-... 5...4...3...2...1...BUON ANNO! -
Tutti urlano a squarciagola. Il bar odora di alcol e fumo, con musica a palla e un sacco di persone strafatte o ubriache. Anch'io sono sulla soglia della sbornia, quasi non riuscivo a reggermi in piedi, la testa gira come una trottola. Sono confusa. Edo mi tira per la mano. Stiamo andando nel famigerato sgabuzzino. So le sue intenzioni, ma sono così malandata da non riuscire ad opporre resistenza. Mi fa male il fegato e ho voglia di rimettere. Entriamo nel luogo chiuso e buio. Lui mi butta sul giaciglio di coperte e comincia a spogliarsi: è tremendamente sexy, i suoi pettorali fanno invidia ai pesi massimi. Comincio ad avere paura, ma non faccio in tempo che gli occhi mi si chiudono e infine perdo i sensi.
Mi sveglio.
Ero stanca, e turbata dal sogno appena dissolto ma impresso nella memoria. I ricordi mi frullavano nella testa e invadevano il mio subconscio.
Riformulai tutto, mi ci volle un po'. Poi mi accorsi della coperta addosso e del pavimento come materasso. E G (il diminutivo di Gianni) dormiva accanto a me. Era tutto rimasto come la scorsa notte. Il panettone mezzo mangiato, la carta strappata per terra, i giochi sul tavolo e la tv accesa. Poi ricordai la dichiarazione e il bacio. Che momento magico. Da film. Risi per la gioia, mi misi seduta e fissai un po' il vuoto. Il cuoricino al polso era più bello alla luce del sole.
Andai in cucina, trovai Maddy a cucinare una teglia di biscotti e dolci di zenzero.
-Giorno e Buon Natale! -
-Buon Natale! - e corsi ad abbracciarla felice.
-Mmmh... Siamo contenti stamane... Che avete combinato?!?-
-Niente di cui debba vergognarmi... Qualche abbraccio... Bacio... Niente di che... - presi un biscotto e andai da G, che intanto si era svegliato.
-Giorno Mel! - Mel... Non mi chiamava così da un sacco di tempo. Da quando eravamo bambini.
-Giorno! - non feci in tempo a sedermi che mi bacia appassionatamente.
-C'è... Maddy... Di là! - dico fra una pausa e l'altra.
-Si... Allora non facciamo niente... per ora... -
La presi come una promessa, eccitante!
-Guardali! -
-Che carini... -
-Da quanto stanno insieme? -
-... Gianni è molto carino dopotutto... -
Appena entrammo a scuola mano nella mano tutti si drizzarono e ci guardavano avidi di spegazioni.
Le gemelle Basco già ticchettavano la tastiera del cellulare con velocità sovrumana. Le regine del pettegolezzo non fanno altro che impicciarsi, sono sicura che appena hanno visto me e Gianni lo hanno riferito a Edo. Hanno sempre avuto un debole per lui. Una parola: Sgualdrine.
In classe ci mandavamo aeroplanini di carta con scritte dolci, bigliettini e baci a distanza. Non avevo mai avuto una storia così romantica. G era perfetto. Ma avevo paura che quella felicità svanisse in un lampo.
Tornai a casa. Andai in sala da pranzo e trovai due persone sedute a tavola. Mamma e Papà. Erano duri come sempre, ma stavolta più delle altre volte.
-Oh Melissa. Siediti! -
Sembrava un colloquio di lavoro, altro che chiaccierata genitori - figli.
Mia madre continuava a stare al cellulare, mio padre mi fissava. Volevo sapere il loro improvviso rotorno.
-Buone feste fatte papà! -
-... - niente, nessuna risposta.
-Sai, io non direi buone... Il tuo rendimento è calato... Un richiamo dal preside... E per cosa? Per aver fatto a pugni con il tuo ragazzo! - aveva alzato la voce.
-... Ex... -
-Non mi riguarda e non ti scagiona, Melissa! Ti ho detto di sederti. -
Era una sfida aperta. Mi sedetti con pesantezza. Il cellulare mi trillò nella tasca del jeans.
-Non rispondere. Sono molto... Irrequieto. Sai che io e tua madre siamo fuori paese per lavoro, per darti da mangiare, un tetto sulla testa, e tu non ci ripaghi adeguatamente. Non lavori, non ti ho mai fatto mancare nulla... - comtinuava a vantarsi più che a elencare tutti i suoi sforzi per crescermi. Mia madre completamente assente, come sempre. Finí di parlare dieci minuti dopo, una mezz'ora per me.
-Ora mangiamo! Resteremo qui fino a domattina e d'ora in poi ci dirai tutti voti che avrai in interrogazioni, scritti o orali che siano. Se ci sarà un minimo calo, sappi che ti chiuderò in un convento di suore. Bon appetit !
-Senti papà- mi alzai da tavola. - Non sai niente di me, della mia vita, di tutto. Sei abituato ad avere il controllo su tutto, ma una persona non si può comandare a bacchetta. Decido io per il mio futuro e tu non puoi impedirmelo. Dovevi fare un corso per dare il padre, perché lunica cosa che non puoi comprare con le tue azioni è il mio bene. - corro via piangendo, esco di casa e non guardo avanti. Corro in lacrime e con il cuore che batte a mille . Non mi ero mai messa contro mio padre, mi sentivo libera, bene. Il mondo girava davvero dalla mia parte.
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Ciao!
Vi sta piacendo la storia?
Se volete scrivetelo nei commenti, potete anche darmi consigli che prenderò in considerazione. Aggiornerò non appena arriverò a cento letture del capitolo scorso.
Un kiss.
~Noe