Quando Io Non Ero Lí

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Mi risvegliai in camera mia. Avevo ancora i vestiti addosso e la piega completamente dismessa. Mi alzai dal letto, ma ebbi un giramento di testa e caddi appoggiandomi al comodino.

Proprio in quel momento la porta si spalancò e Maddalena entrò con un vassoio pieno di cose da mangiare. Controllai l'ora. Erano le due del pomeriggio.

-Santo cielo, ma che ci fai in piedi. Sdraiati e rilassati. - esclamò aiutandomi. Mi sdraiai. Avevo una forte emicrania, la sbornia della sera prima non mollava. Sembrava che il mondo avesse perso colore, vedevo anche un po doppio. Lei mi mise il vassoio sulle gambe e si sedette.

-Ho chiamato tuo padre. Domani non vai a scuola.- quasi mi strozzavo con la crostata. Avevo cosí tante domande da fare, e sicuramente Maddy (soprannome di Maddalena) poteva rispondere a gran parte.

-Perché? -

-Perché hai bevuto una bottiglia di birra drogata e hai sbattuto la testa al pavimento svenendo.-

-Tu come lo sai? Chi mi ha portata qui?...- cominciai a bombardarla di così non tante domande che mi confusi da sola.

-Frena...frena...lasciami parlare. Ma prima mangia...- indicando con un dito il vassoio davanti a me, e diedi un morso al dolce e bevvi la tazza di latte.

-Il tuo amico, Gianni, ti ha portata qui stanotte alle due. Mi ha detto che ha perso di vista te, Bianca e Edoardo appena siete entrati nella villa. Lui ha aspettato in macchina per un po e poi ti ha vista uscire fuori a telefonare. Lui è sceso dalla macchina e ti ha seguita, ma ti ha persa nella confusione. Ha continuato a cercare te, ma anche gli altri. Infine ti ha rivista che correvi via dalla cucina, salivi le scale, in uno stato pietoso e sconvolto, e poi...bhe sei svenuta sbattendo la testa. Ha detto che ha cercato di farti riprendere , ma tu non ti svegliavi. Si è preoccupato, ha chiamato l'ambulanza e ti ha fatto visitare, finché non ti sei risvegliata un paio di volte dimostrando che eri viva . Ti ha riportato a casa , era pallido e spaventato. È rimasto per una mezz'ora finché non se n'è andato per l'ora. Un bravissimo ragazzo! -

Avevo molte cose da assimilare.

-Voglio vederlo.-eclamai a Maddy prima che uscisse dalla stanza.-Ha lasciato un messaggio? -

-Solo che devi rimetterti presto.- disse uscendo con garbo chiudendo la porta.

Vidi un po il cellulare. Nessun messaggio di Edo. Nemmeno Bianca si era fatta sentire. In quel momento mi chiamò Gianni.

-Gianni. Oddio perdonami ,io...-

-Dobbiamo parlare. Alle tre al parco vicino casa tua. A dopo. - e riattaccò il cellulare senza lasciarmi finire.

Dalla voce sembrava arrabbiato, strano.

Andai al luogo dell'appuntamento. La testa non mi girava più. Era una giornata un po' nebbiosa, ma il parco era vicino, non ci misi molto ad arrivare. Gianni era seduto su una panchina, con il cappuccio che copriva la sua testa spettinata, lo sguardo basso e il cellulare tra le mani.

-Ciao! - gli dissi. Lui non rispose, si alzò e mi abbracciò.

-Ho avuto paura...che tu fossi...ero molto preoccupato...- disse stringendomi più forte.

-Grazie... per tutto...- dissi mentre ci scollavamo e ci sedevamo.

-Cos'è che devi dirmi di così urgente?-lui non rispose, ma mi guardò con uno sguardo da cagnolino bastonato. Solo allora mi accorsi di un occhio nero e di un livido sul viso. Accadde di nuovo, anche con quei lividi era molto carino, mi venne voglia di...

-Che hai fatto alla faccia? Chi è stato? Perché? - dissi cercando di essere il più naturale possibile.

-Senti... é dura per me dirtelo, ma sarebbe crudele trovarti davanti... bhe... al fatto compiuto...ecco cosa è successo. Oggi sono andato da Edo e...-

-E?-

-...e era con Bianca e...be si stavano baciando...-

Ad un tratto, non capii più niente, fissai passiva il viso livido di Gianni. Non credevo alle parole che avevo appena udito. Stavo per piangere, cominciai a delirare e dire cose senza senso.

-Edo...no...ti sarai sbagliato lui...no...no...no...Bianca...é la mia migliore amica... non lo farebbe mai...lei...dimmi che è uno scherzo... ti prego-

-Lui ha detto che ieri sera hanno...bhe avuto rapporti... intimi... ha detto che ti avrebbe lasciata davanti a tutti e avrebbe proclamato l'amore per Bianca...per...per questo ho voluto avvertirti...per non essere impreparata...- io piansi lacrime amare. Ero stata pugnalata alle spalle dalla mia migliore amica e dal mio ragazzo che la sera prima mi diceva di amare solo me, che mi aveva proclamato il suo amore eterno.

-Lo hai picchiato? - chiesi fra un singhiozzo e l'altro.

-...si...e lo rifarei ancora...quel bastardo non ti merita... non ci ho visto più-.

Io lo abbracciai, continuando a piangere. Tutto ciò in cui credevo era stato distrutto dal tradimento più infame che avvessi mai ricevuto. Sentivo un vuoto che come un buco nero mangiava la mia anima.

E se non fossi io?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora