno primaverile avevano la mia stessa voglia
di fare tana gli uni agli altri.

"Annah corri sta arrivando la mamma!" mi richiamò zia.

Era arrivato il momento,il momento di cui tutti avevano avuto la preoccupazione di parlarmi,il mio incarico nella cerimonia.

Avrei dovuto portare il mazzo di fiori alla mamma,nell'eleganza del mio vestitino in pizzo bianco.

"Ciao amici scoiattoli!" li salutai nella speranza di riuscire ad essere più veloci di loro nel trovarli la prossima volta.

Thomas era già nella sua postazione,proprio affianco a me.

Lo raggiunsi con i boccoli d'oro che morbidi mi solleticavano il viso.

Di fronte a me avevo papà di profilo,che batteva a terra i piedi sperando di poter scaricare la sua tensione in quel movimento.

Sperando di poter trovare il coraggio nei sorrisi che gli erano rivolti sinceri.

"Come una principessa" ripetevo a bassa voce,ripassando mentalmente l'atteggiamento che avrei dovuto fare mio e al quale i parenti si erano raccomandati io dovessi attenermi.

"Non ripeterlo più perfavore" mi pregò il mio migliore amico a testa bassa.

"Perché?" chiesi preoccupata e convinta di aver dimenticato qualche passaggio.

"Non come una principessa.Tu lo sei" strinse la sua mano alla mia.

Con l'altra gli aggiustai il cravattino.

Mentre cercavo di sistemarlo un'espressione di stupore lo travolse.

Il vociferare alle mie spalle si era ammutolito e un brivido mi attraversò la schiena.
Mi voltai e vidi tra i fili d'erba verdi l'ampio vestito della mamma occupare la scena.

La marcia nunziale cominciò a suonare affinché le note potessero volare e avvolgere ognuno in quell'atmosfera magica.

Sobbalzai alla potenza della musica che ci ammaliava.

Papà girato di spalle rispetto a lei si voltò e il tremolio che dominava su di lui si trasformò in sicurezza.

Nella consapevolezza che avrebbe trascorso il resto della sua vita con la persona che gli aveva permesso di scoprire l'amore.

Un bacio che sa d'AmericaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora