Io e Edo, appena scesi dalla macchina, ci prendemmo per mano e andammo verso l'entrata. Ero nervosa, e cercavo di darmi il perché delle mie nuove "considerazioni" su Gianni. Mi batteva forte il cuore, e per un attimo volevo sparire dai riflettori. Se mostravo la mia paura sarei parsa patetica. Dovevo essere sorridente, disinvolta, intrepida e... Rilassata. Dovevo solo fare finta di essere a una festa di famiglia. O ad un'uscita con gli amici. Essere la reincarnazione della calma era la mia massima priorità. Poi sentii alle mie spalle una voce.
-Buonasera Melissa, Edoardo... -
-... I nostri più cari ringraziamenti per essere partecipi alla nostra festicciola-
Erano Bella e Clara Basco, le "gemelle miliardarie". Solo il loro modo di parlare ti fa capire il loro livello di snobismo. Erano identiche. Vestite con abiti e scarpe costosi, salutavano con un sorriso da far venire il vomito.
-È una festa fantastica- rispose Edo.
-No, tu sei fantastico! - esclamarono in coro fra risatine ed eccitazione. Persi il controllo della situazione ed esclamai.
-Andiamo Edo, grazie dell'invito... - tagliai corto io, e strattonando il suo braccio lo portai lontano da quelle vipere.
Lontani abbastanza Edo mi fermò.
-Mi dici che ti prende?!? -
-Come che ti prende?!? Quelle mo ti saltavano addosso. Ti mangiavano con gli occhi... -
-Non sarai mica gelosa? - mi chiese lui incredulo e compiaciuto.
-E se anche fosse? -
Lui mi bacia e mi guarda dritto negli occhi.
-C'è solo una persona che amo e amerò sempre, una persona speciale che riempie la mia giornata di sorrisi. Io amo e amerò solo e soltanto te. Io sono tuo e tu sei mia-
Ci abbracciamo. Il suo abbraccio era come musica e io ero la sua melodia. Mi sentivo al sicuro con lui, e non ebbi più dubbi su chi amavo. Quando ad un tratto...
-Ei Edo! -
-Bello come stai? -
Appena lo chiamarono lui si scollò da me e nn mi teneva più nemmeno la mano. La magia che c'era qualche secondo fa svanì tutta d'un tratto.
-Che festa! Stavolta si sono davvero superate. Musica dal vivo. Alcool e altre cose di qualità, tu mi capisci. Ma vedo che sei in compagnia. - e lanciò uno sguardo inquietante su di me.
-Si, lei è Melissa. La mia ragazza. -
-Bel bocconcino. Vi unite a noi sul retro? - il retro era l'ala dei drogati. Non volevo andare, mi prese un po' il panico, così inventati una scusa...poco credibile.
-Amore, devo andare a cercare Bianca. Non l'ho più vista da quando siamo scesi dalla macchina. Io ti raggiungo dopo. - e gli diedi un bacio sulla guancia.
-ok... A dopo. -
Mi allontanai da lui e per un attimo mi resi conto di quanto persone c'erano solo nell'ingresso. Ma di Bianca non c'era traccia. Uscii fuori e la chiamai al cellulare. Non rispondeva, c'era sempre la segreteria. Tornai dentro e continuai a cercarla. Passò un'oretta e mi decisi di andare sul retro dei drogati. Almeno lì avrei trovato Edo. Andai nella gigantesca cucina da gourmet e aprii la porta. Un sacco di ragazzi in trans, che si passavano siringhe, pasticche e spinelli, quasi non si accorsero della mia presenza. E anche di Edo non c'era traccia. Decisi di andare in macchina, ad aspettare tutti lì. Ma mentre mi giravo e allungato la mano verso la maniglia, qualcuno mi prese da dietro. Era lamico di Edo incontrato nell'ingresso. Aveva gli occhi rossi e il solito sguardo inquietante.
-Ei, già te ne vai?!? Bevi qualcosa con noi prima di andare. - e mi porse una birra già aperta.
-No grazie, devo andare...-
-Dai non fare la ragazza difficile, un sorso e poi si che ti divertirai - mi fece sedere con una spinta e mi fece bere la bottiglia con la forza. Cercai di liberarmi, ma non ci riuscivo. Mi prese il panico più totale. Nessuno poteva aiutarmi in quel momento. Così gli diedi un colpo basso e corsi in cucina. Raggiunsi un'altra stanza che non avevo mai visto. Girai credo gran parte della casa, non ricordo bene. Ricordo però che la testa cominciò a pulsare, a girare, avevo una gran voglia di dormire, di stendermi. Ma dovevo raggiungere la macchina insomma, in quei saloni colmi di ragazzi e ragazze non conoscevo nessuno. Mi sentivo sola. Ad un tratto mentre spingo qualcuno per passare, qualcuno mi chiamò. Mi Girai ma non capii più niente, la vista mi si annebbiò e senza accorgermene ... Svenni.