16. Questione di Chimica

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📍Bradford, Inghilterra, Febbraio, 2017

We broke up a month ago
Your friends aren't mine, you know, I know
You've moved on, found someone new
One more girl who brings out the better in you
And I thought my heart was attached
For all the sunlight of our past
But she's so sweet, she's so pretty
Does she mean you forgot about me?

Olivia Rodrigo

L'inverno in Inghilterra sembra non avere fine. Il vento gelido sferza le stradine acciottolate di Bradford mentre uno scroscio di pioggia, l'ennesimo di questa giornata di febbraio, riempie i canalini di scolo a lato dei marciapiedi, ostruiti dalle foglie secche.

Tutto sembra andare a rilento fuori dalla finestra, eppure sono solamente le sette di sera.

"Quando mi hai detto che ti saresti trasferita in Inghilterra, pensavo mi stessi prendendo in giro"

Giulia mi fissa a braccia conserte, appoggiata allo stipite della cucina: una coperta in patchwork multicolore, le avvolge le spalle ossute, proteggendola dal freddo.

"Io invece pensavo che non saresti mai venuta a trovarmi per quanto sei metereopatica" ribatto, porgendole una tazza di tè nero bollente, facendole poi cenno di seguirmi in salotto. "E francamente non ho ben capito cosa tu ci faccia qui in piena settimana, non sei in vacanza"

"Ho bisogno del permesso per venire a trovare la mia sorellina adesso?"

"Giulia..."

Dalla sua bocca esce un lungo sospiro che mi fa capire di avere ragione, dimostrando per l'ennesima volta quanto mia sorella sia maniacale: alla costante ricerca di uno scopo anche all'interno delle cose più semplici.

Un po' vi assomigliate in questo. Avete la morbosa idea che tutto debba avere senso.

"Siamo tutti preoccupati Rebe" sussurra, grattando via dal tavolino  un avanzo di cera colata, evitando accuratamente il mio sguardo. "Non ti sei più fatta sentire da Natale"

Eccolo il senso del discorso.

Mando giù un sorso di tè che mi ustiona la gola, lasciando che il silenzio, con la sua aura pesante vegli sulla stanza, interrotto solamente dal rumore della pioggia sul davanzale.

Gli occhi di Giulia, ora fissi su di me tentano di leggermi, in un gioco di sguardi nel quale fin da piccola è la migliore.

Ma lo sai Giu, che negli ultimi anni sono diventata brava quanto te? Lo sai?

"Non volevo farvi preoccupare" dico, in un mezzo colpo di tosse, dilatando il tempo. "Ma sono stata impegnata con il trasloco e l'università. Anche tu quando hai avuto Dylan sei sparita per mesi e nessuno ti ha fatto storie"

"Non è la stessa cosa lo sai bene" puntualizza, incrociando le braccia al petto, in un'espressione che è tutta nostra madre. "Io ero a Milano, a dieci minuti da casa non a 1000 kilometri e poi..."

"tu non eri una drogata" concludo al suo posto, sentendo un birivido di delusione misto a rabbia attraversarmi la schiena da capo a capo, mozzandomi il respiro.

Era da un po' che non lo dicevi ad alta voce.

"Non volevo dire questo" annaspa lei, nascondendo il viso dietro la ceramica della tazza di Serpeverde che tiene tra le mani.

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