Le settimane dopo quel momento imbarazzante eramo passate in fretta. G era ancora geloso e scattava sull'attenti appena sorridevo a una battuta di Elliot. Mi dava un po' fastidio, e mi sentivo protettiva verso Elliot quando una ragazza gli ronzava intorno. Ma siamo solo amici. Nient'altro... Non guardatemi così!
All'uscita da scuola.
-Ehi! - urla una voce alle mie spalle.
-Ehi! - rispondo voltandomi. Era Elliot, sul suo skate. Quant'era sex...Serio!
-Andrai alla festa? -
-Quella di San Valentino? Non so se G ha organizzato qualcosa prima. -
-...oh capisco... - pareva deluso. Povero, mi faceva pena.
-... Ma vedrò di andare... -
-E sai anche dove? -
-No, - dissi perplessa.
-A casa mia... Ecco, qui c'è l'indirizzo. - mi porge una bustina da lettera chiusa con un bollo.
-Fammi sapere ok? - si avvicina e mi sussurra all'orecchio - Spero che tu venga. - strizza l'occhio e se ne va.
Rimango immobile con il biglietto a mezz'aria e il braccio teso. Il cuore era in gola, ne sentivo il ritmo pulsante.
A casa fissavo quel biglietto con timore. Stava accadendo qualcosa, lo sapevo, e dovevo bloccare la cosa sul nascere. Non sapevo cosa fare, in casi come questi avrei chiesto consiglio a Bianca. Ma l'ultima opzione era inesistente.
Scesi in cucina. Dovevo chiedere consiglio a qualcuno con un minimo di esperienza.
-Maddy! -
-Si? - era sempre dolce e gentile.
-... Ecco... C'è un'amica che è fidanzata con un ragazzo perfetto, dolcissimo, insomma splendido. Ma c'è un suo amico che, ahimè, le piace un pochino . Ora quest'ultimo le ha chiesto di andare ad una sua... Rimpatriata fra amici... E non sa se andare o no... Che devo fare? CIOÈ lei cosa dovrebbe fare? -
Si mise il mestolo alla guancia con aria pensante. Non doveva assolutamente darmi un bidone. Ero in acque tempestose e avevo bisogno di un salvagente. Presto.
- Bhe... Deve comunque andare alla festa, magari con il suo ragazzo, per non essere sola con l'altro. Potrebbe aver frainteso i suoi sentimenti, non deve rovinare la sua storia per una cottarella immaginaria .- come al solito, Maddy esternava perle di saggezza ottime come le sue polpette al ragù. La abbracciai, forte. Lei era come una seconda madre per me, le volevo un bene dell'anima.
-Ehi... Elliot... Verrò alla festa! -
-Wow... Davvero... Grande, ci vediamo sabato allora. -
-ok... Può venire anche G? - esita un momento.
-... Certo perché no?!? -
-Grazie, tvb *smack*-chiudo la telefonata. Era tutto sistemato. Potevo inalare un respiro di sollievo. Rileggo l'invito bianco. Lo apro e leggo:
"siete invitati alla festa in maschera di San Valentino sabato 14 Febbraio alle ore 22:30. Cordiali saluti.
- A. E. P. del Moro
Profumava di biscotti alla crema e ceralacca. Aveva un retrogusto di rose, lo adoravo. Ma aspetta, fermi tutti... IN MASCHERA?!? E ora che mi metto? Oh, quando sembra che i problemi sono finiti.
G era d'accordo, evidentemente se ne era dimenticato dell'evento. Cuori rossi e cioccolatini, non era abituato a tutto questo.
Ora rimane il problema del vestito. Cat Woman o Duchessa? Opto per il vestito da duchessa rosa. Amavo gli abiti lunghi ed era meraviglioso. Molto luminoso e fine, perfetto per me. Mi guardo allo specchio. Quasi non mi riconosco, dietro di me Maddy è in lacrime.
-Mi sembra ieri che ti comprai il tuo primo abito di carnevale. Era da ape! - i singhiozzi si fanno più sonori.
-Ora fai emozionare anche me. - si asciuga il viso con la manica e paga l'abito.
-... Ecco signorina... - dice l'autista.
-Grazie Charles... G, dove sei? Sono qui. Muoviti. Ciao! - mi irritava un po'. La casa era una villa gigante, tre volte la mia. Fontane, giardino fiorito e gazebi. Sembrava di stare alla casa bianca. Entro nell'enorme salone adibito con cuori e coriandoli. Tutti indossano una maschera, sono quasi irriconoscibili. La indosso anch'io. Non vedo nessuno che conosco, mi sentivo sola. Mi arriva un messaggio. Era G:
-Sarò vestito di nero, da conte. Scommetto non mi riconoscerai. A noi due Duchessa -
Sorrido. Ci eravamo messi d'accordo sul costume, per andare coordinati.
Intravedo fra la folla una figura nera, con la maschera che mi osserva. La luce era troppo bassa per poter vedere.
-G! - si allontana. Lo seguo, va a zigzag per tutta la sala, finché non esce fuori nel giardino. Al centro c'era un enorme labirinto di siepe. Vi entra all'interno, si gira verso di me, e poi continua a camminare. Entro anch'io. Era troppo buio per poterci vedere bene. L'avevo perso di vista. Vado avanti, giro a destra, giro a sinistra, in fondo, a destra. Mi ero persa. Quando ormai avevo perso le speranze, qualcuno mi prende da dietro. Non immaginavo chi fosse.