12. Piove sul bagnato

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📍Spa, Francorchamps, settembre 2016

I'm sorry don't leave me
I want you here with me
I know that your love is gone

Slander

{DANIEL}

Scavalco distrattamente la porta vetrata dell'Hospitality, aggiustando la visiera del capellino che mi copre per tre quarti il viso, mentre ripenso al buffo meteorologo dalla "s" sibiliante che con il suo papillon leggermente storto annunciava l'arrivo del caldo tropicale.

Complimenti genio, è scesa talmente tanta acqua che domani le libere le facciamo direttamente a nuoto.

Tiro su la cerniera della giacca e osservo disinteressatamente le gocce di pioggia scivolare rumorose lungo la grondaia, lasciando che la mente vaghi altrove, cozzando con quello, che nelle ultime settimane è diventato il mio tormento.

Che poi più che tormento è masochismo. Te la sei cercata e la colpa è solo tua.

"Daniel?"
Abbasso lo sguardo sul fondo delle scale, scontrandomi con gli occhi chiari di Max, intenti a guardarmi con fare preoccupato. "Va tutto bene?"

A te sembra vada tutto bene?

Sospiro nel tetativo di rilassare il groviglio di nervi che mi avvolge le spalle. La verità è che mi sento una merda ma mi vergogno a dirlo ad alta voce. Perché so che tutto quello che sto provando è solo ed esclusivamente colpa mia.

"Daniel?" mi richiama, con più insistenza.

"Ti sembra la faccia di una persona che sta bene?" Sbraito sgarbatamente, portando una mano ad indicare il mio viso. "Sei una persona intelligente Max credo tu possa comprendere da solo che questo non è il ritratto della felicità"

Non voglio litigare con lui, ne tanto meno urlargli addosso, ma sono talmente stanco che l'unica cosa che riesco a fare è dargli contro, perdendo le staffe con l'ultimo amico che in questo barbaro weakend, mi rimane.

Gli hai visti gli sguardi di Camille e Lena, Danny? Così carichi di astio da farti prendere fuoco.

Max dal canto suo non da molta importanza alle mie parole, né tanto meno al tono con il quale le pronuncio. Si limita a salire i pochi gradini che ci dividono e a stringermi in un abbraccio fraterno, che funge da contenitore alle mille emozioni che mi vorticano dentro.

"Sei un cretino" mi rimprovera con leggerezza l'olandese dandomi una pacca sulla spalla. "Perchè non mi hai chiamato? Ho dovuto sapere da Camille cosa è successo tra te è Becca"

"Perchè non c'è molto da dire Max, se non appunto, che sono un coglione"
Scuoto il capo. "La verità è che non so davvero cosa mi sia passato per la testa, ho avuto paura, e ho fatto una gran cazzata"

"Ma paura di cosa?"

E adesso vaglielo a spiegare, che di notte il cuore ha ricominciato a battere forte e ti son venuti i brividi al pensiero di come è andata a finire con Jemma.

"Paura e basta" controbatto, mettendomi sulla difensiva, spostando lo sguardo altrove, nel vano tentativo di impedire a Max di decifrarmi.

Credimi lo ha già fatto.

"Ascolta Dan" dice, portando le mani ad incrociarsi dietro la nuca. "Io non ti chiederò cosa ti sia preso ne rigirerò il coltello nella piaga, ma credimi: state soffrendo entrambi, sopratutto adesso che siete costretti a frequentare gli stessi ambienti, e la cosa non fa bene a nessuno"

The Story •Daniel Ricciardo•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora