2. Vivi

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📍Melbourne, Australia, 2016

C'è la notte che ti tiene fra le sue tette
Un po' mamma, un po' porca com'è
Quelle notti da farci l'amore
Fin quando fa male, fin quando ce n'è

Luciano Ligabue

Chiunque abbia deciso che la prima tappa del calendario si debba svolgere in Australia, sotto il cielo più bello del mondo deve essere un genio.

Il sole, le spiagge e la tintarella gentilmente offerta da quest'estate perenne sono il modo migliore per iniziare la stagione, ma sopratutto sono un ottima distrazione a quel fastioso Jet Lag che sembra aver colpito tutti in questi ultimi giorni.

"Andiamo a fare una passeggiata sul lungo mare ti va?"

Camille si è letteralmente arenata a pancia in giù sul mio letto quasi due ore fa e sembra non avere nessuna intenzione di alzarsi in tempi brevi.

"Credo di aver raggiunto il punto di rottura sia fisico che mentale con questo viaggio" biascica a mezza bocca comprendosi il viso con il cuscino, girandosi dall'altra parte. "come è possibile che tu sia fresca come una rosa?! Siamo atterrati ieri sera Cristo Santo!" Mugugna nuovamente, producendo con la gola uno strano suono gutturale.

"Forse io ho dormito sull'aereo invece di stare sveglia a flirtare con Marc per buona parte del viaggio" la pungolo scherzosamente, prendendo dal comodino i miei occhiali da sole per poi dirigermi verso la porta "Sicura che non ti serva nulla dal mondo dei vivi?"

"Una compagna di stanza più gentile" risponde tagliente, lanciandomi addosso una bottiglietta d'acqua vuota "Ti odio. Odio te e la tua fottuta faccetta riposata"

"Anche io ti voglio bene Mille" la prendo in giro varcando l'uscio, chiudendomi poi la porta alle spalle, dietro la quale Camille continua a imprecare, facendomi scuotere in maniera divertita il capo mentre mi avvio per il lungo androme verso l'uscita.

Su Melbourne sta lentamente calando il sole, lasciando spazio ad una luce aranciata che colora il meraviglioso skyline di un bellissimo color oro.

Inforco con un gesto distratto i miei rayban, percorrendo con le mani in tasca l'ampio cortile che avvolge l'albergo in direzione del molo. Saluto con un gesto della mano alcuni ragazzi del team, impegnati a smaltire i postumi del fuso orario attraverso una seduta improvvisata di stretching, per poi continuare la mia corsa alla volta del mare, ormai più simile a fuoco piuttosto che ad acqua a causa del tramonto.

Mi fermo davanti ad uno dei tanti parapetti presenti sulla strada, ammaliata dallo spettacolo naturale che si sta manifestando davanti ai miei occhi.
Credo di aver visto migliaia di crepuscoli in ventiquattro anni di vita eppure, non penso riuscirò mai a smettere di stupirmi davanti alla loro bellezza.

"È bellissimo vero?"
Una voce melodiosa disturba la mia contemplazione, mentre due braccia abbronzate si posano con tranquillità sulla ringhiera a pochi passi da me.

"Sì è stupendo" rispondo, voltandomi nella sua direzione, rimanendo visibilmente stupita.
Tra tutte le persone che passeggiano lungo il litorale, non mi aspetto sicuramente che ad attaccare bottone sia proprio il tanto chiacchierato Daniel Ricciardo.

"Non volevo disturbarti" si scusa "ma è raro vedere qualcuno così assorto a guardare il cielo senza avere la foga di fotografarlo" spiega, dedicandomi uno dei suoi grandi e iconici sorrisi "e poi non credo di aver avuto ancora l'occasione di presentarmi pur essendoci incrociati spesso negli ultimi giorni. Sono Daniel"

The Story •Daniel Ricciardo•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora