6. Perchè sei diversa questa sera?

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📍Milano, 2016

"Vorrei darti la mia forza per vederti parlare
Non di ciò che ti succede ma parlare di te
Anche un granello di sabbia che si è perso nel mare può tornare roccia come puoi farlo te"

Fasma

{DANIEL}

Le lancette dell'orologio indicano grezzamente le dieci e mezza nel mentre un brivido di freddo mi fa battere ritmicamente i denti. Non sono abituato a questo genere di temperature ma ho come l'impressione che l'agitazione non sia dovuta solamente al gelo, bensì a chi ho davanti.

Tra me è Becca c'è giusto la distanza di una piastrella in lastricato, eppure non mi è mai sembrata così distante.

È stretta nel cappotto nero che indossa, le mani chiuse a pugno conserte sul petto e gli occhi pieni di quelle lacrime che non ho mai visto sul suo viso.
La luce fioca dei lampioni non mi permette di vederla bene, eppure, riesco a sentire ogni parte del suo corpo fremere di paura.
La paura di essere stata scoperta, ma ancor di più di star soccombendo lentamente ad un mostro infame e subdolo come quello della dipendenza

"Posso spiegarti" sussurra nel momento in cui i miei piedi si avvicinano alla sua figura. "Posso spiegarti" ripete, abbattendo definitivamente le barriere, crollando in un pianto sommesso, che da una parte mi sorprende e dall'altra mi inquieta.

Trema come una foglia sotto ai miei occhi. Così fragile e indifesa davanti a me, che l'unica cosa che riesco a fare è abbracciarla, tentando di rimettere insieme i pezzi nel quale si è frantumata.

"Non devi spiegarmi niente" cerco di tranquillizzarla, tenendola stretta tra le mie braccia. "Va tutto bene"

"No invece" dice con voce rotta, avvinghiadosi al mio giubbotto di pelle nascondendoci il volto."Non va bene niente! Io non dovevo ricascarci e tu non dovevi saperlo, non così. Chissà cosa starai pensando di me..."

"Shh" la blocco, passandondo le mie dita tra i suoi capelli morbidi; umidi di quella pioggia che sembra proprio non avere intenzione di cessare. "Io non penso proprio niente" commento, alzandole il mento con due dita, facendo scontrare i nostri sguardi. "Non so per quale motivo tu faccia quello che fai, ma io non ho nessuna intenzione di giudicarti okay?"

I suoi occhi si riempiono nuovamente di lacrime che scendono copiose sulle sue guance, confondendosi con la pioggia, bagnandomi la pelle, in un moto emotivo che mi scuote e mi confonde.

Odio le dipendenze, mi deludono e mi spaventano eppure per lei sarei disposto a smuovere mari e monti per salvarla.

"Scusami" dice con tono flebile asciugandosi distrattamente le gote con la manica del suo cappotto. "È che tu sei così gentile e io non credo di meeirarmela tutta questa gentilezza"

"Smettila" la rimprovero, staccandomi dall'abbraccio, mostrandole sucessivsmemte il palmo aperto della mia mano. "Piuttosto dammi le chiavi ti riporto a casa"

"Ma di là ci sono gli altri...ho sentito Max dire che ha prenotato un tavolo in discoteca ti perderai il divertimento..." commenta con confusione, mentre cerca all'interno della borsa ciò che gli ho chiesto.

"Non me ne frega niente di andare in discoteca Becca. Preferisco accompagnarti e vedere che stai bene piuttosto che buttarmi in una mischia di sconosciuti, non sapendoti al sicuro"

"Ma..."

"Niente ma" sorrido. "Ora andiamo, o entrambi ci beccheremo una polmonite"

***

The Story •Daniel Ricciardo•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora