10. Paura di affrontarsi

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"Dai solo un indizio" mi chiede un'altra volta Thomas,mentre camminiamo verso casa.

Scuoto la testa per fargli percepire il mio dissenso.

Mi osserva con la fronte corrugata,e in risposta gli dedico una smorfia di intrattenimento in questa atmosfera di totale silenzio.

Lo invito dunque,ad arrendersi.

Non gli svelerò il nome della persona che dovrà presentarsi a casa mia questo pomeriggio.

Non prima che lei si palesi.

"So come ottenerlo" mi dice illuminato da un colpo di genio.

Mimo che combatterò per mantenere il segreto professionale.

Ok forse la stai prendendo troppo sul serio.

No,senz'altro.

È che non sopporto rovinare episodi con un trailer che ne fa intuire lo svolgimento.

Mi prende per i fianchi e mi solleva in aria.D'un tratto affondo con il mio viso nella sua schiena e sento le mie ginocchia toccare le sue spalle.

Mi ha capovolta.

Sto volando!

Sventolo le braccia per dimostrargli come spiccherei il volo e per fargli intendere che non mi rassegnerò per questo.

"Cip cip cip" continuo a dire ridendo.

Annah,perfavore,ma cosa vuoi che pensino i passanti di voi?

Penseranno di voi come due fuggitivi del manicomio.

Beh alla fine....

No,non ti do questa soddisfazione vocina geniale!

"Spero avrai la voglia di ciunguettare anche dopo aver vomitato il nome dell'invitato" puntualizza Thomas.

In effetti il mio stomaco ha fatto un giro a 360 gradi e sento che continua a girare come una lavatrice.

Spero che il mio intestino non prenda le sue sembianze anche per lo scarico.

Sennò le iridi verdi che mi trasportano sentiranno una colata di calore accarezzargli la schiena e colare fumante come lava.

Si,la smetto.

Sento il sangue fare pressione nella scatola cranica.

Percepisco che ben presto erutterò o il nome dell'ospite o liquido gastrico.

Pensa Annah,pensa.

Per evitare conati e colpi di scena smascherati,decido di colpirlo nel suo punto debole.

Il solletico.

Giocherello con le dita sui suoi fianchi e lo sento irrigidirsi.

La sua spina dorsale d'un tratto è diventata vacillante.

Si sposta di qua e di la per nascondere e soffocare la sensazione di quel pizzicore.

Esausto,si abbassa permettendomi di poter toccare suolo e dopo me si sdraia anche lui.

Alzo lo sguardo,siamo nel posto che ci ha visti legare,che ha sentito la sua piccola voce ringraziarmi,che ci ha visto maturare.

Il parco.

Lui è steso a terra,mi poggio comoda sul suo petto con lo sguardo rivolto verso il cielo.

Un'aereo vola sopra di noi.

Sento l'ombra impossessarsi della nostra postazione.

Il mezzo fluttua inconsapevole che sotto di lui c'è una coppia di migliori amici che ha paura di affrontarsi.

Un bacio che sa d'AmericaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora